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La bellezza astronomica dell'orologio da Salone (di Ginevra)

Record di visitatori per la fiera che ha lanciato nuovi modelli di lusso sintesi di design e micromeccanica

La bellezza astronomica dell'orologio da Salone (di Ginevra)

La 27ma edizione del Salon International de la Haute Horologerie ha fatto segnare il record di espositori, ben 30 (lo scorso anno erano 24 e si segnalano gli esordi di Girard-Perregaux e Ulysse Nardin), tredici dei quali, fra maestri orologiai e brand indipendenti, sono stati raggruppati alla voce «Carré des Horlogers», inaugurata nel 2016. Sono stati ben 2.500 gli appassionati che, il giorno conclusivo del Salone possibilità prevista, a partire da questa edizione hanno visitato i sontuosi stand delle Maison. Stante la congiuntura complessa che sta vivendo l'haut-de-gamme e il segmento orologiero, l'approccio al 2017 è stato contrassegnato dalla volontà di consolidamento e dal ritorno «in fase» con i macrosegnali di mercato.

Le esportazioni di segnatempo dalla Svizzera hanno subito nel 2016 una flessione in valore del 9,8% (18,3 miliardi di chf di turnover), a fronte di 25,4 milioni di orologi esportati (un dato così basso non lo si registrava dal 2009); sono stati proprio i modelli dal costo d'esportazione superiore ai 3.000 chf, rappresentativi dei due terzi del fatturato totale, ad incidere, con una flessione del 11,6%, per l'80% sul declino annuale. I mercati del Far East hanno «lasciato sul terreno» il 13,7% in valore, Europa e USA hanno ridotto «la spesa» in terra elvetica dell'8,6%, mentre il Middle East è stata l'unica area strategica a contenere la flessione su livelli accettabili (-4%). Insomma, tutti hanno dovuto fare i conti con una saturazione del mercato, con troppi pezzi in circolazione rispetto alla reale domanda e con l'esigenza di razionalizzare la produzione per quantità e tipologia. Elementi che hanno portato alla revisione verso il basso dell'entry price, in rapporto all'immagine e al posizionamento di ogni brand, e alla riduzione di complicati e pluricomplicati. Chiaro, comunque, che equilibrismi e spettacoli veri e propri di micromeccanica non sono mancati con, sugli scudi, Vacheron Constantin. La Casa ginevrina ha proposto una sequenza eccezionale di modelli, a partire dalla collezione Les Cabinotiers, con il Celestia Astronomical Grand Complication, espressivo di 23 complicazioni (tra cui, equazione del tempo mobile, ora di alba e tramonto, stagioni, solstizi, equinozi e segni zodiacali, indicatore delle maree), il Symphonia Grande Sonnerie 1860, e poi ancora, il Traditionnelle Minute Repeater e il Métiers d'Art Copernicus con la descrizione del moto di rotazione e rivoluzione della Terra. Ecco, poi, Greubel Forsey con il suo primo Grande Sonnerie, il consueto pièce d'exception di Richard Mille, l'RM 50-03 McLaren F1, cronografo sdoppiante con tourbillon superleggero, dal peso, con cinturino, di 40 grammi, la cui cassa è in Carbonio TPTTM (utilizzato anche nel movimento) con l'aggiunta di graphene, un nanomateriale sei volte più leggero dell'acciaio e duecento volte più resistente. Infine, l'iconico Zeitwerk di A.

Lange & Söhne, connotato da ore e minuti digitali saltanti, nella versione Decimal Strike, la cui suoneria si attiva ogni dieci minuti, il Marine Annual Calendar Chronometer di Ulysse Nardin, l'Excalibur Quatuor di Roger Dubuis in cromo cobalto e il Planetarium Tri-Axial di Girard-Perregaux con tourbillon costruito su tre assi di rotazione.

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