Roma

Il bello della fantasia: a Pasqua il libro batte l’uovo

Il grande successo di «Libri come», I edizione della festa della lettura conclusasi pochi giorni fa all’Auditorium, e l’attesa crescente per il Festival delle Letterature, a maggio, senza dimenticare le varie manifestazioni primaverili lanciate su Facebook che invitano a regalare libri a sconosciuti per far circolare idee e passioni. Sono cronaca e moda a spiegare il rinnovato amore dei romani per i libri. Un amore che coinvolge le feste di Pasqua. I libri, infatti, sembrano battere le tradizionali uova, diventando la sorpresa più ambita, almeno dagli adulti. Questione di fantasia e durata perché un bel libro sorprende pagina dopo pagina. E influisce sul modo di guardare l’orizzonte, soprattutto, se è dedicato alla città in cui si vive.
Molti i titoli «romani» in libreria. Archeologo e antropologo, Fabio Giovannini nel saggio «I tesori nascosti di Roma», pubblicato da Mursia, traccia un itinerario lungo tesori nascosti, cercati e scoperti nel sottosuolo capitolino, partendo dalle leggende medievali, per passare ai ritrovamenti di epoca umbertina, fino ad arrivare alle più recenti scoperte. Emergono così storia e geografia dei tesori, con mappe dei luoghi nei quali sono stati ritrovati - ricca la zona dell’Esquilino - e peculiarità cittadine: «Se nel resto d’Europa la ricerca dei tesori rimase a lungo campo di stregoni oppure esito di fortunati lavori agricoli, questa città proprio per il suo continuo stratificarsi, ebbe il destino di conoscere un’infinita serie di ritrovamenti urbani da parte di un popolo minuto di muratori, manovali, coltivatori dei tanti orti che si trovavano dentro il perimetro delle antiche mura». Il viaggio nel tempo - e nelle letture - prosegue con «L’osteria di Nunziata. Un’indagine nella Roma dei Papi» di Donatella Paradisi, edito da Robin: è il Carnevale del 1839, Nunziata, proprietaria dell’osteria del Gallo, si ritrova coinvolta nelle indagini sull’omicidio di uno dei suoi avventori, che la porterà a scoprire le miserie del popolino romano, i misteri della città e i suoi diritti di donna, oltre, ovviamente, ai segreti legati all’omicidio. È la fine dell’Ottocento, più precisamente, il 1889, anno in cui Gabriele D’Annunzio pubblicò «Il Piacere», la data da cui partono analisi e racconti della Capitale nel volume «Dal Piacere alla Dolce Vita» di Gianni Borgna e Antonio Debenedetti, pubblicato da Mondadori in collaborazione con Cinecittà Luce, che illustra i cambiamenti che hanno interessato Roma dalla fine dell’Ottocento appunto al 1960, anno della Dolce Vita felliniana. Letteratura e cinema, in una parola «arte», diventano l’alfa e l’omega di un periodo di grande vivacità e crescita in un percorso cronologico e per temi, che spazia dall’arte alla scienza, dal costume all’amministrazione pubblica. Sono eternità e atemporalità delle bellezze capitoline le protagoniste del volume illustrato «Roma per sempre», pubblicato da Silvana editoriale, che riunisce scatti diversi di quella che, la curatrice Gioia Mori, definisce una città-stella, «Non una stella semplice, ma doppia, tripla con tanti nuclei che gravitano intorno a un cuore ghiacciato dai secoli». E i nuclei di questa «stella dai bordi sfrangiati e tentacolari» si mettono in mostra, dagli sfondi silenziosi della campagna romana al gazometro di Testaccio, dai ponti sul Tevere alla Tangenziale, da piazza di Spagna alla «chiocciola» di Palazzo Barberini, dal Palazzo dello Sport, al Villaggio Olimpico, fino al Colosseo quadrato. Una città fantastica che pur nella classicità dei suoi scorci non manca mai di stupire.

A studiosi, ricercatori e semplici curiosi, per conoscere la città e chi la abita, Newton Compton propone il «Dizionario romanesco» di Fernando Ravaro, che, da «Abbacchià» a «Zurugnone», riunisce oltre 11mila voci, 18mila citazioni, 7mila locuzioni e forme tipiche, frutto di una ricerca ventennale.

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