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Barça campione, Messi re del gol come Ronaldo nel '97

I catalani regolano con un 4-0 il Valladolid (e lo mandano in Segunda). Doppietta di Messi, che fa 34 in campionato ed eguaglia il Fenomeno. Il Real Madrid fermato sull'1-1 a Malaga chiude a «zeru tituli». Il Siviglia conquista il quarto posto in extremis: il gol di Rodri al 93' vale l'Europa

LA DOPPIETTA DI GUARDIOLA. Alla fine è arrivato un trionfo. Dopo l'eliminazione dalla Copa del Rey per mano del Siviglia e la delusione in semifinale di Champions contro l'Inter, il Barcellona vince il suo 20esimo campionato spagnolo. Lo fa all'ultimo turno, facendo segnare il nuovo record di punti della Liga (99 contro i 92 del Real del 1998-99). Contro il Valladolid in corsa per non retrocedere, i blaugrana partono male: una leggerezza del portiere Valdes e Manucho ha tra i piedi il pallone del clamoroso vantaggio degli albivioletas. Ma un recupero eroico di Puyol impedisce all'angolano di segnare. Il Barça è un po' distratto e rischia ancora in un paio di occasioni. Poi Guardiola, secondo trionfo in Liga alla seconda partecipazione da allenatore, trova la chiave giusta e scuote i suoi. La reazione c'è e dopo un forcing (occasioni per Touré e Bojan), i catalani passano. Lo fanno con un colpo di fortuna, non con un colpo da maestri. Pedro va sul fondo e mette in mezzo. Nessun compagno lo segue, ma il difensore del Valladolid Luis Prieto si impappina e trafigge il suo portiere. Lo shock dell'autorete è forte e 4' dopo il Barça chiude i conti: slalom magistrale di Messi che triangola con Yaya Touré e serve Pedro. Il giovane canaro si presenta in area e batte Jacobo per il 2-0. Il Camp Nou è in festa, che si trasforma in sicurezza nella ripresa, quando Touré - migliore in campo - serve a Messi il più goloso degli assist. L'argentino fa tris e si ripete poco dopo, con il 4-0 che gli serve per salire a 34 reti in campionato ed eguagliare così i numeri di Ronaldo nel 1996-97. Non abbastanza, però, per battere il record di Telmo Zarra ed Hugo Sanchez, rispettivamente 38 reti nella Liga del 1950-51con l'Athletic Bilbao e 38 reti nel Real Madrid '89/90. Abbastanza però per rimettere le mani sul Pallone d'Oro 2010 e candidarsi a una prestigiosa doppietta consecutiva che manca dal 1988 e 1989 con Marco Van Basten.
REAL DELUSIONE. Ci avevano sperato per settimane e forse erano arrivati agli ultimi 90' quasi completamente disillusi. Troppo forte il Barça per non perdere con il Valladolid. Con questo peso sulle spalle e senza un Kakà neppure convocato per un misterioso problema fisico, le Merengues partono malissimo a Malaga, contro un'altra pretendente alla salvezza. Caicedo imbecca di tacco Duda e il portoghese infila Casillas sul primo palo. Il Real spinge ma non va oltre un colpo di testa di Ronaldo e una rovesciata di Van der Vaart. Nel frattempo, le notizie da Barcellona riducono di molto le già scarse possibilità dei Blancos. La ripresa è una semplice formalità, con Van der Vaart che pareggia e i padroni di casa che resistono sull'1-1, strappando il punto che significa permanenza nella Primera Division. Per il tecnico cileno Pellegrini, probabilmente l'ultima partita sulla panchina del Real; per la corazzata madrilena, una stagione a «zeru tituli».
SIVIGLIA DA INFARTO. Il Valencia - già matematicamente terzo - dà una lezione di sportività all'Europa battendo comunque il Tenerife e condannandolo alla Segunda. Mestalla che tributa una giusta ovazione ai Murcielagos (i Pipistrelli) e soprattutto al capitano Ruben Baraja, che dopo il «benservito» ricevuto dal club di una vita deve decidere se ritirarsi o accettare l'offerta dell'Espanyol. Se il Valencia tutto sommato non aveva granché da giocarsi, tutta la stagione passava dagli ultimi 90' del Siviglia. Ad Almeria la squadra andalusa deve vincere per mantenere il vantaggio sul Maiorca. I baleari, infatti, sono dietro di un punto e sperano nel sorpasso al fotofinish. La loro gara non è particolarmente complicata: un 2-0 sull'Espanyol e un orecchio alle radioline e alle notizie dallo stadio del Mediterraneo di Almeria. Qui, invece, le cose sono più emozionanti. I padroni di casa partono bene, ma dopo due belle parate di Palop, il Siviglia passa inaspettatamente in vantaggio con Kanoutè di testa. Sembra finita (l'Almeria non ha pressanti esigenze di punti), ma la rivalità tra le due formazioni andaluse spinge i biancorossi a cercare il pareggio. Che arriva puntuale poco dopo, con una gran girata di Soriano. La ripresa, invece, si apre con l'autorete di Chico, che riporta avanti il Siviglia. Questione di minuti, perché Ortiz fa di nuovo 2-2. Il match è incendiato e l'ex di turno, il sivigliano Negredo, si fa cacciare per proteste. Arriva il recupero, e i giocatori del Maiorca, nel frattempo, sono tutti riuniti in mezzo al campo ad attendere il fischio finale: il 2-2 tra Almeria e Siviglia significherebbe sorpasso e Champions per i baleari. Ma nel recupero Rodri segna il 3-2 per il Siviglia con una girata superlativa e manda all'inferno il Maiorca.
GLI ALTRI VERDETTI. Finisce in Europa League, insieme al Maiorca, il Getafe.

Retrocedono infine - oltre allo Xerez (sconfitto a Pamplona ma già condannato) - anche il Valladolid e il Tenerife.

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