Calcio

Jankto non si piega ai diktat Lgbt: "Non farò l'ambasciatore. La fascia arcobaleno? Inutile"

A un anno dal coming out, il calciatore del Cagliari non cavalca l'ipocrisia arcobaleno: "Non sono un giocatore né una persona diversa, ma non mi nascondo più"

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Jankto non si piega ai diktat Lgbt: "Non farò l'ambasciatore. La fascia arcobaleno? Inutile"

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L'alternativa ai diktat arcobaleno esiste, è il buonsenso e Jakub Jankto ne è la dimostrazione vivente. Il calciatore del Cagliari poco più di un anno fa ha fatto coming out, raccogliendo grande sostegno nel mondo del calcio, dove l'omosessualità rimane purtroppo un tabù. Nessun altro calciatore ha seguito il suo esempio, ma nonostante ciò il centrocampista ceco non è intenzionato a diventare una bandiera del mondo Lgbt: nessun interesse a occupare la poltrona di ambasciatore della causa omosessuale nel calcio.

"Le istituzioni calcistiche non mi hanno contattato ufficialmente, ma non voglio comunque fare l'ambasciatore e non cambierò idea. Ho fatto coming out pubblicamente perché sono stato il primo giocatore a questo livello a farlo. Altrimenti non mi piace ostentare troppo il fatto di essere omosessuale", ha raccontato Jankto in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di France Football. Nessuna voglia di cavalcare l'onda e di diventare il paladino della galassia Lgbt, ma semplicemente di vivere normalmente, senza imposizioni e nella più totale libertà.

Nel corso del dialogo con il media transalpino, Jankto ha rimarcato che il prossimo passo è riuscire a vivere la propria vita sentimentale senza porsi domande e senza necessariamente passare attraverso un coming out pubblico: "Sì è quello! Faccio quello che voglio adesso. Avevo già quattro fidanzati, alcuni venivano a vedere le partite allo stadio, incontravano i miei compagni. Questo è il futuro".

Jankto ha evidenziato di non essere né un giocatore diverso, né una persona diversa: semplicemente, rispetto a prima, non si nasconde più e va tutto bene. L'ex Udinese e Cagliari si è poi soffermato sulle campagne di sensibilizzazione e degli spot pubblicitari lanciati dalle istituzioni sportive: tutto molto bello, ma a volte inutile. Questa la sua analisi: "Per esempio, la fascia da capitano color arcobaleno, trovo che non sia necessaria, non si dovrebbe fare più del necessario. Ciò sconvolge davvero le persone. Non sono convinto di questo metodo, perché so che alla lunga è controproducente. Il mondo del calcio è omofobo in alcuni continenti e in alcuni paesi.

Ma in Europa la situazione è migliorata".

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