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Mercati azionari e obbligazionari molto forti. Investire in azioni e allungare la duration dei bond?

Mercati azionari e obbligazionari molto forti. Investire in azioni e allungare la duration dei bond?

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Mercati azionari e obbligazionari molto forti. Investire in azioni e allungare la duration dei bond?

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Settimana ancora positiva per la Borsa Italiana il cui indice dei titoli maggiori, ormai stabilmente sopra 28.000 punti, raggiunge livelli che non si vedevano da oltre tre anni: il FTSE MIB ha fatto segnare una variazione positiva del 3,2% sulla scia dei forti dati macroeconomici americani di giugno (fra tutti l’inflazione, scesa al 3% dal 4% di maggio) che hanno fatto da traino un po’ per tutte le borse del mondo. L’indice dei titoli del mercato STAR è cresciuto dell’1,2%, mentre il FTSE ITALIA GROWTH che rappresenta le micro caps, evidenzia una contenuta variazione dello 0,5%. E’ ormai 4 mesi circa che i titoli a larga capitalizzazione sovraperformano quelli minori.

A livelli di titoli segnaliamo l’ottima performance settimanale di Banca Monte Paschi (+12,1%) sulla scia di mai sopite notizie relative al rinnovato movimento dell’intero settore bancario Italiano. Seconda posizione per STM dopo un report di Jefferies che ha alzato il target price a 46 euro per azione. Moncler su del 7,5% sulla scia di alcune ipotesi che vedrebbe affinità tra l’azienda e il marchio di sneakers Golden Goose.

Nessuna variazione negativa nella settimana e questo la dice lunga sulla forza attuale del nostro mercato. Da precisare ovviamente che la volatilità del mercato potrebbe cambiare in modo repentino.

Tassi ancora in aumento sia negli Usa che in Europa: le banche centrali decideranno il 26 e 27 luglio prossimi. Dopo, forse ancora un aumento, poi Fed e Bce dovrebbero fermarsi per dare tempo ai passati incrementi di avere gli effetti sperati. Ci domandiamo se nel frattempo vale la pena allungare l’orizzonte temporale della scadenza dei bond in portafoglio, visto che di solito dopo una fase di aumenti seguono le flessioni, oppure è ancora troppo presto? Diamo subito la risposta e poi l’argomentiamo: è ancora troppo presto.

È presto perché sia Powell che la Lagarde hanno detto chiaramente che una volta terminati gli aumenti, i tassi rimarranno elevati a lungo (che tradotto significa probabilmente per gran parte del 2024). Nel momento in cui sia la curva Usa che quella della Germania (in assenza di titoli Europei) sono ancora invertite e quindi i tassi a breve termine sono più elevati di quelli a lungo termine e segnalano come probabile una recessione, l’allungamento della vita media del portafoglio non consentirebbe infatti di adeguare il rendimento al rischio supportato. Per quanto riguarda il tasso fisso, riteniamo che sia preferibile posizionarsi nelle scadenze comprese tra 6 mesi e 1 anno sia negli Usa che in Europa. Per quanto riguarda invece i bond a tasso variabile (ad esempio i Cct), riteniamo che la scadenza possa anche essere maggiore, visto che i Cct beneficiano dell’indicizzazione (di solito rendimento dei Bot semestrali maggiorato di uno spread).

Sarà possibile cominciare ad allungare la scadenza nel tasso fisso quando le indicazioni prospettiche delle banche centrali saranno un po’ più chiare. Magari rinunciando a qualche decimale di rendimento, ma con un rischio decisamente minore.

Ma è presto anche perché se ancora gli aumenti non sono terminati, significa che i tassi ufficiali e di riflesso quelli di mercato, non hanno ancora raggiunto il picco nonostante le dichiarazioni dei due presidenti. Le due economie hanno tuttavia andamenti profondamente diversi: l’Europa è in recessione, gli Usa continuano invece a macinare Pil. Quindi, se da una parte è capibile perché Powell ritardi la flessione dei tassi mantenendoli elevati a lungo (l’economia sta sopportando la stretta, quindi meglio finire per bene il lavoro), è meno spiegabile perché lo faccia anche l’Europa, alla luce soprattutto della flessione del PIL già in atto.

Non ci sentiamo pertanto di escludere a priori che la Bce non possa rivedere la propria politica monetaria.

Visto che i mercati continuano ad essere guidati dalle banche centrali, diventa importante e strategico seguirne l’evoluzione delle scelte, pronti a modificare in modo opportunistico la scadenza media dei bond a tasso fisso in portafoglio. Ma come dicevamo, il tutto potrebbe anche essere prematuro.

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