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E-Type, il "giaguaro" di Diabolik

Antagonista delle Ferrari dell'epoca, la Jaguar E-Type è diventata un mito per merito di Diabolik, il ladro protagonista del fumetto "nero" delle Giussani che è stato portato al cinema in più di un'occasione

E-Type, il "giaguaro" di Diabolik

Nera come la notte, sfrecciava per le strade della città immaginaria di Clerville, di pagina in pagina, in china su china, una Jaguar E-Type Series 1 del 1962. Era l’auto di Diabolik, ladro provetto e spietato uscito dall’immaginazione delle sorelle Giussani. Che, oltre ad immaginare la più fortunata serie di fumetti noir italiana, decisero di metterlo proprio al volante di una sportiva inglese che avrebbe fatto epoca.

Fortemente voluta da Sir William Lions, fondatore della casa automobilistica britannica che aveva vinto con i suoi magnifici esemplari ben 5 edizione della 24 Ore di Le Mans tra il 1951 e il 1957, la Jaguar E-Type, dopo il successo riscosso dalla XK120 C, dalla C-Type e dalla D-Type, dove fungere da “spartiacque”; diventando un’antagonista da strada - non da gara - con un prezzo estremamente competitivo rispetto alle sportive prodotte da case come Ferrari o Aston Martin.

Non pensata per correre in pista, la Jaguar tipo “E” disegnata da Malcolm Sayer doveva trarre ispirazione dalle fuori serie che l’avevano preceduta, mantenendo un profilo elengante ed estremamente aerodinamico, ma trovandosi a suo “agio” sulle strade di città grazie ad un nuovo sistema di sospensioni, che rendevano al posteriore indipendente, e un motore XK a sei cilindri da 3,8 litri appositamente messo a punto dagli ingegneri della scuderia di Coventry per facilitarne la guida a velocità ridotta. Presentato al Salone di Ginevra nel 1961, il nuovo e sinuoso giaguaro inglese venne comunque messo in pista e affidato al celebre Graham Hill, che seppe comunque battere in gara sia l’Aston Martin DB4 che la Ferrari 250 GT.

Scelta da Angela Giussani non essenzialmente per le sue specifiche tecniche o per i successi ottenuti in pista, ma per la linea aggressiva e sfuggente che avrebbe senza dubbio attratto i lettori, la Jaguar E verrà ricordata soprattutto per essere l’auto di Diabolik, che ne aveva “ottenuta” una di colore nero, prima serie, nella configurazione Fixed Head Coupé, ossia versione due posti coperta. All’epoca della pubblicazione dei primi numeri del fumetto “nero” italiano, la decisione delle sorelle Giussani non venne accolta con simpatia dagli addetti del settore automobilistico interessato, e particolare dall’importatore Bepi Koelliker, che dal suo ambito autosalone in piazza San Babila a Milano diffidava dall’idea che una delle sue auto di punta potesse passare per una auto da “criminale”. Altri tempi.

Nel frattempo nel 1968 usciva nei cinema Diabolik di Mario Bava. Maestro dell’horror nostrano che scelse di offrire al grande pubblico un poliziottesco intriso nudo, psichedelia, pop art ed effetti ottici all’avanguardia che non bastarono a renderlo un successo al botteghino. Raggiungendo qualche timido risultato in Francia e annullando l’ipotesi una fortunata saga alla “007”. Questo insuccesso insperato, lasciò un certo spazio di manovra ai Manetti Bros, che attingendo nella rosa dei grandi nomi in ascesa del panorama cinematografico italiano, hanno proposto nel 2021 il loro Diabolik. Nemmeno in quell’occasione la pellicola ottenne il successo sperato. Relegando il mito di Diabolik alla carta di quei fumetti che, al contrario, non hanno mai deluso le aspettative di nuove e vecchie generazioni; che continuano ad acquistare gli albi che dal 1° novembre del 1962 accompagnano i pomeriggi d’estate e inverno di milioni di amatori. Dimostrando come un’idea buona non abbia data di scadenza. E consacrando ancora una volta la Jaguar E-Type. La quale pur non essendo rimasta negli annali per le sue prestazioni in gara, resta tra i maggiori successi ottenuti dalla Jaguar, dove potranno sempre vantare la paternità di una delle automobili sportive più famose del mondo. Piccola curiosità è quella del sodalizio tra la principale autrice di Diabolik, l’anticonformista Angela Giussani, e la sua Jaguar E-Type Roadster rossa sulla quale sfrecciava per le strade lastricate di un’avvenente Milano degli anni che furono.

Altri tempi.

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