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Il furgone più famoso? Quello dell’A-Team

Per i bambini degli anni '80, quel furgone nero con la striscia rossa è il simbolo di una delle serie più strane e divertenti dell'epoca. La storia di come questo strumento di lavoro sia diventato una delle auto più famose al mondo è davvero particolare

Il furgone più famoso? Quello dell’A-Team
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Per chi ha avuto la fortuna di essere giovane nei meravigliosi anni ‘80, poche cose sono così riconoscibili come le sigle delle serie televisive o dei cartoni animati che riempivano i nostri pomeriggi. A giudicare da quante ce ne ricordiamo, viene da domandarsi se in quegli anni facevamo altro a parte guardare la televisione in salotto o, i più fortunati, nella nostra cameretta. Tra gli eroi che ci facevano tanto sognare, pochi sono così strampalati come i quattro membri di un reparto delle forze speciali dell’esercito americano che, ingiustamente accusati di un crimine di guerra, vivevano apparentemente senza problemi nel sottobosco di Los Angeles. Con l’ineffabile logica delle serie del tempo, non erano al servizio di qualche gang criminale ma dispensavano giustizia a chi si trovava nei guai, riuscendo dove il sistema falliva.

Per quanto improbabile fosse la storia, i quattro ex militari diventarono popolarissimi tra i bambini, grazie in buona parte alle battute, il tono irriverente, le sparatorie ma soprattutto le evoluzioni incredibili del loro furgone nero con la striscia rossa e lo spoiler sul tetto che ci faceva sognare. Questa è la storia di come un normalissimo van americano finì nelle camerette dei bambini di tutto il mondo grazie all’A-Team.

Il GMC Vandura, star improbabile

Se la serie televisiva prodotta dal prolifico Stephen J. Cannell venne trasmessa dal 1983 al 1987, la storia del furgone che ne è diventato il simbolo è molto più lunga. Il fatto che un veicolo nato per essere compagno di lavoro della working class americana, una sorta di Ducato ante litteram, sia diventato altrettanto famoso di altre auto mitiche, da KITT alla DeLorean di Ritorno al Futuro è un piccolo miracolo. Il GMC Vandura è rimasto in produzione senza subire troppe modifiche dal 1964 fino al 1996, venendo di tanto in tanto adeguato ai cambiamenti dei regolamenti sulle emissioni e sui consumi di carburante approvati dalle autorità statunitensi. La ragione di questa straordinaria longevità è piuttosto semplice: il Vandura era molto semplice da modificare, adattandosi perfettamente alle esigenze di molti americani, sia di chi voleva usarlo per lavoro che di chi voleva andarci in vacanza. Il Vandura, infatti, è rimasto la base preferita per i camper americani per decenni, come peraltro successo anche alle nostre latitudini con il Fiat Ducato.

GMC Vandura Wikimedia

La prima serie, quella prodotta dal 1964 al 1966 era estremamente spartana: motori in linea a quattro o sei cilindri piuttosto anemici, finestrini posteriori come optional, niente servosterzo, servofreno o aria condizionata. Vista l’evoluzione del mercato, nel 1967 la General Motors si decise a modificare il suo furgone da lavoro con un parabrezza più aerodinamico, un passo allungato ed una lista di optional sempre più lunga e variegata, tanto per tenere il passo coi rivali. Nel 1971, quando la crisi petrolifera sembrava impensabile e Detroit rimaneva padrona incontrastata del mercato nordamericano, anche il Vandura cambiò pelle, imborghesendosi non poco. La terza serie, quella che sarebbe rimasta in produzione fino al 1995, era molto più solida delle precedenti, con giunti e freni sovradimensionati e una scelta di motori adatta ad ogni occasione. Alla GM si era finalmente capito che il futuro di questo van sarebbe stato nel mercato del tempo libero e nelle versioni speciali, alle quali era stato dedicato il poderoso V8 da 7400 cc. Fu proprio questo il furgone a fare da base al protagonista della serie televisiva.

Il furgone della serie

La cosa che stupiva tutti all’epoca era come il famoso furgone dell’A-Team riuscisse a rimanere sempre impeccabile nonostante il buon B.A. Baracus lo sottoponesse ad ogni genere di ingiuria nel corso degli spericolati inseguimenti che diventarono il marchio di fabbrica di questa serie. Il Vandura terza serie del 1983 non fu scelto per caso: come succedeva piuttosto spesso con le produzioni hollywoodiane dell’epoca, fu il risultato di una furba campagna di product placement da parte dei dirigenti californiani della GM, ansiosi di rivitalizzare un modello parecchio frusto con una dose da cavallo di pubblicità gratuita in ora di punta. Per ingraziarsi i produttori, regalarono parecchi di questi furgoni che servirono sia a mantenere sempre in ordine il veicolo usato per le riprese che per sostituire quelli che andavano distrutti dopo l’ennesimo salto mozzafiato.

