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Le parole del calcio: cosa sono i “clean sheet” e chi ne ha di più

Anche in un Paese malato di calcio come il nostro, ci sono alcune parole che lasciano i più interdetti. Cosa c'entra un lenzuolo pulito con i portieri? Le origini di questo termine ed i migliori di sempre ad aver mantenuto la loro porta inviolata

Le parole del calcio: cosa sono i “clean sheet” e chi ne ha di più
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Anche in un Paese ossessionato dal calcio come l’Italia, può capitare di rimanere un attimo basiti di fronte ad alcune parole non propriamente autoctone. Visto che il pallone sta diventando sempre più anglofilo, chi non ha familiarità con la lingua di Shakespeare può avere qualche problema a capire di cosa stiamo parlando. Ecco perché abbiamo deciso di spiegarvi uno dei termini più in voga tra telecronisti e commentatori alle nostre latitudini, il famigerato “clean sheet”. Vi spiegheremo le origini di questo curioso termine, cosa vuol dire, i migliori di sempre in Italia e nei principali campionati europei e molto altro.

Cosa vuol dire?

Come buona parte delle parole del calcio, anche le più tradizionali, le origini del termine risalgono alla parte "giusta" della Manica. Se i termini più tradizionali e diffusi sono stati tutti tradotti in maniera puntuale, tanto da far sorridere chi si ostini ad usare la parola offside invece dell’italianissimo fuorigioco, questa definizione non ha ancora un equivalente nella lingua di Dante. Clean sheet, in pratica, significa concludere una partita di calcio senza concedere un solo gol, tutto qui, niente di particolarmente complicato.

Tameze Maignan Milan Verona

Ti aspetteresti che nella patria del catenaccio e del difensivismo spinto qualcuno si sarebbe disturbato ad inventarsi una parola altrettanto semplice e sintetica per esprimere il concetto ma non è successo. Ci sarebbe l’espressione “mantenere la porta inviolata” o la più colorita “tenere la saracinesca abbassata” ma ha avuto più o meno la stessa fortuna della storica “zona Cesarini”. In realtà chi voglia esprimere questo concetto senza perdere troppo tempo è costretto ad usare l’espressione inglese.

Perché si chiama così?

Nessuno sa esattamente chi abbia usato per primo questo termine ma sicuramente non si parla dell’epoca agli albori del calcio, quando il gioco più amato al mondo era limitato quasi esclusivamente alla Gran Bretagna. Secondo molti storici, si deve risalire agli anni ‘30 del secolo scorso, quando il calcio iniziò a dotarsi di una struttura più professionale. A quanto pare, proprio in questo periodo la Football Association iniziò a non fidarsi più dei rapporti delle squadre, che fino a quel momento avevano fornito le statistiche ufficiali delle partite.

Onana tiro Haaland Man City Inter

Gli inviati della FA si presentavano allo stadio con una serie di moduli nei quali annotavano tutto quello che succedeva in campo, per poi passarli all’ufficio statistiche a Londra. Il foglio dedicato ai nomi dei marcatori non aveva segni di riconoscimento particolari, quindi, quando nessuno segnava un gol, rimaneva pulito. Visto che in inglese la parola sheet, oltre ad indicare un lenzuolo si usa anche per definire un foglio di carta, non concedere un solo gol voleva dire lasciare il foglio dei marcatori pulito, un clean sheet of paper. Da allora questo termine si è diffuso in tutto il mondo, fino alle nostre latitudini.

I migliori di sempre in Europa

Anche se non siamo così ossessionati con le statistiche come gli amanti del baseball, anche gli appassionati di calcio sono curiosi quando si tratta di ricordare i migliori giocatori in questa o quella statistica particolare. Visto che è impossibile giudicare oggettivamente la bravura di un portiere e si potrebbe discutere all’infinito se Yashin o Zamora siano stati più o meno bravi dei guardiameta dei nostri giorni, la classifica dei clean sheets conseguiti in carriera è una delle metriche più oggettive a disposizione. Visto che, chiaramente, mantenere la porta inviolata in un campionato top come la Premier League o la Liga spagnola ha tutt’altro valore che riuscirci, che ne so, in Bulgaria o Giappone, ci siamo limitati a chi ha giocato nei campionati di vertice europei. I migliori cinque sono curiosamente tutti dell’era moderna del calcio, prova provata che l’attenzione alla difesa è cresciuta molto negli ultimi decenni.

Pepe Reina Valencia Villarreal

Al quinto posto, una vecchia conoscenza della Serie A, l’ex di Milan, Napoli e Lazio Pepe Reina. Con 358 partite a porta inviolata, il portiere spagnolo, ora in prestito al Villarreal, ha vissuto la sua stagione d’oro a Liverpool, dove fu nominato per tre volte migliore portiere della Premier League. Manuel Neuer del Bayern Monaco, nonostante i tanti infortuni potrebbe presto superarlo ma ancora meglio ha fatto un altro storico portiere della Premier League, il baluardo di Chelsea ed Arsenal Petr Cech. Quando Mourinho lo volle alla guida dei suoi Blues pochi lo conoscevano ma è riuscito a diventare il migliore della storia della Premier League, con 202 clean sheets nel massimo campionato inglese. Con 397 in 907 partite, il guardiameta della Repubblica Ceca è un gigante della porta ma non è riuscito ad avvicinarsi ad Iker Casillas, che nei 18 anni passati alla Casa Blanca ha messo numeri da record sia col club che con la nazionale spagnola. I suoi 57 clean sheets in Champions League sono ancora un record, ma il totale di 440 è davvero impressionante, considerato che è stato ottenuto in 1048 partite: non proprio uno su due ma non ci siamo nemmeno molto lontani.

