Berlusconi: "Fini? Non è stato cacciato" Vertice del Pdl, altri due deputati a Fli

Il presidente del Consiglio nell'ultimo libro di Bruno Vespa: "Fini non è stato cacciato dal Pdl, si è autoescluso". E su una nuova alleanza con l'ex leader di An: "C’è sempre la speranza che tutti gli elettori del centrodestra possano ritornare sotto un'unica bandiera". Riunita la direzione del partito a Palazzo Grazioli, mentre altri due onorevoli, Rosso e Toto, lasciano il movimento e passano a Fli

Roma - "In politica mai dire mai". Così Silvio Berlusconi risponde a Bruno Vespa nelle anticipazioni diffuse oggi del libro Il cuore e la spada. 1861-2011, in uscita il 5 novembre da Mondadori Rai Eri. L’intervista, ricorda l’autore, è stata licenziata 10 giorni fa. Vespa chiede se sia ipotizzabile in futuro una nuova alleanza con Gianfranco Fini e Berlusconi risponde: "C’è sempre la speranza che tutti gli elettori del centrodestra possano ritornare sotto un’unica bandiera per un vero cambiamento del Paese. Capisco che i parlamentari del nuovo gruppo si siano sentiti in dovere di seguire Fini che li aveva indicati personalmente nelle liste elettorali. Ma in loro esiste anche la consapevolezza di un dovere di lealtà nei confronti degli elettori che li hanno votati sotto il simbolo del Popolo della Libertà, un simbolo in cui compariva il nome di Berlusconi come candidato presidente. Anche recentemente - aggiunge - alcuni di loro mi hanno confermato la loro lealtà: "Stiamo con Gianfranco, ma mai contro Silviò".

"Fini non è mai stato messo alla porta" "Il Popolo della Libertà, lo ripeto per l’ennesima volta, - sostiene Berlusconi - non ha mai messo nessuno alla porta, ma ha subito una scissione che evidentemente era stata preparata da tempo e aspettava soltanto un pretesto per consumarsi. Dunque, non si tratta di un’espulsione, bensì di un’autoesclusione". "Fini non è mai stato cacciato. - sostiene il premier - Il dispositivo della riunione spiega tutto. Noi parlavamo di Fini come presidente della Camera e non come componente del partito. L’unico elemento concreto di quel documento fu il deferimento ai probiviri dei tre elementi più oltranzisti nell’azione critica nei confronti del governo. In ogni caso, quando una maggioranza nomina il presidente della Camera o del Senato, si aspetta, come minino, che essi condividano il programma legislativo che questa maggioranza e il suo governo presentano nella Camera di loro competenza". 

Bocchino: "Fini è stato cacciato" "A tutti gli italiani è chiaro che Gianfranco Fini è stato espulso dal Pdl". Lo ha detto Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera, replicando alle parole di Berlusconi. "Contro Fini - ha precisato Bocchino - è stato emanato un editto, che ne ha dichiarato l’incompatibilità con il partito senza contraddittorio e discussione. Per noi, però, è acqua passata, ora c’è un movimento che sta crescendo sul territorio e in parlamento". E sul futuro della legislatura usa parole chiare: "Berlusconi deve governare. Il nostro dovere non è staccare la spina, ma ricordare al premier che il suo dovere è governare. Rischiamo però di apparire come quelli che chiedono l’accanimento terapeutico. Ora bisogna capire cosa vuole fare ha risposto picche al patto legislativo proposto da Fini a Mirabello, ora aspettiamo".

Altri due transfughi Pdl Due nuovi deputati nel gruppo di Futuro e Libertà, adesioni alle quali "tra breve ne seguiranno altre". Il capogruppo di Fli alla Camera Bocchino ha annunciato "l’ingresso nel gruppo Fli alla Camera di due colleghi che provengono dal Pdl: Daniele Toto e Roberto Rosso", dicendosi "particolarmente onorato di queste due nuove adesioni" e annunciando che "ne seguiranno altre tra breve". Bocchino ha sottolineato che quelle di Toto e Rosso sono due adesioni che onorano Fli "non tanto per ragioni numeriche quanto per ragioni qualitative per la loro forza e rappresentatività in Abruzzo e Piemonte, sono quindi figure importanti per lo sviluppo del movimento sul territorio e la scelta di favorire il loro ingresso in Fli nasce anche dalla necessità di dar vita ad una classe dirigente".

Vertice del partito Riunito a Palazzo Grazioli, residenza-ufficio del premier Silvio Berlusconi a Roma, il vertice del Pdl. Sul tavolo dell’incontro, la riunione della direzione nazionale del partito in programma domani ma anche la situazione nella maggioranza e le prospettive del governo. Al vertice, oltre al presidente del Consiglio sono presenti i ministri Matteoli, Gelmini, Frattini, Fitto, Brunetta, Brambilla, La Russa, il sottosegretario Paolo Bonaiuti, il coordinatore Verdini, i capigruppo Cicchitto e Gasparri e il vicecapogruppo Quagliariello.

La linea All’interno del Pdl c’è "massima coesione", l’esecutivo "va avanti proponendo le questioni governo che ci sembra la cosa più importante". Lo ha detto Verdini al termine del vertice che si è tenuto a palazzo Grazioli. Domani la direzione del Pdl discuterà sull’ordine del giorno e cioè "il rilancio dell’azione di governo", sarà presentato un "calendario" delle riforme, a quel punto Fli deciderà cosa fare.

"Bisogna distinguere - ha aggiunto il coordinatore - il Pdl dal governo, perché il Pdl è una cosa e il governo si regge su una maggioranza. Quindi confronteremo il nostro progetto con gli altri". Insomma, ha sottolineato Verdini "Fli deciderà sulla scorta di quello che decideremo noi".

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