Tango, un gioco da ragazze

Rubiales #SeAcabó e la Spagna sfonda il soffitto di cristallo

In Spagna si continua a parlare del caso Rubiales dopo il bacio non consensuale a Jennifer Hermoso: #SeAcabó è l’hashtag della solidarietà internazionale alla calciatrice, perché, se “el violador” è un’istituzione, nessuna si salva da sola

Jennifer Hermoso all'incoronazione delle Campeonas di Spagna (via Tmj)
Jennifer Hermoso all'incoronazione delle Campeonas di Spagna (via Tmj)

La Spagna continua a far parlare di sé dopo il Mondiale vinto, ma non più per la prima storica Coppa del Mondo alzata al cielo, poco più d’una settimana fa. Pare trascorso, da allora, molto più tempo, perché quello che ormai è a tutti gli effetti un “caso” – quello di Luis Rubiales, presidente della Rfef, la Federcalcio spagnola, ai danni di Jennifer Hermoso, nel contesto della premiazione mondiale di Sydney – ha monopolizzato, a ben vedere, il dibattito pubblico. #SeAcabó è diventato, in pochissimo tempo, l’hashtag della solidarietà internazionale alla calciatrice: perché, se “el violador” è un’istituzione, nessuna si salva da sola.

Un altro soffitto di cristallo

Per la piccola grande rivoluzione iberica degli ammutinamenti dello scorso settembre, quest’episodio giunto al culmine d’una percorso tanto assurdo quanto straordinario, che ha portato la Roja – una squadra vincente “nonostante” il suo ct Jorge Vilda – ad impressionare ed appassionare il panorama internazionale, che ha attirato illustri sguardi e infinite riflessioni, potrà forse essere la chiave di volta per scoperchiare i tanti, troppi soffitti di cristallo che circondano ancora lo sport al femminile. Ancor più se l’annata dorata dei record è tale anche in termini di share, perché – spiegava proprio la Rfef, la Federazione del calcio spagnolo – “la nazionale ha vinto di fronte a 5.599.0000 spettatori sul totale degli 8.858.00000 registrati, raggiungendo la percentuale record di 65,7%” e “il minuto d'oro è stato raggiunto alle 14:02, quando 7.382.000 (uno share del 71,1%) ha festeggiato con la nostra squadra la prima Coppa del Mondo”.

È anche per questo che la Rfef si trova adesso e ancora al centro delle polemiche, in una vergognosa serie di tentativi di silenziare qualsiasi sguardo critico, e alle prese coi provvedimenti disciplinari che la Fifa ha preso nei suoi confronti: sospensione di 90 giorni, in attesa di procedimento disciplinare, per Luis Rubiales; ma anche le dimissioni di buona parte dello staff della spedizione roja al Mondiale e quelle di José Miguel Ruiz Cortés dell'Associazione dei Calciatori di Futsal (Ajfs), membro del Cda Rfef. Dal calderone non esce intero nemmeno Jorge Vilda: le accuse contro il coach madrileno, che avevano generato la grande spaccatura all’interno della Roja, tornano su un (ennesimo) episodio sessista che lascia spazio a poche interpretazioni.

In questo contesto infuocato, è stato detto (e fatto) di tutto: innanzitutto, le dichiarazioni estorte a Jennifer Hermoso, come conferma Relevo, per placare le acque a ventiquattr’ore dall’accaduto, che derubricavano a “gesto naturale d’affetto e riconoscenza” il bacio non consensuale da parte della massima carica della Federcalcio spagnola; le iniziali e poco credibili scuse di Rubiales, apparso in un video da lacrime di coccodrillo, considerate poi le sue parole al vetriolo in respinta alle dimissioni e con classico momento isteria da “vittima di falso femminismo”, finché non è intervenuta la politica spagnola, il governo Sánchez e, nondimeno, la Fifa.

Perché quello che il quotidiano El País inquadrava senza remore come abuso è accaduto in mondovisione, oltreché alla presenza delle maggiori cariche Fifa, nonché della Regina Letizia – e allora, forse, dietro Rubiales c’era di più. “Il problema non è tanto fare qualcosa di sbagliato”, sintetizza El Paísquanto non sapere quando questo viene fatto”, che chiosa: “Il vero problema è che Rubiales non ha idea di aver fatto qualcosa di sbagliato: Rubiales non sapeva di aver fatto qualcosa di sbagliato pochi minuti dopo, quando è entrato negli spogliatoi e ha scherzato dicendo che stava per sposare Jenni Hermoso, né la notte quando ha detto che quelli che lo hanno criticato erano degli idioti, tanto meno quando oggi ha pubblicato un video scusandosi. A quel punto non aveva idea di nulla: né del perché sia sbagliato baciare una donna sulla bocca quando ne hai voglia, né del perché ti devi scusare per questo".

