Marco Zucchetti
In principio erano la Lazio di Suor Paola e lAtalanta di padre Alvaro. Lidillio tra Fede e fede calcistica - con la benedizione del tubo catodico - cominciava così: erano i tempi di Fabio Fazio a «Quelli che il calcio» e i telespettatori imparavano che anche sotto la tonaca può battere un cuore ultrà.
Oggi, a dimostrare che anche nella Chiesa il calcio è preso sul serio, non ci sono solo i santi di uno spot pubblicitario che esultano sventolando le bandiere vaticane. A parlare di pallone, e in particolare del derby di Roma, sono scesi in campo due cardinali: José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, tifoso laziale, e Fiorenzo Angelini, prefetto emerito del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, tifoso romanista.
I due porporati sono intervenuti in diretta ieri mattina nel programma della Radio Vaticana «Non solo sport». Se Saraiva Martins si è detto soddisfatto perché «la Lazio ha giocato meglio, vincendo meritatamente», deluso è invece rimasto Angelini, per cui «la Roma pecca spesso di ingenuità». Commenti puntuali, stile sobrio e - ovviamente - grande spazio ai valori di cui il calcio sa farsi portatore. «Si è notata correttezza dentro e fuori dal campo - ha sottolineato Saraiva Martins -. Bisogna evitare tutto ciò che odori di disonestà sportiva». Concorda il cardinale Angelini: «Per questo siamo tutti contenti. Mi auguro che i tifosi e la Curva Sud diano ancora esempio di quel senso morale e civico dimostrato domenica allOlimpico».
Saraiva Martins e Angelini seguono così lesempio del cardinale Tarcisio Bertone, ex arcivescovo di Genova e attuale Segretario di Stato Pontificio. Tifosissimo della Juventus, Bertone aveva commentato su una televisione ligure un match tra i bianconeri e la Sampdoria. Perché il tifo - si sa - è questione di Fede.
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