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"In Cabinda le armi continueranno a parlare" Il giocatori del Togo: "Torniamo a casa"

I separatisti dell'enclave angolana di Cabinda, autori dell'attacco alla nazionale di calcio del Togo, hanno detto che "le armi continueranno a parlare". Il presidente del Fossoun: "Via i calciatori dalla Coppa d'Africa". E la squadra rientra in patria

"In Cabinda le armi continueranno a parlare" 
Il giocatori del Togo: "Torniamo a casa"

Cabinda (Angola) - La ragione di stato alla fine ha prevalso sullo sport. Dopo un braccio di ferro con il governo di Lomé, i calciatori della nazionale del Togo, che avevano annunciato ieri sera di voler partecipare alla Coppa d'Africa in Angola in memoria dei tre componenti della loro delegazione uccisi nell'assalto armato di venerdì scorso contro il loro pullman, si sono arresi: non giocheranno il più importante torneo calcistico per nazioni del continente. I giocatori hanno dovuto cedere al diktat del primo ministro di Lomé, Gilbert Fossoun Houngbo, il quale ha annunciato che la nazionale di calcio tornerà a casa. Houngbo ha anche inviato in giornata un aereo in Angola. Squadra e accompagnatori sono pronti a partire ma secondo il Ct Hubert Velud la partenza è stata rimandata in quanto sarebbe in corso un tentativo in extremis da parte delle autorità angolane e della Confederazione africana di calcio (Caf) per convincere il governo togolese a non far partire la nazionale e a disputare regolarmente il torneo. Il governo togolese è stato però perentorio dopo l'assalto al pullman. "La squadra deve tornare: la decisione del governo é inalterata rispetto alla decisione di venerdì", ha detto il premier, aggiungendo di "comprendere i calciatori che volevano giocare in memoria dei loro colleghi morti e feriti ma - ha aggiunto - sarebbe irresponsabile da parte nostra lasciarli proseguire". Il capitano della nazionale Emmanuel Adebayor, stella del Manchester City allenato da Roberto Mancini, ha parlato a nome dei compagni: "Avevamo fatto una riunione tra noi calciatori ieri e avevamo deciso che giocando avremmo fatto qualcosa di buono per il nostro Paese, in segno di rispetto per coloro che sono morti. Ma, sfortunatamente, il capo di stato e le autorità del nostro Paese hanno preso una decisione diversa, quindi facciamo le valigie e torniamo a casa". Superato lo shock dell'attacco, i calciatori del Togo avevano deciso di partecipare alla Coppa d'Africa, un torneo seguito dagli osservatori dai più importanti club calcistici europei e quindi importante vetrina per il destino di molti calciatori. Uno dei giocatori del Togo, Alaixys Romao, ha provato a giustificare la decisione di voler giocare il torneo in una intervista al quotidiano sportivo francese 'L'Equipé. "La decisione di giocare è stata presa all'unanimità. Tre persone sono morte e altre sono rimaste ferite: non possiamo dimenticarle ed abbandonare tutto come codardi", ha detto il centrocampista in forza al Grenoble. Il Ct del Togo, Hubert Velud, che si era schierato con i giocatori dicendosi pronto a scendere in campo, ha detto che la squadra farà rientro in Togo come deciso dal governo. I separatisti dell'enclave angolana di Cabinda, autori dell'attacco alla nazionale di calcio del Togo, hanno intanto dichiarato che le armi continueranno a parlare a Cabinda.

E il presidente del Ghana, John Atta-Mills, ha chiesto che venga rafforzata la sicurezza per tutte le altre squadre che da oggi si contenderanno la Coppa d'Africa.

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