La bellezza salverà i media: parola di Benedetto XVI

Bellezza e amore. Sanremo incombe e le canzonette che ascolteremo durante il festival della canzone ripeteranno all’infinito queste parole: bellezza e amore. Fino alla noia. Fino alla perdita del loro significato stesso. Ieri però, per fortuna, Papa Benedetto XVI ci ha ricordato che nella nostra vita ci deve essere lo spazio anche per la terza dimensione, quella della Verità. Lo ha fatto con il messaggio per la 41ª Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali che la Chiesa celebrerà il prossimo 20 maggio. Il contenuto del messaggio Pontificio è stato reso noto ieri dal Vaticano. «Il tema della 41ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l'educazione – ha detto Benedetto XVI - ci invita a riflettere su due aspetti che sono di particolare rilevanza. Uno è la formazione dei bambini. L’altro, forse meno ovvio ma non meno importante, è la formazione dei media». Secondo il Papa c'è una stretta relazione fra le sfide dell’educazione e la «diffusa influenza dei media nel nostro mondo». Ai genitori, alla scuola e anche alla stessa Chiesa spetta il compito di educare i bambini ad una corretta interpretazione dei messaggi che vengono dalla tv, dal cinema e dai videogames, spiega. Ma questa educazione, sottolinea il Papa, «dovrebbe essere positiva. Ponendo i bambini di fronte a quello che è esteticamente e moralmente eccellente, essi vengono aiutati a sviluppare la propria opinione, la prudenza e la capacità di discernimento. È qui importante riconoscere il valore fondamentale dell’esempio dei genitori e i vantaggi nell’introdurre i giovani ai classici della letteratura infantile, alle belle arti e alla musica nobile. La bellezza, quasi specchio del divino, ispira e vivifica i cuori e le menti giovanili, mentre la bruttezza e la volgarità hanno un impatto deprimente sugli atteggiamenti ed i comportamenti».
La bellezza è vivificante, la bruttezza, invece, è deprimente. Come dargli torto? Lo sanno tutti coloro che si occupano seriamente di psicoterapia. Solo ciò che è «esteticamente e moralmente eccellente» è in grado di alleviare le sofferenze dell’animo. È un messaggio forte nell’epoca del «tutti giovani e belli». Fra silicone e bisturi della chirurgia estetica, la bellezza è diventata una merce come le altre. Restituirle una dimensione etica è addirittura rivoluzionario. «L’educazione ai media richiede formazione nell’esercizio della libertà – ha detto ieri il Papa - si tratta di una responsabilità impegnativa. Troppo spesso la libertà è presentata come un’instancabile ricerca del piacere o di nuove esperienze.
Questa è una condanna, non una liberazione! Questo desiderio profondamente sentito di genitori ed insegnanti di educare i bambini nella via della bellezza, della verità e della bontà può essere sostenuto dall’industria dei media solo nella misura in cui promuove la dignità fondamentale dell’essere umano, il vero valore del matrimonio e della vita familiare, le conquiste positive ed i traguardi dell'umanità. Le parrocchie ed i programmi delle scuole – ha concluso con quello che sembra un sospiro - oggi dovrebbero essere all’avanguardia per quanto riguarda l’educazione ai media». La bellezza è negli occhi di chi guarda, diceva Charlie Chaplin. Benedetto XVI è andato ben oltre.

«Io vedo con gli occhi di Cristo e posso dare all’altro ben più che le cose esternamente necessarie: posso donargli lo sguardo di amore di cui egli ha bisogno», aveva scritto nella sua prima Enciclica Deus Caritas Est.

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