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Stellantis alla prova dei servizi connessi

La strategia del gruppo punta a far sì che l’80% dei veicoli venduti in Europa nel 2024 abbia funzionalità connesse

Stellantis alla prova dei servizi connessi

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L’80% dei veicoli Stellantis venduti in Europa nel 2024 avranno funzionalità connesse, con l’offerta di servizi che forniranno supporto in caso di emergenza, manutenzione digitale, intrattenimento e navigazione avanzata attraverso applicazioni per rendere più sicura la guida, più facile la vita, più emozionante i viaggi.
È la strategia del gruppo che attraverso la divisione di sviluppo software creata nel 2021 e la collaborazione di partner esterni mira a offrire ai suoi clienti un’automobile che sia un’estensione del telefonino, con tutti i benefici ma anche i rischi che ciò può comportare.

"Negli ultimi anni il mercato dell'auto ha affrontato sfide impegnative, in gran parte legate ai cambiamenti che la mobilità e i veicoli stanno affrontando. Ora che l'innovazione si è consolidata, la prossima sfida è in realtà un ritorno a una nuova normalità, con auto sempre più connesse e in grado di soddisfare livelli di sicurezza stringenti, semplificando la vita a bordo", spiega Santo Ficili, Managing Director di Stellantis in Italia, illustrando le ambizioni del gruppo.

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Variegati i servizi connessi disponibili, molti già presenti peró su marchi automotive non soltanto premium, e offerti a pagamento, dopo alcuni mesi di prova, per singoli servizi che vanno all’incirca dagli 8 ai 22 euro al mese l’uno. Si può scegliere My Alert che invia notifiche su cellulare e mail quando viene rilevata una possibile violazione, come un traino non autorizzato e lo scollegamento della batteria oppure se scatta l'allarme, e supporta i clienti in caso di furto, però nel caso dell’abbonamento base si limita a consigliare di chiamare la polizia, mentre se l’abbonamento è premium traccia la vettura ma ne comunica la posizione soltanto alla polizia, dopo la denuncia del proprietario e dunque lasciando un grande vantaggio temporale ai ladri. Oppure il Remote-Controls: il cliente può utilizzare l'applicazione mobile del brand per comandare a distanza diverse funzioni come il blocco e lo sblocco delle porte, facilitare la localizzazione del proprio veicolo in un parcheggio accendendo le luci, programmare il condizionamento dell'abitacolo e la ricarica se il veicolo è elettrico. Si possono attivare anche gli OnDemand services, ovvero consentire a terzi di fornire servizi sul veicolo, come la ricarica, la ricezione di un pacco nel bagagliaio o il lavaggio dell'auto, sempre a distanza, come capita però già con altre app, per esempio Telepass.

Oppure abbonarsi a E-Routes, un’applicazione di navigazione per smartphone con dati dinamici, progettata esclusivamente per i veicoli elettrici, che permette di pianificare il viaggio e modificare la rotta in base al traffico per risparmiare sull’ autonomia chilometrica suggerendo stazioni e tempi di ricarica lungo il percorso. E poi c’è Voice interactions on board, che consente a driver e passeggeri di “parlare” con Amazon Alexa Voice Service o ChatGPT, però nella versione 3.5 ferma al 2022, e che recentemente lanciata in fase pilota su 20mila vetture DS Automobiles in cinque Paesi europei verrà nel 2024 applicata anche ad altri marchi Stellantis.

Con l’intento, come indicato nel piano strategico Dare Forward 2030, di raggiungere 34 milioni di veicoli connessi entro il 2030 e circa 20 miliardi di euro di ricavi annuali collegati ai servizi software a livello globale.

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