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Essere o non essere, questa è la criptovaluta

Solo fino a qualche stagione fa parlare di criptovalute nei salotti finanziari era un vero e proprio tabù, ma adesso la musica è cambiata: ecco cosa sta succedendo

Essere o non essere, questa è la criptovaluta

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Tabù. Solo fino a qualche stagione fa parlare di criptovalute nei salotti finanziari era un vero e proprio…tabù! Come parlare di sesso in famiglia. Ovunque si tendeva, più o meno sottovoce, a demonizzare “la moneta che non si tocca”, nonostante i cellulari di tutti fossero pieni di APP con le icone delle più importanti piattaforme di scambio del bitcoin. Parlare senza parlarne, ma, soprattutto, mai al lavoro. Come dei massoni, si cercavano luoghi particolari: dal circolo dei pensionati, dove si organizzavano riunioni clandestine, ai saloni di bellezza, dai salotti di casa alla sala biliardi. Il tema alla fine era sempre quello: strategie e sogni. Anche se vincevano questi ultimi. Sogni che diventano realtà, come la macchina nuova del vicino trasformato da geometra in trader. O la casalinga che saluta tutti su Facebook da Dubai. Comunque il fenomeno ha consegnato megafoni in mano a chi guadagnava, ma anche imbarazzanti silenzi per chi rimaneva col tulipano olandese in mano, sfiorito insieme al primo grafico. Comunque l’educazione finanziaria, un fallimento in Italia, qui ha funzionato alla perfezione: migliaia di youtuber, influencer, tiktoker, si sono improvvisati docenti di economia e strategia dei mercati finanziari con master virtuali, che spiegano in maniera esemplare come muoversi in questo mare magnum.

Corsi per tutti i livelli e gusti! Si narra che Galileo Galilei rinunciò alla lingua nobile del latino per tornare al volgo popolare, unica maniera per diffondere il suo sapere. Ecco, i Social potrebbero essere presi ad esempio dalle istituzioni che da anni combattono, senza successo, contro l’analfabetismo finanziario. Oggi le criptovalute sono diventate maggiorenni, sdoganate anche dalle Banche centrali che con surrogati, etf e altre diavolerie della fanta-finanza, cercano di normare qualcosa che di fatto è già normato dal più libero e piratesco (dopo capiamo se lo è ancora) mercato stesso. Piacerebbe ad Adam Smith, padre dell’auto regolamentazione dei mercati? Pensiamo proprio di sì. È anche vero che lo scandalo FTX (crac, arresti, relazioni pericolose) e la multa miliardaria a Binance (quasi quanto una manovra finanziaria italiana) hanno cercato di derubricare alla voce “ecco te l’avevo detto” tutto il mondo delle criptovalute. Ma dal pensionato di Voghera al professionista più ricercato d’Italia, nessuno scoraggiamento, anzi rilanci su rilanci e la fiammata al rialzo della valuta principe in questi ultimi mesi lo conferma. Sono passati quasi 14 anni dalla prima transazione commerciale con le criptovalute: allora vennero utilizzati per acquistare due pizze.

Se quel personaggio che le usò fosse stato in dieta, meno goloso e si fosse tenuto le crypto in portafoglio, oggi quei 10.000 bitcoin (trai 40 e 50 dollari nel 2010) sarebbero diventati circa 400 milioni decidete voi se euro o dollari, oggi cambia veramente poco…

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