Automotive

Concept Recharge, come Volvo vuole eliminare gli incidenti (e di chi sarà la responsabilità)

Volvo ha in mente una soluzione che potrebbe alleviare i crucci di chi guida ogni giorno

Concept Recharge, come Volvo vuole eliminare gli incidenti (e di chi sarà la responsabilità)
Tabella dei contenuti

C’è un tema su cui qualunque automobilista concorda, a prescindere che amiate le auto elettriche o che le odiate, che siate tra quelli che non tollerano i SUV o tra i super appassionati di auto sportive: l’assicurazione è un fardello che pesa sulla schiena dei già stressati automobilisti, costretti a fare i conti con il caro benzina, gli incrementi di costi per l’elettricità, il traffico intollerabile, le città che vogliono abbassare i limiti a 30 chilometri orari e… altro ancora.

L’elenco sarebbe infinito, ma Volvo ha in mente una soluzione che potrebbe alleviare i crucci di chi guida ogni giorno e Concept Recharge è il portabandiera delle tecnologie che ci permetteranno di vivere l’auto in modo più sereno.

Il futuro delle auto: addio incidenti

I sistemi di sicurezza attiva, gli ADAS come vengono definiti, sono ormai sempre più diffusi ed è provato che si tratta di soluzioni tecnologiche in grado di ridurre gli incidenti. Oggi assistono il conducente, non lo sostituiscono: l’auto frena da sola in caso di emergenza, ma prima avvisa il conducente per tentare di risvegliarlo dal torpore o da una distrazione. In autostrada, inoltre, il cruise control adattivo e il sistema che centra l’auto nella corsia permettono all’auto di accelerare e rallentare seguendo il traffico e assistono la sterzata, ma lo fanno solo a patto che chi guida mantenga ben salde le mani sul volante e gli occhi sulla strada.

Volvo

Domani, però, e la data in cui si arriverà alla cosidetta “guida autonoma di Livello 4 e 5” secondo Volvo non è lontanissima, sarà possibile per le auto fare tutto in autonomia. Risulta chiaro che la legge dovrà cambiare per consentire al conducente di non prestare attenzione alla guida.

Secondo le previsioni, quando le auto saranno a guida autonoma, gli incidenti spariranno quasi del tutto. Quasi è la parola chiave: è vero che il computer è più efficiente dell’uomo, ma ci saranno sempre dei rischi perché in strada resterà un fattore imprevedibile: l’uomo (un pedone, un ciclista) o un animale. C’è anche una piccola percentuale di guasto tecnico nonostante i sistemi di guida autonoma saranno ridondanti e già oggi sono spesso previsti più sensori e più centraline di elaborazione, in maniera simile a quanto accade per gli aerei.

Si ipotizza che gli incidenti, in questo scenario, saranno il 5% rispetto a quelli odierni ed è facile capire che si tratta di un passo in avanti enorme per la sicurezza di tutti: morire in strada sarà molto difficile, ma anche gli incidenti non mortali caleranno drasticamente. Questo significa meno spese per lo Stato, minor affollamento di ospedali e pronto soccorso e vantaggi per tutti.

Volvo

Pochi incidenti, ma chi pagherà?

Volvo non ha solamente presentato per la prima volta in Italia la Concept Recharge, il prototipo che farà da “padre” a tutte le prossime auto di produzione e che ha già prestato tante tecnologie alla Volvo EX90, ma ha ospitato a Milano il professor Enrico Al Murede, Ordinario di Diritto Civile all’Università di Bologna e esperto della legislazione applicata al mondo dell’auto presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.

La presenza di chi con la legge ci lavora (e la insegna) è stata l’occasione per far luce su un tema poco conosciuto che presto si trasformerà in una terra di frontiera, visto che la guida autonoma costringerà i legislatori di tutto il mondo a cancellare le regole esistenti e riscriverle.

Volvo

Già oggi, infatti, sono state introdotte le norme sugli ADAS obbligatori e sulla “scatola nera”, ma la grande domanda è: quando le auto guideranno da sole, chi si prenderà la responsabilità e la colpa per quei pochissimi incidenti che, purtroppo, continueranno a capitare?

