Bmw Italia per il San Raffaele: alla ricerca 2 milioni in 11 anni

Bmw Italia per il San Raffaele: alla ricerca 2 milioni in 11 anni

Partendo dalla condivisione della medesima filosofia a favore dell'innovazione e della ricerca, oltre alla costante tensione verso i miglioramenti e la perfezione che contraddistingue queste due istituzioni, si è sviluppata un'importante partnership che volge, ancora oggi, uno sguardo interessante al futuro. È proprio in quest'ottica e su queste basi che il connubio tra Bmw Group Italia e l'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano è nato nel 2001.
In questi undici anni, Bmw ha sostenuto le ricerche del San Raffaele sulle cellule staminali adulte del cervello, con contributi complessivi per quasi 2 milioni e manifestando, anche per il futuro, l'interesse a finanziare la ricerca. «Bmw Group Italia - spiega il presidente Franz Jung - conferma, pur in un momento economico e di mercato molto difficile, il suo Programma di responsabilità sociale d'impresa a testimonianza dell'importanza fondamentale che queste iniziative rivestono nella cultura dell'azienda». Grazie al determinante contributo di Bmw Group Italia all'Irccs Ospedale San Raffaele, infatti, sono stati raggiunti eccezionali risultati nell'ambito della medicina rigenerativa per la cura delle malattie neurodegenerative e della traumatologia midollare.
Bmw Group, che si contraddistingue nel panorama automobilistico come una delle aziende più innovative e stimolata da obiettivi ambiziosi, consolida così il suo rapporto con l'Ospedale San Raffaele rilanciando la sua sfida anche per il 2013. La ricerca scientifica sta investendo in tutto il mondo un'infinità di energie per la ricerca sulle cellule staminali che, nonostante le diverse correnti di pensiero, spalanca nuove frontiere e offre speranze per la soluzione di alcune gravi malattie, per esempio: sclerosi multipla, traumi midollari e spinali, ictus cerebrale.
Seppur in casi tuttora estremamente limitati (trapianti di midollo osseo e di pelle), negli ultimi anni sono iniziati anche i primi trapianti sugli esseri umani che hanno già dato risultati incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza di tale nuovo approccio terapeutico. Il passaggio dalla medicina riparativa alla medicina rigenerativa, considerata la strada del futuro, è quindi già entrato nella sua fase operativa, e grande fiducia viene riposta nella possibilità non solo di rigenerare i tessuti danneggiati ma, anche e possibilmente, di sostituirli integralmente con tessuti identici in tutto e per tutto a quelli originali, costruiti interamente in laboratorio. L'Unità di Neuroimmunologia, all'interno della quale, dal 2008 opera la Bmw Research Unit-Osr, guidata da Gianvito Martino, direttore della Divisione di Neuroscienze e dell'Unità di Neuroimmunologia - dell'Istituto di Neurologia Sperimentale (INSpe) - dell'Irccs Ospedale San Raffaele, si occupa, da anni, di sviluppare nuovi approcci terapeutici, appunto di tipo rigenerativo, per alcune delle più gravi malattie degenerative che colpiscono il cervello e il midollo spinale, soprattutto dei giovani adulti, con l'obiettivo di restituire forma e funzione originaria al tessuto nervoso danneggiato utilizzando nuove terapie rigeneranti basate sull'utilizzo di cellule staminali del cervello e biomateriali.
«Gli studi pre-clinici fin qui compiuti dalla Bmw Research Unit Osr - osserva Martino - hanno dimostrato che le cellule staminali del cervello, se trapiantate opportunamente, sono in grado di raggiungere selettivamente la lesione infiammatoria del midollo spinale che consegue ai traumi midollari e di riparare efficacemente l'area danneggiata attraverso il rilascio di fattori solubili anti-infiammatori e neuroprotettivi». «Ringrazio Bmw Italia per la fiducia e per il supporto concreto alla nostra ricerca, in un ambito come quello della medicina rigenerativa al quale tutti guardiamo con grandi speranze - aggiunge Nicola Bedin, ad dell'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano -.

Il nostro ringraziamento si unisce al nostro impegno fermo per perseguire nuovi e importanti traguardi».

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