Roma

Baby mendicanti, ancora una piaga

Nonostante i proclami dell’amministrazione comunale la mendicità rimane un problema

Minori rom e povertà giovanile, una piaga sempre più grave a Roma e nel Lazio. I dati dell’ultimo anno, forniti da Telefono Azzurro, Caritas, Istat, ma anche Cnr e polizia di Stato, parlano chiaro. Nella nostra città la mendicità giovanile, specialmente quella dei piccoli nomadi, rimane un problema che, nonostante i proclami dell’amministrazione, sembra irrisolvibile.
L’ultima mozione, approvata all’unanimità dall’aula Giulio Cesare, è datata 30 maggio. «Premesso che la mendicità giovanile ha assunto a Roma una dimensione quantitativa estremamente diffusa e allarmante - si legge nel documento - considerato che fino a ora le misure messe in campo dall’amministrazione comunale si sono dimostrate di gran lunga inadeguate a contrastare il fenomeno, il consiglio comunale impegna il sindaco e gli assessori competenti ad adottare tutte le possibili iniziative finalizzate a contrastare e debellare questa piaga». E di seguito le proposte. Dal potenziamento dell’unico centro di contrasto alla mendicità infantile cittadino a quello del Nae (Nucleo assistenza emarginati) della municipale, dall’accertamento degli obblighi scolastici disattesi dei minori fino a una campagna informativa rivolta ai cittadini che disincentivi la carità di strada. «Peccato che sia rimasto tutto sulla carta», commenta Roberta Angelilli, capodelegazione di An all’Europarlamento. Secondo l’Istat il numero di famiglie «relativamente povere» è dell’8,1 per cento. Per il Cnr addirittura del 21,8 per cento. A questo bisogna aggiungere le quasi 4mila richieste di aiuto giunte al Telefono Azzurro dal 1999 al 2006 nel Lazio che presentavano «problematiche rilevanti». «La situazione della nostra regione è ancora più scandalosa se si pensa che proprio domani (oggi, ndr) il Parlamento di Strasburgo approverà la strategia europea sui diritti dei minori. Una mozione che aiuterà non solo a contrastare duramente la povertà infantile, il 19 per cento dei bambini dell’Ue vive sotto la soglia minima, ma anche tutte le forme di violenza contro i minori per esempio equiparando lo sfruttamento sessuale al reato di stupro a livello di sanzioni penali.

E che aumenterà i diritti dei più piccoli».

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