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I tassi entrano in casa: crollano i mutui e vendite in ritirata

Nel primo semestre operazioni in calo del 9%. I prestiti in banca diminuiscono di quasi il 30%

I tassi entrano in casa: crollano i mutui e vendite in ritirata

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Non era pensabile che la più vigorosa stretta di sempre della Banca centrale europea al costo del denaro non fruttasse una gelata sul mercato immobiliare. E così è stato: secondo i dati del Consiglio Nazionale del Notariato, nei primi sei mesi di quest'anno le compravendite sono calate dell'8,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. E le proiezioni per fine anno sembrano portare a un ribasso a doppia cifra (-10,5%). Reggono, invece, le compravendite tra privati delle seconde abitazioni: -1,9 per cento.

La contrazione del mercato non può che essere collegata a quella, anche più marcata, della concessione dei mutui: quelli per l'acquisto della casa sono diminuiti del 29,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nonostante le agevolazioni per la concessione di mutui prima casa agli under 36, che saranno prorogate dal governo con la legge di bilancio 2024, la fascia 18-35 anni ha visto diminuire del 28,1% la concessione di mutui, segno di un settore bancario che sempre di più sta stringendo i cordoni del credito. E di giovani che, probabilmente, con i tassi d'interesse così alti stanno cominciando a posticipare l'acquisto di un immobile in attesa di tempi migliori. Tant'è che secondo gli ultimi dati Abi, l'associazione delle banche guidata da Antonio Patuelli (foto), lo scorso settembre un mutuo a tasso fisso costava il 4,3% di interessi. Un dato che si attesta al massimo storico da 11 anni.

A soffrire di più sono gli importi di fascia media, ovvero tra i 200mila e i 250mila euro (-42%), mentre quelli tra i 50 e i 100mila e oltre i 500mila osservano un calo importante anche se più contenuto (poco più del 20%).

Ma come stanno andando i prezzi? Secondo l'ultimo report di Nomisma, che analizza i dati delle 13 principali città italiane, la media nazionale ha evidenziato una crescita dell'1% nei primi sei mesi rispetto allo stesso periodo del 2022. Un dato inferiore all'inflazione (a settembre, il valore acquisito è del 5,7%), che significa in realtà una perdita di valore reale delle abitazioni. Il mercato più dinamico rimane quello di Milano, che nello stesso periodo ha registrato un'accelerazione delle quotazioni del 2,1 per cento.

Secondo gli esperti di Nomisma, questa variazione evidenzia «le aspettative di crescita dei prezzi da parte dell'offerta» e «una domanda ancora disponibile a interiorizzare gli aumenti», fermo restando che «il mercato immobiliare italiano, dopo l'euforia post pandemica, mostra inequivocabili segnali di appannamento».

Un primo campanello d'allarme è che i tempi medi per la vendita di un immobile sono di 5,2 mesi, numero in leggero aumento che segna la fine di un trend discendente che durava da un decennio.

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