Per spingere i consumatori a scegliere i modelli più cari, il Vandura usato dall’A-Team aveva una serie di accessori piuttosto costosi, che contribuirono non poco alla sua popolarità. Dall’iconica striscia rossa sulla fiancata al vistoso spoiler sul tetto ai cerchi in lega leggera rossi e neri che erano l’invidia di noi piccoli appassionati di motori, tutto di quel furgone era speciale. Quello che non sapevamo era che anche sotto il cofano e dentro l’abitacolo il van era parecchio raffinato. Il motore era un massicio diesel da 6200 cc derivato dalla produzione automobilistica, i quattro fanali frontali erano piuttosto inconsueti, come il volante regolabile in altezza dal disegno innovativo. Anche il cambio era diverso dal solito, un quattro marce manuale con il selettore sul tunnel centrale invece che al volante come usava nelle auto americane dell’epoca d’oro. Lo spoiler, poi, sarebbe stato necessario per scaricare meglio a terra la potenza del diesel, vista la trasmissione posteriore.

I problemi di continuità

A quanto pare Cannell e Frank Lupo, i produttori della serie, non si preoccupavano troppo della continuità, uno degli elementi fondamentali di ogni programma televisivo o film. Pensavano, bontà loro, che il pubblico televisivo non sarebbe stato lì col fucile puntato ad impallinarli per ogni piccolo errore. La vita dei producer di Hollywood era decisamente più semplice prima dell’arrivo di internet. Pochi di noi si accorsero che i vistosi loghi rossi della GMC sulla griglia anteriore e sul portellone sinistro posteriore sparirono magicamente a partire dalla seconda stagione, probabilmente dopo che i soldi da Detroit erano finiti. I loghi, ovviamente, c’erano ancora, ma verniciati di nero per renderli meno cospicui. Altrettanto può dirsi del fatto che, al contrario dei modellini venduti a noi in tutto il mondo, il furgone non era affatto tutto nero. La sezione sopra alla famosa striscia rossa, in realtà è grigio metallico, una differenza sottile che non si nota in tutte le inquadrature della serie.

A causare parecchi problemi fu poi anche il tettuccio apribile, immancabile accessorio che, chissà per quale motivo, divenne de rigueur nella decade più edonistica di sempre. I sei Vandura che ruotavano per le riprese con gli attori avevano tutti il tettuccio mentre quelli “spendibili”, che venivano usati per i salti o gli inseguimenti, non li avevano. Questo causò più di un imbarazzo ai montatori, come in una scena nella terza stagione, quando Sberla salta sul tetto del van e si può vedere chiaramente come non ci sia il tettuccio, il che rende impossibile il fatto che, pochi secondi dopo, rientri nell’abitacolo proprio dal tettuccio. Per non parlare poi dei casi nei quali venivano usati dei furgoni del tutto diversi per esigenze di scena. Quando il van dell’A-Team doveva affondare in acqua, si usò un modello del tutto diverso, un Ford Econoline della fine degli anni ‘60, probabilmente recuperato per pochi dollari da uno sfasciacarrozze. Continuità o meno, non è che a noi importasse molto. Hannibal e soci ci facevano ridere: questo bastava ed avanzava.

Gli incredibili stunt

Nei quattro anni di riprese furono circa otto i furgoni ad essere fatti fuori nei tanti stunt mozzafiato, dagli inevitabili salti su ponti o cantieri stile Hazzard alle volte che buttavano giù steccati o muretti per seminare i cattivi. Chiaramente, ogni volta che il furgone atterrava dopo un salto ad alta velocità, aveva bisogno di passare parecchio tempo in officina, venendo spesso rimpiazzato da un modello più o meno simile. La cosa non preoccupava affatto il team di esperti stuntman che doveva realizzare queste evoluzioni spettacolari. Per loro era una roba normalissima. Qualche anno fa, Craig Baxley, responsabile degli stunt dell’A-Team, rilasciò un’intervista ad un blogger americano. Ve ne riportiamo qui qualche passaggio così da capire come venissero realizzate davvero queste riprese mozzafiato. A parte alcune rare occasioni, tipo quando il furgone finiva in acqua, ogni stunt visto negli episodi veniva girato per l’occasione, cosa che garantiva un buon numero di imprevisti e problemi per ogni puntata.

