Tango, un gioco da ragazze

Convocazioni Italia ai Mondiali, è polemica: Gama non ci sarà

Fanno discutere, e non poco, le scelte della ct Milena Bertolini per le convocazioni nel pre-raduno dei prossimi Mondiali e l’inaspettato out alla capitana: "Decisione difficile ma premia le giovani e la mia idea di calcio"

Sara Gama e Milena Bertolini, protagoniste discusse di questa fase preparatoria al Mondiale (via Twitter)
Sara Gama e Milena Bertolini, protagoniste discusse di questa fase preparatoria al Mondiale (via Twitter)

Una settimana di fuoco per le Azzurre di Milena Bertolini: a meno d’un mese dall’avvio dei Mondiali d’Australia e Nuova Zelanda, con la partenza ufficiale fissata al 4 di luglio e l’amichevole al “Paolo Mazza” di Ferrara col Marocco (1 luglio, ore 18.15) a fungere da test e scrematura finale, i nomi delle 32 convocate dalla ct al pre-raduno di Brunico accendono il dibattito. Ad infiammare addetti ai lavori, tecnici, pubblico ed appassionati sono più che altro i nomi di chi – con estrema sorpresa ed un senso di stordimento diffuso – non ha ricevuto chiamata in prima battuta, e a questo punto è evidente che quel volo per Auckland non lo prenderà proprio.

"Le ragazze sono arrivate qui con grande entusiasmo", dichiarava la tecnica all’avvio dei primi lavori, al 20 di giugno, con le 24, tra le più giovani, convocate preliminarmente nella frazione della Val Pusteria "Le convocazioni non sono affatto scontate, le giocatrici hanno seguito il programma che gli avevamo inviato e sono arrivate qui già in condizione. Mi stanno mettendo in difficoltà, sarà difficile per tutte rientrare nella lista delle 23 che prenderanno parte al Mondiale".

Una profezia senza capo né coda, perché lo sconcerto generale si diffonde ben prima dell’annuncio della lista definitiva: oltre a Aurora Galli, Martina Rosucci già out, Agnese Bonfantini non confermata, e un’altra serie di speculazioni più o meno sensate del toto nomi, ce n’è uno, di nome, talmente improbabile da prevedere che considerarlo tra "le illustri escluse" pare un eufemismo. Tanto che una grafica già lanciata – per il test match in Emilia – col suo volto al centro viene prontamente rimossa e modificata.

Sara Gama, la capitana de facto del grande ritorno azzurro nelle competizioni che contano davvero, la trascinatrice, la lottatrice, la promotrice della prima, rivoluzionaria annata professionistica, salterà quello che, con tutta probabilità, sarebbe stato il suo ultimo Mondiale. 132 presenze in Nazionale, un palmarès da campionessa ed una prospettiva di spicco per il ruolo indiscutibile nel movimento; una delle poche, tra l’altro, a difendere Bertolini nel climax della sfiducia post Europeo. Una telefonata, di cui parla Repubblica, che monta l’amarezza e dà adito a questioni prettamente tecniche: "Puntiamo sulla costruzione dal basso…", mentre il presidente Gravina la chiama per confermarle che, se vorrà, potrà sedersi ugualmente su quel volo per Auckland.

Il Gama Gate comincia (e forse finisce) così.

Sara Gama
Sara Gama da capitana con 132 presenze in azzurro (via Twitter)

Cara Gama, ti scrivo: Sara senza fascia

La polemica monta, le ragioni si dibattono da più parti ma la certezza è una sola: Sara Gama non parteciperà ai prossimi Mondiali. Quantomeno, non sul campo. Un lungo post su Instagram per raccontare la sua versione, con la trasparenza che fin qui ha sempre contraddistinto, nel pubblico e in campo, le uscite del difensore bianconero, da più voci definita la miglior giocatrice della Serie A nella seconda metà del campionato da poco concluso.

