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Champions, tutti gli spauracchi delle italiane

Dal girone di ferro del Milan alle insidie che attendono Napoli, Inter e Lazio: ecco le trappole da evitare

Ansa
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Urna terribilmente infida per il Milan, più morbida con il Napoli, senz'altro tenera per Inter e Lazio. I sorteggi Champions portano in dote un orizzonte composito e parebbe improprio soffermarsi soltanto sulle evidenze dettate dai top club pronti a contendere un posto alle nostre. La coppa dalle orecchie prominenti è un giardino disseminato di trappole. Il livello è notevole sempre e ogni gara, dal Real al Braga, va addentata con la stessa ferale attitudine di chi intende passare il turno.

Di sicuro è andata male, con modalità lampanti, al Milan. In questo caso analizzare i potenziali pericoli per i rossoneri diventa un esercizio quasi irriverente: sono tutte avversarie acuminate. Ma se proprio dovessimo compiacerci con il non trascurabile giochino delle classifiche di inizio settembre, forse una gradualità di pericolo possiamo provare a tracciarla. E allora, in prima piazza, metteremmo il Newcastle dell'ex Tonali, non il PSG. Il motivo? Lasciate perdere le sconfitte di misura contro Man City e Liverpool. Si sono rinforzati in ogni reparto, tornano dopo anni in Champions, hanno il maggior numero di spettatori paganti in Premier. Insomma, entusiasmo, intensità e cifra tecnica deflagrante. In seconda piazza poniamo i francesi, alle prese con gli psicodrammi per Mbappè, orfani di Neymar e Verratti, sicuramente sempre parecchio ambiziosi, ma con la zampillante esigenza di conoscersi meglio. Terzo il Dortmund, che ha salutato un baby fenomeno come Bellingham, ma comunque tanti auguri quando si tratterà di giocare laggiù. Girone criminale.

Sull'altra sponda di Milano invece si è scucito un sorriso. Il girone affibbiato dall'urna ai ragazzi di Inzaghi è assolutamente domabile. Il pericolo pubblico si chiama Benfica, ovviamente, ma non serve risalire alla notte dei tempi per rammentare con quale autorevolezza i nerazzurri si imposero l'ultima volta. In porta hanno quel Trubin che Marotta ha a lungo cercato, mentre davanti è tornato El Fideo Di Maria, che starà qualche passo dietro all'ex viola Cabral. Mai facile contro di loro, comunque. Poi c'è il Salisburgo: da prendere in consegna la stella Konatè, affiancata in attacco da Roko Simic, figlio dell'ex difensore di entrambe le milanesi. In estate hanno venduto alcuni pezzi pregiati e il livello è sicuramente discutibile, ma come tutte le squadre della galassia Red Bull gli austriaci sono da prendere con le pinze. Infine la Real Sociedad. Il ritiro di David Silva gli ha tolto qualcosa in termini di qualità, ma alcuni profili come il capitano Oyarzabal e il mediano Zubimendi sanno come alzare l'asticella, in attesa che davanti torni in cattedra André Silva, infortunato. Gestibili, ma non tenerissimi.

Peggio, di sicuro, è andata al Napoli campione d'Italia. Qui il vero ostacolo è cristallino: il Real Madrid dell'ex Ancelotti. Vero, ha già patito qualche grave infortunio, ma la rosa delle merengues è talmente profonda e qualitativa che l'incontro si preannuncia titanico. Jude Bellingham pare in forma fotonica e in attacco Vinicius è sempre più leader: Osimhen e compagni se la giocheranno qui la testa del girone. Decisamente di un pianeta minore il Braga del talentino Abel Ruiz e del capitano - trascinatore Horta. I portoghesi non sembrano proprio possedere le risorse per insidiare gli uomini di Rudi Garcia. Più puntuto sembra l'Union Berlin che ha accolto i "nostri" Gosens e Bonucci. Mercato ricco, intensità, tifo rovente: non sarà una passeggiata sul golfo di Posillipo.

Infine la Lazio. Sarri dovrà giocarsela prima di tutto contro l'Atletico del Cholo Simeone: esperienza, qualità, numerose soluzioni. Strappare la testa del girone a Griezmann, Morata, De Paul e compagni sarebbe un'impresa ad oggi francamente complessa da pronosticare. Più facile provare a piegare le resistenze dei campioni d'Olanda del Feyenoord e del Celtic. I primi contano sul bomber Santiago Gimenez e su un collettivo che ha saputo imporsi in Olanda, strappando il titolo a PSV e Ajax. Gli scozzesi sono quelli che incutono minori preoccupazioni, anche se la loro intensità in casa, mista all'esperienza internazionale, può sempre rivelarsi un fattore. La vera stella? L'allenatore Brendan Rodgers, francamente sprecato per il contesto, al netto del prestigio del Celtic.

In campo, invece, occhi puntati su Kyogo Furuhashi, punta veloce e assolutamente prolifica.

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