Mondo nel pallone

L’entrata criminale nel Clasico in Honduras: quando il rosso non basta

Le immagini dell'entrataccia del 21enne André Orellana in Honduras hanno fatto il giro del mondo. Pochi, però, sanno come il tecnico avversario Pedro Troglio l'abbia difeso, forse perché il giocatore è di proprietà dell'Olimpia

L’entrata criminale nel Clasico in Honduras: quando il rosso non basta

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A volte dietro ai video che spopolano sui social ci sono storie interessanti che provengono dagli angoli più oscuri del calcio mondiale. Il video dell’entrata assurda messa da un difensore durante la sfida più sentita del campionato dell’Honduras, tra il Marathon e l’Olimpia, ha fatto il giro del mondo. Non capita spesso di vedere un intervento al limite dell’arresto immediato su un campo di calcio di prima categoria. Eppure, alle spalle di queste immagini c’è una storia che parla di un dominio incontrastato, della frustrazione dei perdenti e di un tecnico conosciuto agli amanti della Serie A di una volta.

Un’entrata ingiustificabile

La stampa del paese centramericano non ha nemmeno provato a difendere l’entrata criminale del 21enne André Orellana, che nel corso della sfida di cartello dell’ottava giornata del torneo di Apertura 2023 è andato ben oltre al minimo sindacale per il cartellino rosso. Il tackle col quale ha steso sia German Mejia che Carlos Pineda è roba da interdizione dal campo di gioco ma non è che la dimostrazione della frustrazione dei giocatori del Marathon di fronte al dominio incontrastato dell’Olimpia.

L’ultima volta che la squadra della capitale è stata sconfitta in campionato risale all’11 marzo 2023, una sfilza di 17 partite che ha confermato ancora una volta il ruolo di ammazza-campionati dei Leones. Quando la squadra guidata dall’argentino Pedro Troglio è arrivata a due minuti dall’ennesima vittoria in trasferta per 1-0, grazie al gol di Kevin Lopez, Orellana si è avventato su un pallone del tutto innocuo con una violenza inaudita.

Il pubblico dello Yankel Rosenthal è rimasto tanto sconvolto come i telecronisti, che hanno subito condannato senza appello l’entrata di un giovane talentuoso che, fino a quel momento, aveva dimostrato disciplina sia tattica che mentale. La cosa incomprensibile è come il difensore sembri del tutto disinteressato al pallone, prima di entrare con tutti e due i piedi a martello sui rivali, costringendoli ad uscire dal campo in barella. Ancora più assurdo, poi, come il difensore si sia messo addirittura a discutere con l’arbitro Selvin Brown quando gli ha mostrato l’inevitabile cartellino rosso. Volete sapere la cosa più incredibile? Orellana è di proprietà dell’Olimpia, alla sua seconda stagione in prestito ai rivali del Marathon.

Il tecnico Troglio: “Imparerà”

L’ex giocatore di Verona e Ascoli, subito dopo la partita, non se l’è sentita di scagliarsi contro il difensore, cercando in qualche modo di difendere la sua azione. L’entrata messa dal giocatore con la maglia del Monstruo Verde è sicuramente pericolosa, tanto che “se l’avesse preso bene avrebbe fatto molti danni” ma non mancano le circostanze attenuanti. All’88° minuto di una partita sentitissima, in uno stadio caldissimo sia dal punto di vista ambientale che atmosferico, non era semplice mantenere i nervi a posto. Quando gli ricordano la sfilza di partite imbattute, Troglio preferisce pensare agli impegni internazionali dove “una giornata storta può costare l’eliminazione”. L’inevitabile domanda sull’entrata di Orellana vede una risposta fin troppo tenera: “Mi dispiace visto che era appena rientrato da una squalifica. Bisogna stare attenti a fare giocate del genere, specialmente quando hai uno come Mejia, che era suo compagno di squadra. Orellana è un giovane dalle enormi potenzialità ma deve imparare a controllarsi. Un po’ alla volta ci sta arrivando”.

Orellana Platense Marathon

La reazione del diretto interessato, intervistato dal giornale La Prensa, è ancora più incomprensibile alle nostre latitudini. Il 21enne dice che è stata un’entrata dovuta alla foga del momento ma non cerca scuse: “Ho già parlato con il mister e con Mejia, che è come un padre per me. Mi ha detto che capisce la foga, che mi vuole comunque bene, che non perda la testa e continui a lavorare, visto che devo ancora crescere. Mi sono scusato sia con il Marathon che con l’Olimpia”. Le scuse più sentite le ha fatte ai tifosi ma spera che, comunque, non debba saltare troppe partite: “Ho sbagliato e chiedo scusa a tutti ma siamo tutti esseri umani, dagli errori si impara. Speriamo di non essere squalificato per troppe giornate”. Il fatto che tutti stiano parlando di lui, a quanto pare, non lo preoccupa affatto: “non mi tocca in alcun modo, fa tutto parte del calcio. So di aver sbagliato e mi scuso con tutti”.

Vedremo se queste parole basteranno ad evitargli una sanzione pesantissima o meno.

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