Qatar 2022

Gli occhi del mondo sul Qatar: al via i Mondiali del deserto

Spettacolare cerimonia di apertura dei Mondiali di calcio in Qatar. Nel suggestivo stadio di Al Khor, a forma di tenda beduina, spente le luci i danzatori sono entrati in scena. Dopo la festa la prima partita del torneo: Qatar-Ecuador

Gli occhi del mondo sul Qatar: al via i Mondiali del deserto

A tagliare il nastro di Qatar 2022 è l'emiro Tamim bin Hamad al Thani. Grande e colorata festa di inaugurazione all'Al Bayt Stadium di Al Khor (50 km da Doha, 60mila posti a sedere), prima della partita d'esordio tra i padroni di casa del Qatar e l'Ecuador. È un Mondiale diverso dal solito: per la prima volta si gioca d'autunno inoltrato e si andrà avanti fino a sette giorni da Natale. Le trentadue nazionali si sfideranno negli otto stadi che sono stati costruiti appositamente per l'occasione. Tutti nel raggio di 50 km.

Una differenza importante rispetto al solito, quando per spostarsi da una città all'altra che ospitava le gare di solito bisognava prendere l'aereo. In Qatar no, sarà più che sufficiente un pullman, ovviamente dotato di aria condizionata. Perché fa caldo, siamo sui trenta gradi circa. Ma negli stadi - pure lì - l'aria sarà rinfrescata, attestandosi intorno ai 27 gradi. Qatar 2022 sarà un Mondiale degli eccessi (circa 220 i miliardi di dollari spesi) e degli sprechi (di acqua e di energia), ma da quelle parti non si fanno troppi problemi, visto che è sufficiente fare un buco sotto terra per trovare petrolio o gas.

Apertura Mondiali in Qatar

A dare un tocco di Hollywood alla cerimonia di apertura pensa Morgan Freeman, con la sua inconfondibile voce. È lui, in mezzo al campo, il grande protagonista-voce narrante. Parla con un giovane qatariota affetto da una malattia che gli ha impedito la crescita degli arti inferiori e dà il via alla cerimonia con una frase a effetto: "Quello che ci unisce, in questo momento, è più importante di quello che ci divide". A qualcuno potrà sembrare eccessivamente buonista, ma in fondo è una festa, quindi anche le frasi a effetto ultra retoriche fanno parte del gioco.

Il cantante sudcoreano Jeon Jung-kook, voce dei Bts, canta l'inno del Mondiale, "Dreamers", mentre appare la mascotte della 22^ edizione della Coppa del Mondo, "La'eeb" (parola araba che significa "giocatore super esperto") una sorta di fantasmino che indossa kefia e tunica. Il messaggio che porta La'eeb è "credere in se stessi" perché "ora è tutto". Tocca poi al "padrone di casa" prendere la parola.

"Diamo a tutti, qui dal Qatar, il benvenuto alla Coppa del mondo - afferma l'emiro al-Thani nel suo discorso di apertura -. Abbiamo lavorato duramente con tanta gente per allestire un torneo di successo. Abbiamo profuso tutti i nostri sforzi per il bene dell'umanità. Finalmente è arrivati il giorno dell'inaugurazione, il giorno che tutti qui aspettavamo. A partire da oggi e per i prossimi 28 giorni seguiremo e con noi tutto il mondo, la grande festa del calcio, in un ambiente caratterizzato da umana e civile comunicazione. Persone di Paesi e razze diverse arriveranno in Qatar e tanti altri condivideranno questi momenti davanti agli schermi di tutti i continenti. È bello che i popoli mettano da parte ciò che divide e celebrino le loro diversità e al tempo stesso ciò che li unisce. Auguro a tutte le squadre di giocare un calcio magnifico, di grande sportività, di vivere un tempo pieno di gioia e di emozioni. Che siano giorni che possano ispirare bontà e speranza. Benvenuti e buona fortuna a tutti".

Scorrendo il tabellone della Fifa quello di quest'anno è il secondo Mondiale che si gioca in Asia, dopo quello del 2002 condiviso tra Giappone e Corea del Sud (noi italiani non lo potremo mai dimenticare per lo scandaloso arbitro Byron Moreno). A fare la padrona è l'Europa, dove del resto il calcio è stato inventato: nel vecchio continente si sono disputati undici edizioni del torneo iridato. L'assegnazione di un Mondiale oggi assume un significato di enorme importanza soprattutto da un punto di vista geopolitico ed economico. Si è sempre discusso e talvolta anche duramente litigato per le assegnazioni. Pensate che l'edizione del 1938 (in Francia) suscitò una clamorosa polemica, con Argentina e Uruguay che decisero di boicottare il torneo perché non fu applicata l'alternanza tra Europa e Sud America. Per evitare nuovi spiacevoli guai per 40 anni, dal 1958 al 1998, fu sempre rispettata l'alternanza tra America ed Europa.

Nel Mondiale senza Italia c'è un italiano che ha "firmato" la cerimonia d'apertura: è Marco Balich, famoso per l'organizzazione degli spettacoli con la sua società, la Balich Worldwide Shows, che in passato si è aggiudicata diverse grandi cerimonie, fino alle ultime Olimpiadi di Tokyo. "Il messaggio e il contenuto dello spettacolo - assicura Balich - sono stati curati personalmente dal leader del Paese. Vogliono parlare del multiculturalismo, accettando il concetto di diversità e diventando uno spazio all'insegna della pace".

Ma torniamo al calcio: chi sono i favoriti? I soliti nomi: Brasile, Argentina, Germania in prima fila. I campioni del mondo uscenti della Francia sono sotto choc per l'infortunio in extremis di Benzema, ma restano una big. Poi la Spagna, il Portogallo, la Croazia, il Belgio, l'Inghilterra, l'Olanda.

Tra le africane la più solida sembra il Senegal, anche se paga l'infortunio del campione Manè.

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