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Mustang, i cavalli ribelli di Bullit

La Mustang Bullit ha lasciato un segno indelebile nel cinema e nell'immaginario di tre generazione. Pensata dal figlio d'immigrati italiani che inventò un nuovo settore nel mercato, nelle mani di Steve McQueen è diventata un mito

Mustang, i cavalli ribelli di Bullit

I didn’t know if I was an actor who raced, or a racer who acted”, asseriva l’apoteoico Steve McQueen dopo essere stato alla guida spericolata di quella mitica Mustang, su e giù per le mille colline di San Francisco. Era il 1968, lui vestiva i panni fin troppo eleganti del solitario e beffardo tenente Frank Bullit. Passerà alla storia con quel dolcevita blu scuro cinto dalla fondina per l’estrazione rapida del suo revolver Colt. E con lui passeranno alla storia i cavalli selvaggi della Ford Mustang GT390 Fastback, colore Dark Highland Green e cerchi da corsa "Torq Thrust" di quello stesso anno.

La “pony car” dalle linee dure e l’aspetto aggressivo che condizionerà l’immaginario di milioni di americani. Tanto da consacrare quell’elaborata serie di Ford compatte e veloci come sogno a quattro ruote del perfetto ribelle americano. Uno dei più entusiasmanti inseguimenti del cinema quello di Bullit, una delle auto più desiderate d’America quella Fastback con motore V8 nata dall’idea del manager d’origini italiane Lido Anthony Iacocca. Temerario e geniale “innovatore” del settore automobilistico che voleva trovare l’auto perfetta per i baby-boomers degli Stati Uniti, che, identificando un settore del mercato inesplorato, riuscì a proporre una una serie di vetture giovane e sofisticate e per la prima volta ampiamente “custumizzabili”.

L’idea alla base della linea “Mustang” - che prende il nome dalla razza equina che si aggiravano allo stato brado nel profondo west, e discendevano dai primi cavalli che i conquistadores spagnoli avevano condotto nelle Americhe - era quella di produrre in serie un auto compatta che potesse attingere a molte componentistiche già in prodotte dalla Ford, per mettere sul mercato una vettura sportiva, o muscle car, con un prezzo competitivo e le prestazioni entusiasmanti quanto invidiabili. La cellula d’origine era quella della Ford Falcon, una berlina di grosse dimensioni nel perfetto stile americano.

Mustang Bullit

Battuta all’asta nel 2020, la Mustang di Bullit ha raggiunto una valutazione record di 3,7 milioni di dollari, battendo il primato della Mustang Shelby GT500 Super Snake del 1967, esemplare unico creato dalla famigerato Carroll Shelby, equipaggiata niente di meno che dal motore della Ford GT40 di Le Mans. Peculiarità della Bullit di McQueen era la completa assenza degli stemmi Ford, e del “cavallo d’argento” che compare sulla griglia anteriore delle Mustang. Questa peculiarità è stata rispolverata proprio nel 2018 dalla casa madre, che ha deciso festeggiare il 50° anniversario della film cult producendo una serie limitata di 68 nuove Mustang "Bullit Limited Edition" ispirate alla GT390 del 1968. Il risultato fu una sportiva accattivante, rigorosamente di colore in Dark Highland Green, senza il classico stemma anteriore che conferì alla super car un aspetto molto metropolitano. Il motore scelto per questa rivisitazione è un V8 5.0 aggiornato, capace di scatenare 459 CV.

Le Mustang, fossero Ford o Shelbypensate, hanno sempre occupato un posto di rilievo nel cult-movie di Hollywood. Proprio perché rappresentazione essenziale quanto perfetta del mezzo ideale sui cui fuggire lontano, a caccia di sogni come fosse una canzone dei Journey. Un'auto da sogno per nuove epopee on the road sulla terra infuocata che pareva quasi essere senza fine. A riesumare l'animo più puro d'avventure erranti di nuovi Kerouac che si passavano il testimone di generazione in generazione. Che a guidarle fosse Diego Luna in un video molto Johnny Cash per le note della "teenage dream" Katy Perry, o il tenebroso e letale Ryan Gosling nell'indimenticabile pellicola premiata a Cannes "Drive" (2011), quel cavallo selvaggio è sempre saltato agli occhi. Diventando immediatamente simbolo di libertà irrequieta. Anche quanto il mondo sarebbe finito, e Will Smith in "Io sono leggenda", guidava in metropoli deserte un'altrettanto leggendaria GT500 rossa fiammante.

Si è a lungo parlato di un remake di Bullit, che avrebbe trovato prima Brad Pitt, poi Jason Statham e infine Bradley Cooper a vestire i panni del tenente della squadra omicidi interpretato da Steve McQueen. La conferma che il film si farà dovrebbe essere ormai ufficiale. E la nuova come la vecchia Mustang Bullit dovrebbero trovare ovvio spazio sulla scena, in nuovi inseguimenti da togliere il fiato. Certo, imitare quel maledetto spericolato di McQueen non sarà compito facile. Ma ogni tanto bisogna pur essere ottimisti.

Aspettiamo altri 10 minuti da brivido allora, sui cavalli selvaggi pensati dal vecchio Lee Iacocca.

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