Calcio

De Rossi-Pioli, ribaltamento di ruolo

De Rossi si è preso la Roma, ma doveva essere un traghettatore Pioli si gioca il Milan in una notte dopo averlo fatto rinascere Domani all’Olimpico va in scena anche uno scontro generazionale

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Destini capovolti. Sono quelli di Stefano Pioli e di Daniele De Rossi, che domani sera si giocano il traguardo più prestigioso della stagione col quale piantare una bandierina. Il tecnico milanista, reduce da una striscia molto confortante, sette successi di fila, sembrava avviato a riguadagnare il credito perduto presso il popolo dei tifosi da social per via del numero inquietante degli infortuni subiti nel secondo semestre 2023 e di quei cinque derby persi di fila che costituiscono il foglio di via preparato dai suoi contestatori. Nella notte di Europa league concessa alla Roma, e non solo per via di una mossa volpina del suo dirimpettaio, Pioli è tornato al centro del mirino e con un piede fuori dai cancelli di Milanello nel caso non dovesse riuscirgli l’impresa di ribaltare l’1 a 0 dell’andata. Daniele De Rossi è partito da precario, successore sottostimato di Mourinho e si è ritrovato in poche settimane a scalare una montagna di risultati chiudendo il periodo più complicato con il successo nel derby con la Lazio che a Roma e dintorni vale una sorta di passaporto a vita.

Una sola notte può capovolgere i destini dei due tecnici. Pioli, dalla sua, ha qualche precedente didascalico: fin dai primi giorni di Milanello, quando arrivò per il no interista a liberare Spalletti, soffre di un palese pregiudizio fino alla sconfitta dolorosa di Bergamo per poi imboccare il sentiero del riscatto clamoroso infilando secondo posto, scudetto e poi la semifinale di Champions league che non è un trofeo ma rappresenta qualcosa di molto vicino nei tempi magri dell’era post berlusconiana. Pioli è precipitato nell’immaginario collettivo rossonero fino alla soglia dell’esonero mentre DDR è riuscito persino nell’impresa quasi impossibile di mettere da parte la sagoma di José acclamato dal pubblico e da traghettatore è riuscito a diventare il nuovo condottiero di un team prim’ancora che di un popolo. Perché ne ha trasformato le caratteristiche tecniche, ne ha plasmato l’idea, ne ha corretto la traiettoria fino a farla spuntare come un rivale temibile di qualsiasi rivale. Anche del Milan di Pioli che l’aveva castigato due volte in campionato. Certo per colpa dichiarata di una serata storta, senza bussola tattica, con il suo genio, Leao, in permesso non retribuito e con il resto dello stadio imbufalito per l’erroraccio di Giroud sotto porta a un metro e a due minuti dai titoli di coda.

Adesso una sola serata, quella di domani notte all’Olimpico, teoricamente può riavvolgere il nastro e rimettere i due in condizioni identiche a quelle di una settimana prima.

Con una differenza che forse viene per ora sottovalutata: e cioè che la Roma è consapevole del proprio vantaggio e anche delle proprie qualità mentre il Milan deve inventarsi una notte speciale di Leao e non solo per ritrovarsi fuori pericolo e non solo per la panchina di Pioli.

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