Buenaventura García de Paredes & C.

Si tratta di trentotto religiosi domenicani e quattro marianisti uccisi nel 1936 dagli anarco-comunisti all'inizio della guerra di Spagna. Poiché non abbiamo qui lo spazio neanche per elencarne i nomi, ci limiteremo a dare qualche cenno sul capogruppo, il p. Buenaventura García de Paredes. Era, questi, la vittima più illustre tra i domenicani martiri della guerra civile, perché era stato maestro generale del suo Ordine. Era nato nel 1866 nelle Asturie e, pur di delicata salute, era entrato nei domenicani di Ocaña nel 1883. Nel 1891 conseguì il diploma in diritto civile a Salamanca e fu ordinato sacerdote in Avila. Frequentò le università di Valencia e Madrid, laureandosi in filosofia e in giurisprudenza. Nel 1899 fu nelle Filippine, dove insegnò diritto civile all'università di Manila. Nel 1901 tornò in Spagna, dove nel 1903 difese in tribunale l'arcivescovo di Valencia, suo confratello, da un'accusa lanciata dalla locale massoneria. Nello stesso anno fondò un collegio a Segovia. Nel 1910 fu eletto provinciale a Manila e in tale veste dovette visitare le missioni tonchinesi, cinesi e giapponesi. Nel 1917 passò a Madrid come priore del convento del Rosario. Nel 1926, eletto maestro generale dell'Ordine, dovette trasferirsi a Roma. Qui, due anni dopo, acquistò dal governo italiano l'attuale Angelicum.

Nel 1929, per motivi di salute, si dimise e si ritirò nel convento spagnolo di Ocaña, di cui era stato priore. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile, gli fu consigliato di andarsene: troppo noto. Si portò a Madrid ma fu scoperto e fucilato a Fuencarral.

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