Stile

Con Balestra tutte le ragazze diventano principesse

La maison resta fedele al calendario di AltaRoma Rispolvera il nero ma lo illumina di giallo oro

Anna Maria Greco

Roma Ci sono le Principesse vestite da Renato Balestra, unica maison storica fedele al calendario di AltaRoma e c'è il passaggio generazionale nel marchio Marras, da Antonio al figlio Efisio Rocco, da poco nominato al timone dell'etichetta I'M Isola Marra, che si raccontano in un talk nello spazio del Coin Excelsior, con il regista sceneggiatore Ivan Cotroneo e l'attrice Geppi Cucciari.

Più tardi, Efisio debutta sulle passerelle capitoline con una collezione tra punk e preziosità haute couture, ispirata alle donne fumetto Manga e alla protagonista del film «Leon», di Luc Besson.

Il giovane Marras sceglie le ex-caserme del Guido Reni District, quartier generale della 4 giorni di sfilate, performance e installazioni, ma Balestra preferisce il suo atelier ai Prati. Senza finta modestia, dice: «L'alta moda a Roma sono io e mi sento don Chisciotte. In questo momento di sbandamento si perde il gusto del bello, della cultura, si preferisce la stonatura: vedo sfilare calzerotti a righe o coulottes e vuol dire che l'alta moda sta tramontando. Io, invece, rimango fedele ai suoi canoni e ho chiamato Princess questa collezione perchè voglio che si senta così anche la ragazza normale».

«Rispolvera» il nero che non usa molto, il maestro, ma lo illumina con il giallo oro. Come un raggio di sole appare negli interni delle ampie maniche, negli spacchi, nei pannelli che cadono dalle spalle, nei ricami di cristalli e paillettes che impreziosiscono bustier, giacche militari e cappe. «Fa un po' austroungarico, ma mi piace», dice Balestra. Ci sono anche modelli tutti in giallo tenue, plissettati e arricciati ad arte, altri color melograno. E la sposa «è un soffio», per il maestro, con una cascata di ricami color acqua sul vestito, rivoli di tulle e una piccola cappa plissè che sembra una nuvola.

Altri nomi importanti pochi, in questa edizione estiva di Altaroma, ancora assente Raffaella Curiel, impegnata nella sua avventura cinese. Merita, però, gli applausi la collezione «Sussurri», del marchio Greta Boldini. Gli abiti disegnati da Alexander Flagella, finalista del concorso «Who Is On Next?» 2013, sono di un'eleganza semplice, lineare e leggera, ma al tempo stesso solenne e irriverente, come i cardinali in talare rossa distesi in un campo di grano sulla scena, tra paesaggi fotografici bucolici di Franco Fontana e atmosfere di una Roma dalla bellezza decadente, un po' Fellini e un po' Sorrentino. É sempre il «sacro e profano» della mostra «Vanitas», una delle tre organizzate da Altaroma.Il sarto libanese Rani Zakhem tiene fede alla sua tradizione di sinuoso e prezioso fashion, facendo sfilare 22 sirene dagli abiti costellati di stelle ricamate, applicate, drappeggiate. Stelle che esplodono, si disfano in cascate di luce sui modelli neri, che si ripetono addirittura negli chignon a girandola, creati dall'hair stylist Federico Faragalli.

Sfila la collezione rigorosa e lineare della stilista architetto Sabrina Persechino e ritorna un duo della moda romana ormai separato: Antonio Grimaldi, reduce dai successi di Parigi, nella città storica della maison inaugura il suo nuovo atelier a Palazzo Besso e Sylvio Giardina chiude la giornata con un'effervescente serie di abiti preziosi.

Si chiude domani con i giovani delle scuole, ma un anticipo della kermesse c'è stato con la sfilata dell'Accademia dei Sartori alla Lanterna di Fuksas e quella di Antonella Rossi all'ambasciata del Sud Africa.

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