Se nessuna si salva da sola

La solidarietà internazionale giunge adesso, finalmente, alla calciatrice spagnola Jennifer Hermoso, ex Barça, Psg e Atlético, dallo scorso anno in forza al Pachuca, che è nel frattempo riuscita, anche col sostegno dell’associazione FutPro, a rilasciare tramite l’agenzia Tmj un comunicato in cui dà la propria versione della storia. Spoiler: quel che ne esce è una denuncia dura, forte, coraggiosa.

La (sconcertante) versione data da Rubiales, alla quale erano allegati i frame delle riprese al momento del bacio a certificare, secondo quel racconto, la legittimità della dinamica, è definita “categoricamente falsa e parte della cultura della manipolazione che lui stesso ha creato”. Una smentita riportata anche da Marca assieme al comunicato congiunto e firmato dalle giocatrici della Selección, nel quale è ribadita la violenza del gesto di Rubiales e l’annuncio del rifiuto d’indossare la maglia roja fino a dimissione del presidente nonché “degli attuali dirigenti”. Il nodo cruciale, nel resoconto dell’episodio sotto accusa, è qui: “Credo che nessuno, in alcun luogo di lavoro, sport o situazione sociale, dovrebbe essere vittima di questo tipo di comportamento non consensuale. Mi sono sentita vulnerabile e vittima di un atto impulsivo, sessista e fuori luogo agito senz’alcun consenso da parte mia”, e sintetizza “In poche parole, non sono stata rispettata”.

L’hashtag della solidarietà, #SeAcabó, s’accompagna ad una dichiarazione d’aperta presa di posizione: “Contigo, Jenni” lo dicono praticamente tutte le compagne di nazionale, dall’estremo difensore Cata Coll alla Pallone d’Oro Alexia Putellas, Irene Paredes, Mariona Caldentey, Maria Pérez e Aitana Bonmatí, Teresa Abelleira, Ona Battle, Alba Redondo e Laia Codina Panedas, ai nomi illustri di Sandra Paños e Mapi León, e fino a toccare le sensibilità internazionali con le norvegesi Caroline Hansen e Ingrid Syrstad Engen, la svedese Fridolina Rolfö e la svizzera Ana Crnogorčević, compagne di squadra al Barcellona, l’olandese all’Atlético Merel van Dongen, ma anche Lia Wälti, Alex Morgan e Kosovare Asllani, con Beth Mead e capitan Leah Williamson che dà voce ad un coro di “We all stand with you” firmato dalle Leonesse d’Inghilterra.

Non solo: alla diciassettesima tornata del campionato di soccer negli Usa, in Orlando Pride – San Diego Wave una sfilata di polsini “Contigo Jenni”, iniziativa accolta da moltissimi club, tra cui North Carolina Courage, Chicago Red Stars, Houston Dash e Kansas City Current, si prendono la scena.

Poi, le voci importanti dal calcio maschile, che s’aggiungono alle uscite di sostegno all’attaccante nativa di Madrid da parte di Aitor Ruibal, Hector Bellerin e Borja Iglesias del Real Betis, ma anche del trentunenne Sergi Roberto e dello statunitense Zarek Valentin del Minnesota Utd, sono quelle dei club: dal Valladolid al Barcellona, dall'Espanyol al Real Madrid all'Athtletic Bilbao fino al Siviglia, che si presenta in campo con una maglia disegnata ad hoc che replica proprio l’hashtag #SeAcabó, ma anche la tifoseria del Friburgo, in Germania, che espone uno striscione piuttosto eloquente contro Rubiales e contro le parole (irricevibili) di Karl Heinz Rumenigge del Comitato Esecutivo della Uefa, che aveva detto che "quello che ha fatto [Rubiales a Hermoso] è stato, con tutto il rispetto, assolutamente ok”: "Un pugno invece che un bacio per Rubiales e Rummenigge. Scusate, con tutto il rispetto, questo è totalmente ok".

In Italia, d’altro canto, questo genere di cose fatica ad arrivare nella gravità che gli è consona: soltanto il trio di casa Juve Barbara Bonansea, Cristiana Girelli e Martina Rosucci – alle quali s’aggiunge last minute il neoacquisto dell’Everton Martina Piemonte, esclusa dalle convocazioni mondiali di Bertolini – prende posizione netta. È sorprendente come un episodio così tanto discusso potrebbe essere, in realtà, così semplice da spiegare. Lo fa la società del Pescara via Twitter: “Può una donna (come ad esempio la calciatrice Jenni Hermoso) ricevere un bacio sulle labbra contro il suo volere? No”. Il caso è chiuso.

È così che #SeAcabó fa il giro del mondo, è così che si sfonda davvero il soffitto di cristallo: dalle testimonianze, che devono essere essere però accolte, ascoltate, credute, sostenute. Allora sì diffondendo, informando, spiegando.

Perché nessuna si salva da sola, ma tutte ci salviamo in coro.

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