Calcio

Funerali di Riva, folla e lacrime. Cannavaro porta la bara. Da Buffon a Zola: chi c'era

In 30mila davanti alla basilica di Bonaria hanno reso omaggio a 'Rombo di Tuono'. Presenti le massime istituzioni della Sardegna e del calcio, il ct Spalletti e tanti ex calciatori

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Cagliari, la Sardegna intera e tutto il mondo del calcio italiano si sono fermati per dare l'ultimo saluto a Gigi Riva, morto lunedì sera all'improvviso in ospedale a 79 anni.

In 30mila davanti alla basilica di Bonaria per i funerali solenni, in tantissimi davanti alla tv o per le dirette streaming da tutta Italia. Tutti per ricordare il più grande attaccante italiano di sempre, l'uomo arrivato da Leggiuno, sulla sponda lombarda del lago Maggiore, che aveva scelto di vivere in Sardegna, incarnandone lo spirito e facendosi amare, tanto da diventarne un simbolo.

Il popolo rossoblù, e non solo, ha cominciato ad affollare il sagrato della basilica di Bonaria e piazzale dei Centomila, davanti al mare che Riva amava tanto, già due ore prima dell'inizio della messa. Dopo le 15 il feretro di Gigi Riva è arrivato davanti alla chiesa, accolto dagli applausi e dallo sventolio di sciarpe. Scortata dai familiari e dagli amici di una vita, in testa i due figli, Nicola e Mauro, la bara ha percorso la navata centrale. Ad attenderla i gonfaloni della Regione Sardegna e delle città di Cagliari e Leggiuno, ci si sono aggiunti gli stendardi della Figc e del Cagliari Calcio. Sul feretro, sotto un tappeto di rose rosse, sono state apposte due maglie numero 11, una della nazionale azzurra, l'altra del Cagliari Calcio.

Attorno alla bara sedevano i compagni di squadra, alcuni degli indimenticati protagonisti dello scudetto rossoblu del 1970, Ricciotti Greatti, Adriano Reginato, Pierluigi Cera e Giuseppe Tomasini. Di fronte a loro la famiglia Riva. Nei primi banchi hanno trovato posto il presidente del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini, con lui la squadra al completo, escluso Zito Luvumbo in Coppa d'Africa ma con Gaetano Oristanio presente seppur in stampelle dopo la frattura di Lecce. I rossoblù si sono sistemati sul lato sinistro della chiesa, con Claudio Ranieri nelle prime file col ds Nereo Bonato fra gli altri. Oltre a tanti grandi ex del Cagliari: Zola, Matteoli, Pusceddu, Suazo, Selvaggi, Conti e tanti altri.

In prima fila le massime istituzioni della Sardegna e del calcio. Il ministro dello Sport Andrea Abodi, il prefetto di Cagliari Giuseppe De Matteis, il presidente della Regione Christian Solinas, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu (che sopra la fascia tricolore indossava una sciarpa rossoblù). Alle loro spalle il presidente del Coni, Giovanni Malagò e il presidente della Figc, Gabriele Gravina. Presenti anche il ct della nazionale azzurra, Luciano Spalletti, il capo delegazione Gigi Buffon, Fabio Cannavaro, Giancarlo Abete, Simone Perrotta e Angelo Peruzzi.

All'uscita del feretro un lungo applauso ha salutato 'Rombo di Tuono', sulle note della canzone di Piero Marras "Quando Gigi Riva tornerà". A reggere la bara anche Buffon, Cannavaro e Zola, con dietro tutta la squadra del Cagliari, capitanata da Ranieri. Dalla folla è salito il coro"Gigi, Gigi". Poi è partito il commovente coro dei tifosi con la sciarpata degli ultras. "Un Gigi Riva, c'è solo un Gigi Riva" hanno cantato prima che la bara fosse depositata sull'auto diretta al cimitero monumentale di Bonaria per la sepoltura.

Una folla sterminata in rossoblù, commossa e partecipe, una selva di telefonini per immortalare il giorno dell'addio del loro mito, simbolo di un calcio che non c'é più.

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