Cultura e Spettacoli

Il bandito Giuliano alleato degli americani? Tracce in un documento inedito

Il «re» di Montelepre ritenuto responsabile della strage di Portella della Ginestra legato agi Usa: lo sostiene una lettera del 1943 scoperta dallo storico palermitano Vincenzo Prestigiacomo e inserita nel volume «Il principe irrequieto. La vita di Raimondo Lanza di Trabia»

La sua vita, e ancor di più la sua morte, sono un mistero a distanza di 60 anni. E infatti l'inchiesta sulla sua uccisione è stata recentemente riaperta, perché c'è anche il sospetto che in realtà sia stato aiutato a fuggire negli Stati Uniti. E proprio un legame con gli Usa di Salvatore Giuliano, il «re» di Montelepre ritenuto responsabile della strage di Portella della Ginestra, svela un documento inedito scovato dallo storico e giornalista palermitano Vincenzo Prestigiacomo. Il documento, una lettera, è inserito nel nuovo libro dello studioso, «Il principe irrequieto. La vita di Raimondo Lanza di Trabia» (Nuova Ipsa Editore, con prefazione di Matteo Collura). Ed è un documento che scotta visto che quello che emerge è una collaborazione del bandito, già noto come tale non in Italia ma negli Stati Uniti, allo sbarco degli Alleati nel 1943.
La missiva è stata scovata tra le carte di Raimondo Lanza di Trabia. Il nobile siciliano, morto suicida il 30 novembre del 1954, era uno degli esponenti di punta dell'Italia di quegli anni. E nel '43 faceva controspionaggio per gli americani. Scrive un amico del principe Lanza di Trabia, che si firma «Vento di sera»: «Caro Raimondo, il gen. Harold Rupert Alexander mi ha chiesto tue notizie; io sono stato vago. L'altro ieri ho incontrato Galvano che mi ha raccontato di Cassibile e del suo amico gen. Giuseppe Castellano. Intanto a Terre Rosse (la villa dei Trabia a Palermo) ci sono diversi accampamenti e puoi immaginare quale confusione regna. Occorre urgentemente una tua presenza in città. Gli Alleati nell'operazione "Husky" hanno coinvolto personaggi mafiosi come Salvatore Giuliano. Questa notizia riservata l'ho appresa da Robert Kapa; così lo sbarco degli Alleati è stato un gioco. Si dice che possa esserci anche un aiuto di Lucky Luciano, prigioniero negli Stati Uniti».
Dunque Giuliano, a soli 21 anni, non era soltanto un picciotto che faceva «borsa nera», ma, stando al documento, era un giovane mafioso ben conosciuto anche agli Alleati.E il documento non fa che accrescere i dubbi sul reale destino del bandito, ufficialmente ammazzato il 5 luglio del 1950 ma in realtà, è il sospetto di diverse testimonianze e della Procura di Palermo che ha riaperto il caso e riesumato la salma, fuggito negli Usa grazie ad un finto cadavere spacciato per lui e morto negli Stati Uniti appena qualche anno fa.
Ad accrescere la valenza del documento il calibro del destinatario della lettera di «Vento di sera», il principe Raimondo Lanza di Trabia. Quando il nobile palermitano si uccise, buttandosi dal secondo piano dell'Hotel Eden di via Ludovisi, ad accorrere fu tutta la Roma che conta. Tra i primi: Gianni Agnelli, Edda Ciano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La vita del principe siciliano finì nel modo in cui era andata avanti negli ultimi vent'anni: sotto il flash dei fotografi e sulle prime pagine dei settimanali patinati.


Il libro di Prestigiacomo contiene la rappresentazione di importanti momenti della storia civile e privata dell'Italia tra le due guerre: c'è il difficile e aspro secondo dopoguerra, c'è l'attenzione minuta alle mode, alle abitudini e alle smanie di certa aristocrazia siciliana e internazionale, c'è la ricostruzione attraverso la memoria di numerosi protagonisti di episodi che finiscono col ricomporre le tessere di quel tempo.

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