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Bonds, il mito inseguito a giri di mazza

L’America tifa per l’asso dei Giants, indagato per doping ma giunto a quattro fuoricampo dal record storico di Aaron

Un personaggio discusso. Che continua a far parlare di sé per le centinaia di fuoricampo battuti con indiscussa potenza e contro ogni lanciatore. Che sta dividendo l'America, quella che ha fatto del baseball il suo passatempo nazionale da oltre un secolo, per una presunta assunzione di sostanze dopanti. Ma che tutti però sono pronti a celebrare unanimemente, forse tra una manciata di giorni, come il giocatore che ha fatto crollare uno di quei record apparentemente imbattibili. Il suo nome è Bonds, Barry Bonds. Potrebbe essere proprio il fuoriclasse dei San Francisco Giants, 43 anni il 24 luglio prossimo, 15 milioni e mezzo di dollari di stipendio quest'anno, 7 volte miglior giocatore della Major League, 8 «Gold Glove» conquistati nel ruolo di esterno, 14 apparizioni nell’All-Star Game, a diventare il più forte battitore di tutti i tempi, il nuovo «re dei fuoricampo». Dal 1976, quando Hank Aaron mise a segno a Milwaukee, la sera del 20 luglio, il suo 755esimo homerun, nessuno mai era riuscito ad intaccare quell'incredibile primato assoluto. Tutti eccetto Barry Bonds che, dopo aver superato i 714 fuoricampo di Babe Ruth nel maggio dello scorso anno, ha iniziato una lenta scalata verso i 755 di Aaron che ebbe però bisogno di 3.298 partite. Bonds, che ha 22 campionati alle spalle (7 a Pittsburgh, gli altri sempre con i Giants), di gare ne ha disputate finora 2.940 ma il suo proverbiale swing con la mazza lo ha portato rapidamente a quota -4.
Gli straordinari numeri in battuta non tradiscono le sue origini. Parliamo di un talento naturale, figlio di Bobby Bonds (14 stagioni nelle leghe maggiori, scomparso nel 2003) e cugino di Reggie Jackson, altro grande asso del baseball americano tra gli anni '60 e '80. È stato suo padre Bobby ad ispirarlo ai fuoricampo (in carriera ne aveva collezionati 332), istruendolo sin da piccolo su come sventolare la mazza. Barry seguiva passo passo il genitore e si infilava regolarmente nello spogliatoio dei Giants, dove c'era anche l'armadietto del suo padrino di battesimo Willie Mays, un altro «hall of famer». Oggi, dopo aver battuto un fuoricampo, Barry si punta sul piatto di casa base, soffia un bacio nelle sue mani e lo invia verso il cielo, indicando con un dito che è rivolto direttamente a papà Bobby.
Si dice che, un giorno, la poca voglia di studiare scatenò le ire dell'insegnante di biologia della Junipero High School di San Mateo: per motivarlo sentenziò che sarebbe stato meglio cambiare marcia perché il baseball non lo avrebbe portato da nessuna parte. Una leggenda senza riscontro, nella realtà dei fatti.
Bonds, nel 2001, ha polverizzato anche un altro storico record in battuta: 73 fuoricampo, 73 autentiche bordate, mai viste tutte in una sola stagione. Nonostante ciò, ha avuto sempre rapporti tesi con i tifosi e con la stampa e la situazione è peggiorata dopo lo «scandalo Balco» che ha coinvolto Barry Bonds, il suo trainer, altre stelle del baseball e dello sport statunitense. Ancora sotto inchiesta, pare per aver preso steroidi ed ormoni della crescita dal laboratorio californiano, Bonds è spesso fischiato. Ma sono tanti gli americani che lo sostengono e non solo il popolo di San Francisco. Prima dell’All-Star Game svoltosi proprio nella Bay Area, il californiano (che non ha mai vinto una World Series) ha raccolto una pioggia di preferenze, oltre 120.000 voti che lo hanno eletto tra i migliori del campionato. Un vero plebiscito per incoraggiare il campione, ferito dalle accuse di falsa testimonianza davanti al gran giurì federale. C'è anche chi, qualche giorno fa, allo stadio dei Giants, è sceso dalle tribune, ha attraversato il diamante fino all'esterno sinistro per stringergli la mano.

Un'occasione unica per conoscere da vicino l'uomo che centrerà la pallina giusta, per farla volare oltre il limite, eclissando il record assoluto dei fuoricampo.

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