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Bp, Obama chiede aiuto a 12 Paesi

Anche l’uragano Alex minaccia il Golfo del Messico e costringe gli Usa a sospendere le operazioni di recupero del greggio e a chiedere aiuto all'estero

Bp, Obama chiede aiuto a 12 Paesi

WashingtonMentre l’uragano Alex batte inesorabile la parte ovest del golfo del Messico, l’amministrazione Obama ha deciso di accettare l’offerta di aiuto di 12 paesi, tra cui potrebbe esserci anche l’Italia, che nei giorni scorsi ha messo a disposizione alcune navi appartenenti a compagnie private e del personale tecnico.
Nelle scorse settimane 27 Paesi hanno offerto aiuto per limitare la catastrofe ecologica scatenata il 20 aprile dall’esplosione della piattaforma Deep Water Horizon che ha causato la morte di 11 persone. Non è la prima volta che gli Stati uniti accettano aiuti dall’estero. La collaborazione di Paesi tecnologicamente avanzati come l’Italia era già stata accettata in occasione dell’uragano Katrina. «L’ annuncio che accetteremo aiuto da 12 paesi – ha spiegato il portavoce del dipartimento di stato P.J. Crowley - non significa che la collaborazione inizierà soltanto fra qualche giorno. In zona abbiamo da tempo 24 navi di Paesi amici e nove Paesi ci hanno già mandato materiale necessario per contenere la marea». Crowley ha rivelato che fin dall’11 maggio nel Golfo del Messico si sta usando materiale mandato da Messico, Brasile e Norvegia.
Il dipartimento di stato ha anche annunciato d’aver accettato l’assistenza tecnica di due organizzazioni gestite dall’Unione europea, l’International Maritime Organization e il Monitoring Information Center. Nei prossimi giorni navi provenienti da Canada, Norvegia, Olanda e Giappone scaricheranno in zona boe di contenimento del greggio. Fra il materiale atteso ci sono 2 skimmers alta velocità offerti da Tokio. La Croazia collaborerà mandando tecnici. Gli Stati Uniti hanno declinato l’offerta della Francia perché il materiale proposto, secondo i protocolli in vigore in America, non può essere usato.
L’arrivo di materiale altamente tecnologico potrebbe però essere ritardato alla furia dell’uragano Alex. La Guardia Costiera mercoledì ha infatti costretto tutto il personale che lavora al contenimento della marea nera a sospendere le operazioni. Secondo i metereologi Alex non colpirà direttamente la zona della fuoriuscita del petrolio ma quella al di là del confine col Messico, a sud dell’area industriale di Bronswille/Matamoros.
Il fatto che Alex transiti relativamente lontano dalla Louisiana non significa che non avrà effetti diretti sulle operazioni di contenimento perché si prevede che nell’intero golfo il mare sarà molto mosso per almeno tre giorni.
L’ effetto Alex ritarderà l’arrivo in zona della terza nave container della Bp la Helix Producer fino ad almeno il 6 o 7 luglio. Con l’arrivo della terza nave a dare man forte alla Discover Entreprise e alla Q4000 il greggio raccolto dovrebbe aumentare dagli attuali 20 mila barili al giorno a 25 mila.
Erano anni, esattamente dal 1995, che non si formava un uragano così presto nella stagione. Secondo i piani della protezione civile per l’evacuazione della popolazione locale previsti per l’intera stagione degli uragani (che finirà il 30 novembre) tutto il personale della Bp in zona dovrà sospendere i lavori 16 ore prima dell’ordine di evacuazione dei civili. Gli addetti al contenimento della marea nera dovranno tornare al loro posto di lavoro entro 72 ore dal passaggio dell’uragano.


«Non possiamo – ha spiegato il direttore dell’ ufficio evacuazioni Mark Cooper – avere la Bp che blocca le strade alle centinaia di autobus che faranno la spola per portare la popolazione in salvo».

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