Ebbene, un’ipotesi al vaglio è quella della creazione di un fondo in cui ogni produttore di auto dovrà versare una quota in denaro, una sorta di assicurazione. Il totale di questo fondo sarà tale da coprire i risarcimenti per le vittime di quel 5% di incidenti previsto rispetto ad oggi.

Si tratta di un terreno normativo del tutto inesplorato, serviranno sforzi importanti da parte di tutti gli attori in gioco, dalle Istituzioni alle compagnie assicuratrici. L’idea, però, è quella di far contribuire ogni produttore in base al rapporto tra le auto vendute (quindi la quota di mercato) e il coefficiente di sicurezza.

Volvo

Tradotto in soldoni, e mai similitudine fu più azzeccata visto che di soldi si tratta, se il produttore A vende l’80% delle auto in circolazione, ma quelle auto sono sicure ed “evitano meglio gli incidenti”, allora tale produttore si troverà a pagare una quota minore rispetto al produttore B che venderà sì solo il 20% delle vetture al mondo, ma avrà investito meno nella sicurezza e quindi le sue vetture saranno più rischiose e pericolose.

Nel percorso verso un mondo a zero incidenti, però, è chiaro che andrà messo in piedi anche un meccanismo premiante per gli acquirenti. Diventerà necessario, da parte delle assicurazioni ad esempio, riconoscere a chi compra un’auto sicura una tariffa minore per la Responsabilità Civile: se ho un’auto che frena da sola e ho investito per aggiornarla rispetto alla mia Panda del 1992, è giusto che questo contributo alla collettività venga riconosciuto anche nel calcolo dell’importo pagato per la RC Auto.

La sicurezza migliora comfort e autonomia

Un altro spunto interessante emerso dalla conferenza di Volvo e del professor Al Murede riguarda le implicazioni che la sicurezza avrà sul modo in cui verranno realizzate le auto. Concept Recharge rappresenta proprio questo legame: se le auto diventeranno più sicure, allora i produttori potranno costruirle eliminando il peso delle strutture di protezione necessarie per superare i crash test.

Volvo

Togliendo tutte queste strutture e riducendo il peso, in cascata, sarà possibile montare sulle auto elettriche batterie più leggere ottenendo comunque la stessa autonomia. E si potrà lavorare sull’aerodinamica senza i vincoli della sicurezza passiva, un passo in avanti verso auto elettriche che percorreranno più chilometri con batterie più piccole perché, ricordiamo, l’autonomia - e vale anche per le auto a benzina - dipende prevalentemente dal peso e dal coefficiente aerodinamico (quest’ultimo moltiplicato per la superficie frontale del mezzo).

Fantascienza o realtà?

Sembra fantascienza, ma le prove che tutto ciò sarà realtà esistono già oggi. Volvo ha iniziato a montare su EX90 il Lidar, un sensore che legge la strada e riconosce auto e oggetti (anche un cane) fino a 250 metri con precisione di un centimetro, aiutando il cervellone dell’auto a frenare in anticipo rispetto al pericolo. Allo stesso modo, sempre EX90, monta dei radar anche all’interno dell’abitacolo, in grado di percepire movimenti inferiori al millimetro, quelli di un bambino o di un cucciolo addormentato ad esempio. Così ricorderà al conducente che stiamo rischiando di abbandonarli in auto. E se il papà o la mamma fossero talmente distratti da ignorare gli avvisi dell’auto? La batteria di questa auto elettrica, sapendo che nell’abitacolo ci sono esseri viventi, manterrà automaticamente attivo il climatizzatore per salvaguardarli.

Per il produttore, questi sono tutti ingredienti importanti per arrivare alla sicurezza massima e alla guida autonoma. Con le auto con il “pilota automatico”, poi, si potrà procedere verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni: entro il 2040 l’azienda vuole essere a impatto neutro sul clima e dal 2030 venderà solo elettriche. La grande paura, e forse un dubbio che sarà venuto anche al lettore, riguarda però la velocità di risposta degli Stati e delle loro “macchine burocratiche”.

Volvo lancerà la guida autonoma in California proprio perché è lì che si trova il terreno più fertile e già spianato a livello legale e di mentalità. Riuscirà l’Italia a non restare indietro e a rispondere bene e presto alle evoluzioni di una tecnologia che oggi corre velocissima (e sicurissima)?

Commenti