Calcio

"Non mi ricandido": Uefa, nel 2027 Ceferin non sarà più presidente

Nonostante la modifica allo Statuto, Aleksander Ceferin ha dichiarato di non volersi ricandidare alla presidenza dell'Uefa. "Sono stanco e lontano dalla mia famiglia"

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Rimarrà in carica fino alla scadenza del suo mandato, nel 2027, quindi per altri tre anni ma dopo non si ricandiderà più: lo ha detto Aleksander Ceferin, il 56enne presidente dell'Uefa, nel corso dell'Assemblea dove sono stati ratificati i nuovi membri del Comitato esecutivo che si è tenuta presso La Maison de La Mutualité a Parigi.

Le parole di Ceferin

"Sono stanco, lontano dalla mia famiglia da molto tempo. Ho deciso di non ricandidarmi nel 2027", ha annunciato il capo dell'Uefa mettendo a tacere chi pensava che si sarebbe ricandidato per il quarto mandato consecutivo. "Non l'avevo detto prima perché non volevo influenzare il Congresso - spiega lo sloveno -. Ho una bella vita nel calcio ma anche fuori". Tra le motivazioni che hanno portato a non ricandidarsi la stanchezza "di questo progetto senza senso della Superlega, di chi si proclama autorità morale". Ceferin si è detto felice del persorso in questi anni e "di essere il capitano di una nave che ha saputo affrontare bene la tempesta e che continuerà a farlo nei prossimi tre anni, di essere a capo di una comunità calcistica mai così unita. La maggior parte delle persone non sono come alcuni pagliacci". La decisione definitiva sarebbe stata presa sei mesi comunicandolo prima "alla mia famiglia e poi ad amici e colleghi", ha aggiunto Ceferin.

La frecciata (sottintesa) a Boban

La Uefa aveva introdotto il limite di 12 anni al mandato presidenziale nel 2017 ma, quest'oggi, è arrivata la votazione favorevole da parte delle 50 federazioni presente con un solo voto contrario (Inghilterra) e un'astensione (l'Ucraina) in cui viene stabilito che "qualsiasi mandato svolto o iniziato prima del 2017 non conta" e che Ceferin si sarebbe potuto ricandidare per altri quattro anni, dal 2027 al 2031 rimanendo potenzialmente ancora in carica.

Proprio per la sua scelta di non ricandidarsi fra tre anni, durante il suo intervento Ceferin ha rivolto una frecciata a un avversario mai nominato ma che sarebbe un dirigente calcistico spiegando che aveva lanciato un "patetico grido sulla moralità" in una "lettera narcisistica" alle federazioni affiliate. "È stato davvero divertente osservare tutta questa isteria", ha sottolineato lo sloveno, aggiungendo che non aveva rivelato le sue vere intenzioni prima perché voleva vedere "il vero volto di alcune persone".

La polemica (con dimissioni) di Boban

Pur senza farne mai il nome si tratta di Zvonimir Boban, ex calciatore della Nazionale croata e del Milan, il quale a fine gennaio aveva scritto una lettera di dimissioni da Capo del Calcio a Nyon perché non riteneva il nuovo Statuto, quello approvato oggi, in linea con i principi in cui crede fortemente.

Boban aveva detto che "consentire allo stesso presidente di potersi candidare nuovamente dopo questo mandato che doveva essere il suo ultimo" non era in linea con la sua idea di buon governo (ha parlato di "bad governance" non a caso) sottolineando la sua più grande preoccupazione e il totale dissenso.

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