Casillas Liverpool Porto

Curiosamente lo stesso numero di partite a porta inviolata è stato messo da un’altra vecchia conoscenza della Serie A, Edwin van der Sar. Anche se il ricordo che ha lasciato alla Juventus non è dei migliori, l’olandese ha fatto la storia del Manchester United, nonostante fosse arrivato a ben 35 anni. Nessuno, però, è riuscito a fare meglio di un certo Gianluigi Buffon, che ha messo in carriera ben 501 partite senza concedere gol. I suoi 77 clean sheets messi con la maglia della Nazionale sono ancora un record. Il numero totale potrebbe crescere ancora, visto che continua a giocare, sebbene a mezzo servizio vista l’età, per il suo Parma.

I dieci migliori di sempre in Serie A

Se in quanto alle leghe top, i portieri moderni dominano la classifica, la situazione cambia non poco quando si tratta della nostra Serie A. L’Italia è da sempre terra di grandi portieri e scorrere l’elenco dei migliori di sempre nella storia del massimo campionato italiano è un’esperienza emozionante per chi ha qualche giro attorno al sole sulle spalle. Il migliore di tutti i tempi, ovviamente, è proprio Buffon, che dall’alto dei suoi 299 clean sheets domina incontrastato. A suo favore anche il record di minuti consecutivi senza concedere un gol (974) e il numero di partite senza concedere un gol in una singola stagione. Pochi si sorprenderanno nello scoprire come al secondo posto ci sia un’altra bandiera della Juventus, un certo Dino Zoff: i suoi 276 clean sheets sono forse più impressionanti di quelli dell’omologo di Carrara, visto che li ha ottenuti in solo 566 presenza contro le 658 di Buffon. Zoff, però, ha fatto meglio di Gianluigi con la maglia dell’Italia: non concesse un singolo gol con la Nazionale per ben 1142 minuti.

Zoff Juventus Torino 1982

Alle spalle dei due dominatori della Serie A, una serie di nomi che grondano nostalgia per chi è più cresciutello: Enrico Albertosi con 238, Giovanni Galli con 211 messi entrambi con le maglie di Fiorentina e Milan. Alle loro spalle, Gianluca Pagliuca con 194, messi con le maglie di Sampdoria, Inter e Bologna, seguito a ruota da uno dei pochi ancora in attività, il portiere dell’Inter Samir Handanovic. Poco indietro un altro portiere che ha fatto la storia del calcio italiano, il guardiameta del Napoli e del Torino Luciano Castellini: ad impressionare è il fatto che i suoi 180 clean sheets li abbia raccolti in solo 401 presenze, una media da record, davvero vicina ad uno su due partite giocate.

Peruzzi Totti Roma Juventus

Poco dietro di loro un altro ad aver fatto benissimo con due squadre, in questo caso Roma e Juventus, Angelo Peruzzi. Il portiere dell’anno della Serie A per tre volte ha messo a referto 177 clean sheets, abbastanza per far meglio del rivale cittadino Luca Marchegiani, fermo a 173. Quando passò dal Torino alla Lazio, il prezzo del cartellino fece trasalire ma riuscì a ripagarlo in pieno nel corso della carriera. A chiudere la top 10, un nome che solo i più anziani ricorderanno, Lido Vieri: i suoi 167 clean sheets non si sono convertiti in un gran numero di trofei, visto che vinse solo una Coppa Italia col Torino e uno scudetto con l’Inter, ma comunque gli sono bastati per chiudere questa prestigiosa classifica.

Quanti in una sola stagione?

Questa è abbastanza semplice: il record di clean sheets in una singola stagione di Serie A è di 21 ma in questo caso la vetta è parecchio affollata, visto che sono stati ben cinque i portieri a riuscire nell’impresa. Cronologicamente, il primo ad arrivare a 21 partite senza concedere gol fu il portiere del Milan Fabio Cudicini nella stagione 1968-69, raggiunto 25 anni dopo da un altro rossonero, il memorabile Sebastiano “Saponetta” Rossi. Buffon ci è riuscito ben due volte in carriera, entrambe con la maglia della Juventus, nel 2011-12 e nel 2015-16. Come se la sono cavata i portieri di Roma? Niente affatto male: Morgan De Sanctis ci riuscì nella memorabile stagione 2013-14 della Roma mentre proprio quest’anno Ivan Provedel ha vissuto un’annata scintillante con la Lazio, riuscendo ad entrare in questo club esclusivo.

Provedel Roma Lazio

A consentire a Buffon di staccare il resto della compagnia è però un altro dei suoi record, quello di partite consecutive senza dover raccogliere il pallone in fondo al sacco. Dal 17 gennaio 2016 all’11 marzo 2016, il portiere della Juve riuscì a mantenere la porta inviolata, 10 partite che gli sono valse anche il record di imbattibilità nella Serie A. Per quanto questo termine suoni strano alle nostre orecchie, è un modo interessante per omaggiare il mestiere più difficile ed ingrato del calcio, quello del portiere. Quando ogni errore rischia di farti finire sulla graticola, riuscire a mantenere i nervi saldi e negare la soddisfazione del gol a fior d’attaccanti non è impresa da poco. Anche se non sono entrati in classifica, chiunque ami il calcio ricorda ancora questi pirati dell’area piccola, gente come Giuliano Sarti, Ivano Bordon, Walter Zenga o Stefano Tacconi.

Magari non faranno gioire i tifosi come i centravanti ma, senza la loro lucida follia, il calcio sarebbe tutto un’altra cosa.

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