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Unicredit vola con 8,6 miliardi di utili

Il gruppo sfiora i I 50 miliardi di capitalizzazione. Orcel: «Andranno tutti ai soci, il 2023 anno migliore di sempre». Boom del titolo in Borsa (+8%)

Unicredit vola con 8,6 miliardi di utili

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Il boom di profitti realizzato da Unicredit nel 2023 ha per un attimo proiettato l’istituto oltre 50 miliardi di capitalizzazione: non accadeva da prima del fallimento di Lehman Brothers nel 2008. Ieri, dopo essere arrivato a guadagnare in Borsa oltre il 10% per poi chiudere a 28,8 euro (+8,1%), per qualche momento si è pensato che il gruppo guidato da Andrea Orcel potesse insidiare i 52,3 miliardi di Intesa Sanpaolo, prima banca italiana. Del resto, con un profitto contabile di 9,5 miliardi, in crescita del 47,2% rispetto al 2022, e un utile netto di 8,6 miliardi (1,9 miliardi nel solo quarto trimestre), era immaginabile una reazione tanto forte della Borsa. Polverizzate le attese degli analisti, che si aspettavano utili per 7,8 miliardi, una cifra già di per sé ragguardevole. A trainare i ricavi – aumentati del 17,3% a 23,8 miliardi – ancora gli interessi netti a 14 miliardi (+31,3%), mentre le commissioni sino fermate a 7,46 miliardi (-2,1%).
Il 2023 per Unicredit è stato «il miglior anno di sempre», ha commentato l’amministratore delegato Orcel. «È il risultato di un viaggio lungo tre anni, ma il viaggio è tutt’altro che finito. Siamo pronti a entrare nella seconda fase della nostra radicale trasformazione». Di fronte a tanto risultato, si è così deciso di distribuire un acconto sul dividendo del 2024 di circa 3 miliardi, che porterà ad assegnare ai soci nel corso di quest’anno circa 10 miliardi, vale a dire l’intero utile del 2023. Secondo il banchiere, ciò non inciderà sulla solidità patrimoniale, con l’indicatore Cet1 che è superiore di un punto sull’anno scorso a quota 15,8%. Dal 2021 a oggi Unicredit ha distribuito ai soci «più di 17,6 miliardi», ha sottolineato Orcel, «più della nostra capitalizzazione a inizio 2021». E dal 2024 vuole istituire una politica di distribuzione ordinaria di almeno il 90% dell’utile netto (con dividendo cash del 40% e il resto buyback). Una strategia chiaramente finalizzata ad aumentare la capitalizzazione del gruppo in funzione probabile di acquisizioni che verranno con la modalità mista. Il mercato ne è convinto, e si aspetta nei prossimi mesi un’operazione straordinaria visto anche il corposo capitale in eccesso (9,6 miliardi). «Cosa faremo di questo capitale chiariremo dopo l’assemblea perché è un impegno per i prossimi tre anni», ha spiegato Orcel, «credo debba essere usato o con un’ulteriore distribuzione ai soci oppure per un’acquisizione, se riusciamo a dimostrare al mercato che rispetta le nostre metriche di creazione di valore». Sui possibili target il banchieri non ha scoperto le carte: «In ogni mercato guardiamo a opportunità coerenti con la nostra strategia, e l’Italia non è una eccezione. Ce ne sono varie in Italia e non commenterò quelle che sono». Di recente il nome dell’istituto è stato accostato a quello della Popolare Sondrio (ieri +1,7% in Borsa), dove tuttavia dovrebbe fare i conti con una forte presenza di Unipol, ma anche il Banco Bpm resta nel mirino. Ora per Unicredit, che continua la sua politica di riduzione dei costi, la sfida è mantenere viva la macchina dei ricavi, anche in considerazione del fatto che la febbre da tassi si esaurirà. Un aspetto che si coglie anche dalle previsioni per l’anno in corso, visto che si attestano per il 2024 su un utile sostanzialmente in linea con quello del 2023.

Anche se l’Unicredit dell’era Orcel ci ha abituato alle sorprese.

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