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Nella carta Covisoc la Juve non compare: che cosa c'è nel documento

Secondo i legali bianconeri, il documento proverebbe che l'inchiesta è iniziata ben prima di quanto risulta ufficialmente dagli atti

Nella carta Covisoc la Juve non compare: che cosa c'è nel documento

La Juventus avrà accesso alla "carta Covisoc". Lo ha deciso il Consiglio di Stato, respingendo l'istanza della Figc contro la decisione del Tar del Lazio che dispone la consegna del documento ai legali e ai consulenti degli ex dirigenti juventini Fabio Paratici e Federico Cherubini. Ricevuto il decreto, la Federcalcio si è subito attivata con la Covisoc per la consegna della "carta" nella giornata di oggi.

Cos'è la carta Covisoc

Ma perché questo documento è così importante e quali risvolti potrebbe avere sull'inchiesta plusvalenze? Innanzitutto è importante chiarire di cosa si tratta: la "nota 10940" è una comunicazione della Covisoc alla Procura Federale del 14 aprile 2021, un documento che la Juventus non ha mai potuto visionare. Il procuratore Giuseppe Chiné, infatti, ha chiarito che il carteggio non fa parte della documentazione acquisita nell'ambito del procedimento disciplinare a carico della società bianconera.

Ebbene, secondo la difesa della Juventus, la "carta Covisoc" proverebbe invece che l'inchiesta è iniziata ben prima di quanto risulta ufficialmente dagli atti. Se i legali dei bianconeri riuscissero a dimostrarlo, allora l'intero processo sportivo sarebbe invalidato per vizio di forma. La palla a questo punto passa al Collegio di Garanzia del Coni, che dovrà esprimere un giudizio di legittimità - e non di merito - sulla decisione della Corte d'Appello federale di infliggere 15 punti di penalizzazione alla Juventus. La "carta Covisoc" può risultare decisiva: se venisse riscontrato il vizio di forma, la penalità inflitta alla società bianconera verrebbe cancellata.

Cosa c'è nel documento (e cosa manca)

Sei pagine in cui la parola Juventus non compare neanche una volta. Ecco il 'documento segreto' che fino ad oggi è rimasto sospeso come una spada di Damocle sul processo sportivo delle plusvalenze: nessun riferimento alla società bianconera, nessuna data con l'indicazione dell'apertura di un'indagine formale ma, al massimo, un generico richiamo all'esigenza di procedere"ove emergano elementi sufficienti". Per effetto di una decisione del Consiglio di Stato, oggi la Figc ha dovuto consegnare ai legali di Federico Cherubini, ex dirigente della Juventus, la nota (rimasta finora riservata) che la Procura federale inviò alla Covisoc il 14 aprile 2021.

In realtà la lettura del documento sembra suggerire che dal punto di vista tecnico poco o nulla cambierà: la Juventus non viene citata ed è difficile individuare fra le righe la 'notitia criminis', lo spunto che doveva obbligare la Procura federale ad aprire il dossier. I tempi del processo, insomma, sarebbero stati rispettati. Il documento '1440/21' (che la Figc non ha mai inserito nel fascicolo plusvalenze non ritenendolo un atto di indagine, di cui l) è una risposta a una richiesta di chiarimenti sui bilanci delle squadre di calcio che la Covisoc inoltrò il 31 marzo precedente.

Il 7 aprile se ne discusse in un tavolo di lavoro. La procura federale spiegò alla Commissione di controllo quali erano i criteri seguiti dalla giustizia sportiva in materia di plusvalenze illustrando due vecchi procedimenti: quelli sugli scambi di giocatori fra Chievo e Cesena e fra Perugia e Atalanta. In coda, però, c'è la parte velenosa: gli 007 federali, nel rispetto della giurisprudenza, entrano in azione"ove emergano elementi sufficienti a corroborare la necessità di indagare su casi che fanno ragionevolmente ritenere la sussistenza di operazioni di scambio in termini di sistematicità, non già di una episodica operazione, finalizzati a sopravvalutare i dati di bilancio".

Cosa succede ora

Le plusvalenze, insomma, sono perseguibili quando sono continue e sistematiche. Ed è il criterio applicato dalla Corte federale d'appello per penalizzare la Juventus.

Ora comunque i legali della Juventus avranno modo di esaminare il documento e valutare se hanno spazi di manovra, anche se Consiglio di Stato ha fissato per il 23 marzo l'esame nel merito sulla richiesta della Figc, che potrebbe essere accolta.

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