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Skoda va contro corrente: venderà i motori a combustione fino al 2035

Che sia l’inizio del dietrofront da parte delle case automobilistiche? Skoda non ci sta e proroga la fine della produzione dei motori a combustione

Skoda va contro corrente: venderà i motori a combustione fino al 2035

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Skoda non ci sta. Fino a qualche anno e mese fa, i costruttori sembrava facessero a gara a chi prometteva di interrompere prima la produzione di motori benzina e diesel. Tuttavia, la situazione sta cambiando, come rivelano i dati per nulla incoraggianti circa la diffusione dell’elettrico che, chiaramente, continua a mantenere quote più che marginali nei principali mercati europei ed extraeuropei. Alcuni produttori hanno deciso di rimandare la presentazione dei nuovi modelli elettrici, ormai in cantiere e pronti da diversi anni. Ed ecco che Skoda, come voce fuori dal coro, si mette di traverso.

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Realisti o conservatori?

Questo il dilemma che è sorto in rete, circa la stampa automobilistica. Eppure, proprio il numero uno di Skoda Klaus Zellmer, ha rilasciato una chiarissima dichiarazione ai microfoni di Auto Motor und Sport: “È assolutamente verosimile che continueremo a produrre motori a combustione fino alla metà del prossimo decennio” e ancora “offriremo ai clienti ciò che desiderano. Che sia diesel, benzina, ibrido, mild-hybrid o elettrico”. Zellmer ha poi chiarito come sia inutile continuare a procedere a “suon” di proclami sull’anticipare lo stop alla produzione di motori endotermici. E, francamente, non possiamo che essere più che d’accordo. Professarsi costruttori di sole auto elettriche, a nostro avviso – e soprattutto in questo periodo storico preciso – non nobilita alcun brand, se non agli occhi delle mere dinamiche di marketing.

Negli ultimi mesi è risultato chiaro che i consumatori sono risultati riluttanti all’elettrico. Perciò abbiamo bisogno di soluzioni alternative, che possano far tornare i clienti da noi”. Come in tutto, si tratta di domanda e offerta. Se la domanda non c’è, non basta forzarla con più offerta, altrimenti si ottiene solamente l’effetto contrario. Soprattutto se questa offerta non risulta essere particolarmente vantaggiosa. E come di recente ha concluso anche il numero uno mondo di Toyota, anche Zellmer spiega: “In fin dei conti, è il cliente a decidere”.

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Marcia indietro dalla Spagna?

Eloquente il caso di Pamplona, dove è situato uno dei principali stabilimenti produttivi del Gruppo Volkswagen. Il piano industriale prevedeva la produzione dei soli motori elettrici a partire dal 2028, eppure qualcosa si è mosso. Da alcuni vertici dello stabilimento, ai microfoni di Automoción, è stato riferito che l’impianto è pronto a continuare la produzione dei motori a combustione anche oltre la soglia indicata, se il mercato andrà in questa direzione.

Il nostro pensiero

Perché fossilizzarsi su un’alimentazione per la quale si stanno continuamente registrando valori non incoraggianti? Non solo le percentuali dell’elettrico crescono in fasi alterne e lentamente, ma si è assistito ad un fenomeno più che eloquente: senza incentivi, la domanda regredisce, in quasi tutti i paesi. Non si tratta probabilmente di una gara a chi arriva prima, quanto più una gara a chi ci arriva meglio. Si parla di efficienza energetica, gestione dell’autonomia, interfaccia utente, software di bordo, sfruttabilità dell’ecosistema elettrico. Non basta riciclare una piattaforma di un’auto a benzina e poi inserirci batteria e motore elettrico, per aggiungere prestigio al brand. E nemmeno costruire piccole elettriche che consumano più kWh di grosse berline o SUV imponenti di altri brand, che invece l’elettrico lo stanno sviluppando in maniera concreta.

Durante le nostre prove su strada facciamo sempre – e chiaramente – capire quali auto elettriche risultano convincenti, convenienti e quali no. In fin dei conti si tratta di veri e propri laboratori su ruote, per una tecnologia ancora troppo acerba per poter essere largamente eguagliata da tutti i brand. Bastano pochi anni per rendere obsoleto un modello o una particolare tecnologia. Ci sono gruppi automobilistici che continuano a progredire e altri già fossilizzati.

E non bisogna nemmeno giustificare l’esistenza dell’auto elettrica con dichiarazioni come “abbiamo investito fin troppo sino ad oggi per vedere una marcia indietro da parte dell’Europa”, poiché, alla fine, sarà sempre e comunque il consumatore a decidere cosa risulta essere più conveniente.

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