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In Brasile cresce la fronda anti Lula: "Se l'Italia fa ricorso vince di sicuro"

Su giornali di Brasilia esplode la protesta per la decisione di non concedere l'estradizione per l'ex terrorista dei Pac. Franciso Rezek, ex ministro degli esteri di Brasilia ed ex giudice dell'Aja, sul possibile ricorso dell'Italia: "La condanna del Brasile per non aver rispettato il trattato di estradizione è sicura"

In Brasile cresce la fronda anti Lula:  
"Se l'Italia fa ricorso vince di sicuro"

Brasilia - Cresce anche in Brasile la fronda contro la decisione dell'ex presidente Lula di non concedere l'estradizione per l'ex terrorista dei Pac Cesare Battisti. "È certo" che il Tribunale internazionale dell’Aja darebbe ragione all’Italia, perchè non è stata rispettata la legge sull'estradizione. Lo ha affermato, secondo quanto riportato oggi dalla Folha, Francisco Rezek, ex ministro degli esteri del governo Collor de Mello ed ex giudice del tribunale dal 1997 al 2006. "La condanna del Brasile per non aver rispettato il trattato di estradizione è sicura - ha detto Rezek - ma si spera ancora che il Tribunale Supremo ripari l’errore commesso da Lula".

"Il Brasile si deve adeguare alla decisione internazionale" Il giornale brasiliano ha sentito anche la docente di diritto internazionale dell’Università di San Paolo, Maristela Basso, secondo cui "è impensabile che il governo brasiliano non si adegui alla decisione internazionale tanto più che il Brasile intende assumere una posizione di leader mondiale e punta a un seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu".

Secondo la docente inoltre la situazione alla Corte dell’Aja sarebbe "così favorevole" all’Italia che basterebbe la richiesta di un parere piuttosto che l’avvio di una causa che potrebbe durare anche fino a cinque anni.

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