Dopo essere stata pre-convocata e aver svolto la preparazione fisica ricevuta, al pari delle mie compagne, dallo staff della Nazionale per mantenere la condizione ottimale che avevo raggiunto negli ultimi sei mesi di lavoro con il mio club, ho appreso soltanto tre giorni fa che non farò parte della rosa che partirà per il Mondiale in Australia e Nuova Zelanda”, così si apre la lettera social che la numero 3 friulana lascia al suo pubblico. “Nutro da sempre grande rispetto dei ruoli e, da professionista, accetto la scelta della Commissaria Tecnica, nonostante l’amarezza di queste ore difficili per le modalità e i tempi con cui questa decisione mi è stata comunicata”, e ribadisce lo stellato percorso, il suo, “sempre con l’orgoglio di rappresentare il Paese”. “Ho sempre cercato di essere un esempio, di trasmettere la professionalità, l’entusiasmo e l’orgoglio necessari per rappresentare nel miglior modo possibile la Nazionale Italiana, lavorando dentro e fuori dal campo per tenere unito il gruppo e continuare a crescere insieme. Ho lottato assieme alle mie compagne e a chiunque ci abbia supportato in questi anni per cercare di vedere riconosciuti uguali diritti e dignità all’intero movimento calcistico femminile nel nostro Paese. Con questo bagaglio e con questo spirito, mettendomi completamente a disposizione della CT e della squadra, mi sono preparata per poter dare il mio ultimo contributo da capitana alla Nazionale. Purtroppo, non sarà possibile”, l’amara conclusione che apre però le riflessioni sul suo ruolo e quella chiamata, ricevuta dal presidente Figc Gabriele Gravina, per prendere comunque parte alla spedizione al torneo iridato: “Resto comunque orgogliosa del percorso di crescita e dei risultati raggiunti dentro e fuori dal campo e continuerò a spendermi in prima persona per il bene di questa maglia e dello sport a cui ho dedicato tutta me stessa. Assieme ai vertici federali, che ringrazio per gli attestati di stima e di rispetto ricevuti, rifletteremo nell’interesse esclusivo della Nazionale Azzurra sull’idea di far parte della spedizione, in modalità e vesti differenti e da definire. Certamente continueremo a lavorare insieme per la crescita del nostro movimento. E come sempre il più grande in bocca al lupo alle mie compagne, specialmente a quelle che mi hanno accompagnato nei tratti più lunghi di questo viaggio, in cui abbiamo scritto la storia di questo sport”.

In queste ore concitate, all’eterna capitana giungono da più parti messaggi di sconcerto ed amarezza ma soprattutto – e questa è la nota di rilievo – di stima, come quello della compagna di club Cecilia Salvai, a riprendersi il personale sogno dopo gli infortuni (“Da Capitano hai guidato per anni tutte noi e vestito con orgoglio e onore i colori dell’Italia. Sii orgogliosa, sempre. Noi lo siamo”), e della giornalista Sara Meini: "Semplicemente GRAZIE Sara: perdiamo noi, tu hai vinto comunque".

La risposta di Bertolini

Niente di più atteso delle parole proprio di Milena Bertolini: alla doppia sessione di allenamento di quest’inizio settimana, s’intreccia l’attesissima conferenza stampa della ct di Correggio, le cui parole però non rincuorano né paiono lasciar margine d’adesione ai tifosi ancora furenti per la decisione dell’out a Gama.

Bertolini al pre-raduno
Bertolini in sessione d'allenamento al pre-raduno di Brunico (FIGC)

La coach esordisce così: "Pensate abbia fatto questa scelta a cuor leggero? È stata una decisione importante, difficile: però questo è il mio ruolo. Decidere è un mio diritto e dovere: prendere decisioni nell’ottica di affrontare il Campionato del Mondo al meglio”, e puntualizza "È una scelta tecnico-tattica e fisica che vuole premiare la crescita di altre giocatrici più giovani e più avanti per la mia idea di calcio", sottolineando come "se poi sarà la scelta giusta o meno sarà il Mondiale a dirlo". "Sara Gama è la storia: con lei e altre sue compagne abbiamo fatto insieme un percorso di oltre dieci anni", sottolinea "Tempistica sbagliata? È individuale e personale, va contestualizzato alla situazione: l'ho chiamata quando ho sciolto i miei dubbi, volevo essere sicura – non esiste un tempo giusto o sbagliato".

Per quanto incontrovertibile la legittimità della scelta tecnica, le sue parole conclusive, sugli strascichi emotivi che la mancanza di un punto di riferimento come il pilastro juventino lascerebbe nello spogliatoio, cadono forse in un’incomprensione semantica, lasciando ancora spazio a dubbi e malelingue: "C’è dispiacere, ma anche grande entusiasmo".

Chi ci sarà davvero

Qualche pronostico azzeccato c’era, nel toto convocazioni che aveva seguito il test match contro la Colombia di aprile: c’è la certezza cioè che – a legger con attenzione la lista delle selezionate di Bertolini – esista, adesso, una scia dalle lunghe prospettive di rinnovamento.

I capisaldi, le veterane, ci sono ancora, certo, e forse sarebbe folle il contrario (per questo, il mancato appello di Gama – così come, fra tutte, di un’esperienza come quella di Galli – spaventa non poco). D’altra parte, però, nomi meno noti, talvolta sconosciuti ai più, iniziano a farsi largo, meritatamente, in cerca di quello spazio che è attestato fondamentale di futuro possibile. Le giovani promesse – dalla classe 2004 Chiara Beccari all’altoatesina Eva Schatzer (2005), dalla new entry Julie Piga (1998) alla baby fuoriclasse Giulia Dragoni – lasciano presagire cieli ben più rosei. Certo, il passaggio necessita di gradualità, e in questo Bertolini ha forse già peccato.

Lo sguardo alto verso l’orizzonte, che è augurio e premonizione, rimane però immutato: un movimento davvero in crescita ha bisogno di dar spazio a nuove possibilità, per portare le Azzurre, chiunque esse siano, il più in alto possibile.

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