A sentire Baxley, furono costruiti due GMC Vanduras per la prima unità di riprese e sei per la seconda, quella che si occupava degli stunt. Ad occuparsi dei salti e degli inseguimenti più complicati due esperti del mestiere, Henry Kingi e Tony Brubaker, che spesso venivano usati anche come attori, rivestendo il ruolo di cattivo in parecchi episodi. Nel corso delle riprese dei 98 episodi della serie, ogni volta che veniva ripreso un salto particolarmente impressionante, il furgone doveva essere del tutto rottamato. Per fortuna, non succedeva molto spesso: solo quattro volte nei cinque anni di riprese. Alla fine della serie solo tre Vandura erano rimasti in piedi, due della prima unità e solo uno della seconda. Visto che quelli presenti agli Universal Studios di Hollywood furono costruiti appositamente ad inizio anni ‘90, Baxley non sa che fine abbiano fatto i tre furgoni originali rimasti ma ne riparleremo più avanti, dopo avervi detto qualcuna delle curiosità di questa serie simbolo degli anni ‘80.

Le curiosità di una serie iconica

Guardando in giro si trovano parecchie pillole interessanti sull’A-Team, che probabilmente meriterebbero un articolo a parte: ve ne elenco solo qualcune delle più curiose. Uno dei dettagli più memorabili del personaggio interpretato da Mr T è la quantità sproporzionata di catene d’oro che portava al collo. In realtà non era scritto nel copione ma un vezzo dell’attore che dichiarò di voler provare quello che provarono i suoi antenati schiavi ogni giorno. Trascinarsi in giro una quindicina di chili d’oro dal valore di oltre 300000 dollari rimane alquanto singolare ma decisamente lo ha reso un personaggio ancora più memorabile. Il fatto poi che, nonostante si consumassero scatoloni di munizioni ogni puntata, nessuno morisse mai non fu affatto un caso, ma una scelta razionale dei produttori. Nella televisione americana era fondamentale che il programma rimanesse visibile a tutti con la presenza dei genitori (PG, Parental Guidance), il che spiega perché non si vedesse quasi mai una goccia di sangue. Unica eccezione la morte del Generale Fulbright nell’episodio finale della quarta stagione, quando viene ucciso da un soldato vietnamita.

Per quanto fossero entrambi popolarissimi, sia B.A. Baracus che Murdock furono sul punto di essere licenziati in tronco: Mister T nel corso della quarta stagione quando fece qualche richiesta da diva di troppo, Dwight Schultz ancora prima del debutto della serie, quando non convinceva gli autori. La risposta del pubblico fu talmente entusiastica da garantirgli il posto fino alla fine della serie. Non lo sapevamo ma l’espressione “A-Team” viene direttamente dal gergo militare usato nel corso della lunga guerra in Vietnam. La “squadra A” delle Forze Speciali dell’Esercito è la prima ad ingaggiare il nemico, supportata dal Bravo Team. La stessa figura di John “Hannibal” Smith sarebbe stata ispirata da quella del Tenente Colonnello Gordon “Bo” Gritz, definito dal Generale Westmoreland, capo delle forze USA in Vietnam, come l’archetipo del militare perfetto. Stranamente solo George Peppard e Mister T hanno servito nelle forze armate, uno nei Marines, l’altro come polizia militare nell’Esercito.

Che fine ha fatto il furgone

Delle ruggini tra gli attori e del vero nome di B.A. Baracus e Murdock parleremo un’altra volta. Ma che fine hanno fatto i famosi furgoni con la striscia? I van della General Motors dagli interni grigi con quattro sedili girevoli e una radio ricetrasmittente divennero subito popolari coi telespettatori di tutto il mondo ma nessuno sa che fine fecero quelli usati nelle riprese. Più chiaro è invece il destino dei sei veicoli ufficiali usati per apparizioni promozionali dalla compagnia di produzione della serie. Questi modelli Chevrolet del 1979 con marchio fittizio della GMC sono praticamente identici a quelli usati per la serie, il che spiega perché siano molto ricercati dai fan dell’A-Team. Uno di questi è stato venduto il 21 gennaio 2021 dalla casa d’aste Worldwide Auctioneers e, rimanendo in linea con l’ethos della serie, aiutare il prossimo, il ricavato è stato destinato ad un’istituzione benefica. Questa asta a fin di bene ha garantito la cifra niente affatto disprezzabile di 84000 dollari.

Non è invece dato sapere che fine farà quello messo in vendita qualche tempo fa dal Museo dell’auto di Orlando o che prezzo spunterà. Per fortuna dei tanti appassionati del genere, è piuttosto semplice trasformare uno delle centinaia di migliaia di furgoni usciti dalle fabbriche della Motor City nel vostro personalissimo van dell’A-Team. Basta un giro su internet e un meccanico che sa il fatto suo e siete a cavallo. Fossi in voi eviterei di farci salti da brivido come nella serie.

Basta e avanza la soddisfazione di sentirsi per un momento come gli eroi della nostra ahimè lontana giovinezza. Ieri come oggi, vado davvero matto per i piani ben riusciti!

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