Calcio

Francesco Farioli, l’allenatore-filosofo italiano che ha conquistato Nizza (e tutta la Francia)

Trentaquattro anni, di Barga (Lucca), inizia la carriera da allenatore nel 2010. Tanta gavetta, la collaborazione con De Zerbi e le prime esperienze in Turchia. Oggi è secondo in classifica in Ligue 1 e ha battuto Psg, Monaco e Marsiglia

Francesco Farioli, foto: @FabrizioRomano (X)
Francesco Farioli, foto: @FabrizioRomano (X)

L’Equipe lo ha definit il “De Zerbi di Francia”, Nizza ormai è “Farioliland” e la sua filosofia concreta in 9 partite di Ligue1 ha prodotto 5 vittorie e 4 pareggi. Per tutti il prossimo anno arriverà la chiamata dalla Serie A ma Francesco Farioli, 34 anni da Barga (Lucca) ma originario delle Valdinievole, preferisce mantenere un profilo basso. Gioca in porta da ragazzo, militando a livello dilettantistico nel Margine Coperta ma nel 2008 molla tutto e si laurea in filosofia all’Università degli Studi di Firenze con una tesi proprio sul calcio dal titolo "Filosofia del gioco: l'estetica del calcio e il ruolo del portiere", il cui testo viene pubblicato anche a Coverciano. Nel suo elaborato con specifico riferimento all’estetica, Farioli scrive pensieri come questo: "Il sogno è il calcio sottratto all'idiozia calcistica, alla volgarità degli italioti, alla corruzione e all'inquinamento che minacciano di soffocarlo: un calcio concepito in armonia con altre attività, modalità e sfere dell'esistenza, ricondotto nuovamente alla sua fonte originaria, al suo essere gioco carico di avventura e al piacere provato dai bambini".

Due anni più tardi inizia la carriera da allenatore, andando in Serie D alla Fortis Juventus, dove ricopre il ruolo di vice per cinque stagioni. Nel 2015 Jarkko Tuomisto, suo collega finlandese, gli consiglia di inviare un curriculum a Roberto Olabe, futuro direttore sportivo della Real Sociedad per entrare a far parte della Aspire Academy, un centro di sviluppo che si occupa di formare i giovani ragazzi del Qatar in vista del mondiale che si è disputato fra novembre e dicembre.

Farioli viene chiamato ma durante lo stesso periodo scrive di calcio su dei siti internet e una domenica pomeriggio, fra le tante partite che ha visto, decide di parlare del Foggia allenato da Roberto De Zerbi, come lui stesso racconta: "Dopo Foggia-Lucchese avrei dovuto scrivere un articolo per un blog di allenatori. Non ho scelto Manchester City o Bayern Monaco ma il Foggia di De Zerbi. Quando l'articolo è arrivato nelle sue mani penso che gli sia piaciuto. Il suo preparatore atletico Marco Marcattili si è messo in contatto per dirmi cosa ne pensava".

Da quell’articolo passano due anni, Farioli lavora in Qatar nella Aspire Academy mentre De Zerbi sta per avviare la propria avventura al Benevento e al momento della composizione del proprio staff, la scelta ricade proprio sull'autore di quell'articolo tanto apprezzato: "Era un venerdì mattina, ha chiamato e mi ha chiesto raggiungerlo al Benevento. Mi ha reso un giovane allenatore molto felice. Abbiamo trascorso tre stagioni fantastiche insieme al Benevento e poi al Sassuolo", racconta il tecnico toscano. Dal 2017 al 2020 dunque, tre anni con il suo maestro, quello che Pep Guardiola definisce come “il miglior emergente al mondo”. Farioli cresce e insieme a lui cresce anche la sua esperienza: nel 2020 arriva la chiamata de La Masia di Barcellona, la migliore cantera (settore giovanile) al mondo. Gli viene chiesto di tenere una lezione di calcio a tutti gli allenatori, dai primi calci alla squadra B del Barça. Subito dopo arriva la prima chiamata fuori dall’Italia, Farioli diventa il vice-allenatore di Çagdas Atan all'Alanyaspor, capace di rimanere in vetta alla classifica fino alla quattordicesima giornata.

A gennaio 2021 firma il primo contratto da allenatore con il Fatih Karagümrük, squadra di Istanbul neopromossa in Süper Lig e, quindi, all'età di trentun anni è l'allenatore italiano più giovane in un campionato europeo. Chiude la stagione all’ottavo posto e dopo un anno esatto, a gennaio 2022, rescinde consensualmente il contratto con il club. Il 31 gennaio dello stesso anno trova l'accordo per il ritorno all'Alanyaspor, questa volta da primo, chiudendo il campionato al quinto posto con il record di punti per il club. Rescinde di nuovo, sempre a gennaio, questa volta 2023. Chiude il bilancio in Turchia con 75 panchine, 31 vittorie, 20 pareggi e 24 sconfitte. Passano l’inverno e la primavera, arriva giugno e l’estate.

Squilla il telefono, lo chiama il Nizza. Farioli accetta subito, firma un biennale. Inizia il campionato, passano nove giornate, arrivano cinque vittorie e quattro pareggi. E le vittorie sono tutte pesantissime: Psg, Monaco e Marsiglia. Farioli batte tutti, è imbattuto e le suona e le canta in ogni campo. Fa giocare i suoi giocatori a calcio, con idee e schemi ben definiti, riuscendo a trasmettere loro la sua filosofia, la stessa impressa nelle sue pagine di tesi. I giocatori lo seguono e il tasso tecnico, così come la giovane età, sono un fattore non di poco conto: da Khephren Thuram, il classe 2001 figlio dell’ex Juve Lilian e fratello del Marcus nerazzurro, a Terem Moffi, senza dimenticare Sofiane Diop, un classe 2000 che sta incantando su ogni campo di calcio d’oltralpe.

Poi c’è la ciliegina sulla torta, l’acquisto che durante l’estate ha segnato una netta linea di demarcazione fra il futuro e il passato, fra il calcio filosofico e quello antico. Parliamo di Jérémie Boga, arrivato per 18 milioni dall'Atalanta e autore di quel gol che oggi sta regalando un sogno a tutta la Costa Azzurra. Già, proprio lei. Quella che ha accolto Farioli nello scetticismo generale ma che oggi gli rende omaggio e il giovane tecnico toscano, pur non montandosi la testa, sa in cuor suo di averla ai suoi piedi. Non è tutto, perché anche chi ha più esperienza di lui e chi ha anche alzato una Champions lo ha elogiato: “Il Nizza è una squadra veramente complicata da affrontare, con uno stile di gioco affascinante. Devo fare i complimenti al loro tecnico, Farioli, per le sue idee, che sono quelle che piacciono anche a me", parola di Luis Enrique dopo che ne aveva prese tre proprio dal Nizza.

Perché Francesco Farioli è molto più di un semplice filosofo. È un esteta. Ultimo romantico di un calcio che racconta con gli occhi di un bambino nella sua tesi.

Chapeaux.

Commenti