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Cairo, ancora vittime Chiuso con il cemento l'accesso a piazza Tahrir

I manifestanti tornano a scontrarsi con le forze di sicurezza. Duro il Governo: "Attacco all'Egitto". Almeno 14 i morti tra ieri e oggi. L'esercito costruisce un muro di cemento per evitare assembramenti

Cairo, ancora vittime Chiuso con il cemento l'accesso a piazza Tahrir

In Piazza Tahrir al Cairo tornano di nuovo a farsi sentire i manifestanti e il bilancio della giornata non è leggero. Gli scontri che si sono susseguiti durante la giornata di ieri nella piazza, vicina all'area dei palazzi governativi, ha causato, secondo fonti ufficiali del ministero della Sanità, otto morti e trecento feriti.

Una stima molto più generosa di quella stilata dai manifestanti, che parlano di un bilancio provvisorio che si aggirerebbe invece intorno alle dieci vittime e di un numero di feriti che si ferma intorno alle 500 persone. A dare credibilità a questo secondo dato i medici degli ospedali cittadini e dei punti di soccorso allestiti in prossimità della piazza.

Dieci morti. Dieci vittime per una giornata che si ricorda come una delle più sanguinose da novembre, quando nel giro di pochi giorni a piazza Tahrir persero la vita 40 persone. Questa mattina i soldati sono intervenuti per sgombrare il campo e far cessare il sit-in di protesta che si stava tenendo davanti alla sede del governo. Diversi manifestanti sono stati arrestati.

Le autorità ufficiali non hanno però perso tempo, smarcandosi dalle denunce dei manifestanti e sostenendo che gli agenti hanno agito mostrando un notevole autocontrollo, senza utilizzare nessuna arma da fuoco, prendendo di fatto le distanze dalla morte delle almeno otto vittime degli scontri, centrate da colpi di arma da fuoco. Le proteste sarebbero iniziate, dichiarano i militari al potere, quando da parte dei manifestanti ci sarebbe stato il tentativo di attaccare un ufficiale militare in servizio.

Ma i testimoni presenti in piazza Tahrir non ci stanno e parlano di militari che avrebbero aperto il fuoco sui manifestanti e di violenze scoppiate solo dopo l'attacco all'accampamento di manifestanti allestito tre settimane fa da parte delle forze di sicurezze. E con gli scontri di piazza che non accennano a fermarsi, il Governo si fa sentire attraverso la voce del suo Primo ministro, Kamal el Ganzouri e denuncia: "Non si tratta di una rivoluzione, ma di un attacco".

Intanto i soldati egiziani hanno iniziato a costruire un muro di cemento per chiudere via Qasr El-Ainy, una delle principali strade del Cairo che porta a piazza Tahrir. È il secondo muro costruito dopo gli scontri nella zona: un altro si trova all'incrocio con via Mohamed Mahmoud, dove lo scorso mese una quarantina di persone sono morte negli scontri con le forze di sicurezza.

Per oggi sono attesi i funerali delle vittime degli scontri, e se si temeva che l'occasione potesse portare a nuovi scontri tra forze di sicurezza e manifestanti, il sospetto è stato confermato da nuovi scontri di piazza. Le notizie che arrivano dalle agenzie parlano di enormi colonne di fumo e fuoco che si intravedono alzarsi sopra Tahrir. A bruciare sarebbero le tende dei manifestanti, quelle dove per settimane si sono tenuti i sit-in. E anche se le fonti ufficiali parlano di un tentativo dei protestanti di provocare un incendio, sembra ormai certo che a dare fuoco alle tende siano stati gli stessi militari egiziani.

L'area di piazza Tahrir sarebbe sotto il controllo dell'esercito, che ha barricato l'area del palazzo del Consiglio dei ministri, circondandolo di filo spinato, per prevenire ogni possibile tentativo da parte dei dimostranti.

Si rincorrono su internet anche le voci di sequestri di macchine fotografiche e telecamere ai reporter della stampa, per evitare che filmino le cariche dei militari. Fonti mediche raccontano di altre sei vittime soltanto questa mattina mentre ricominciano gli arresti.

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