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Big del petrolio centrali per il green e i dividendi resteranno generosi

Le prospettive dell'oro nero. Il settore paga in media il 6-7%. Adesso la sfida dei paletti Esg

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Il fondo Alterra potrebbe aprire la strada ad altre iniziative di questo tipo a livello globale. Gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi di Parigi sulle emissioni sono tuttavia ingenti e non facili da sopportare da soli per Stati in media parecchio indebitati.
Gli osservatori continuano quindi a guardare con grande interesse alle multinazionali del petrolio, tra le poche ad avere i mezzi finanziari necessari per sostenere i costi della ricerca. A partire dalla nuova frontiera della fusione nucleare, accendo sulla Terra tanti piccoli «soli» capaci di sprigionare energia pulita e, in linea teorica, inesauribile.
Per esempio le compagnie europee Shell, TotalEnergies, Bp, Equinor, Eni e Repsol nel 2022 hanno registrato in media un aumento dei profitti del 75% a fronte di investimenti cresciuti del 37 percento. E, secondo gli analisti, dovrebbero continuare a macinare utili molto tondi sia quest’anno sia nel prossimo lustro, a meno di improvvisi crolli nel prezzo del barile a causa di un rischio recessione globale che resta alla porta.
Si tratta inoltre di società che ad oggi passano di mano in Borsa a valutazioni molto basse, sia rispetto alla loro media storica sia a quella di mercato. Basti pensare che le sei big del settore petrolifero europeo evidenziano un rapporto prezzo – utili pari a 5 contro la media di 13 dell’indice Stoxx 600 del vecchio continente. Va ricordato, per contro, che si tratta di azioni spesso escluse dagli indici Esg, l’acronimo inglese che racchiude i paradigmi ambente, sostenibilità e governance. Indici che sono replicati dagli Etf, sui quali il mercato concentra i propri investimenti. Un altro elemento di cautela è poi suggerito dall’attenzione che gli investitori fai-da-te, soprattutto giovani, riservano all’ambiente. Tutto questo potrebbe quindi ridurre in prospettiva l’appeal del settore. Non si può dimenticare però che proprio le multinazionali dell’energia stanno da tempo cambiando pelle e moltiplicando gli sforzi per la sostenibilità.
Nel frattempo il comparto offre dividendi in media generosi e superiori allo stesso Btp decennale.

Il rendimento medio dei dividendi si attesta infatti al 6-7%, quasi il doppio della media azionaria europea.

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