Calcio

Dalla parte di Barella. Ecco perché va difeso (e protetto) anche se ogni tanto esagera

Si continua a discutere per la tremenda sfuriata che il bomber nerazzurro Lukaku ha avuto in campo, a Genova, con il compagno di squadra Barella. I tifosi si dividono su chi abbia ragione

Dalla parte di Barella. Ecco perché va difeso (e protetto) anche se ogni tanto esagera

Se n'è parlato su tutti i giornali, com'è normale che sia. Perché non capita tutti i giorni che un giocatore dia del "figlio di p..." a un proprio compagno di squadra, urlandogli in faccia tutta la propria rabbia per i rimproveri subiti in modo plateale. Stiamo parlando della furibonda sfuriata che Lukaku ha fatto a Barella durante Sampdoria-Inter. Dopo la partita il mister nerazzurro, Simone Inzaghi, ha spiegato che "sono cose di campo, me ne sono accorto subito, non mi piace. A fine primo tempo ne abbiamo parlato, nello spogliatoio era già tutto chiarito". Su una cosa ha ragione da vendere: sono cose di campo. Sono sempre accadute, accadono e accadranno in futuro. Però un'esplosione di rabbia così forte, da parte di uno che, di solito, è abbastanza tranquillo come Lukaku, a meno che non si trovi davanti Ibrahimovic, fa pensare. Sarà davvero tutto passato in casa Inter?

Tutto è nato da un controllo di palla sbagliato da Lukaku (capita), con Barella che se la prende in modo vistoso, lamentandosi dell’errore del belga e sbracciando in modo plateale. Nota bene: Barella non è nuovo a manifestazioni simili in campo. Lukaku non ci sta e sbotta: "Basta! Basta! Non si fa così", un paio di parolacce in inglese e un assai poco delicato "figlio di p...". Di certo Lukaku è molto teso, perché nonostante l'impegno non riesce ancora ad essere determinante come lo era con Conte in panchina. E di questo, ovviamente, non può essere felice. Segnali di ripresa ci sono, ma ancora troppo pochi.

Barella

Ma c'è un altro dettaglio che fa discutere. Barella non è nuovo a simili sfoghi stizziti nei confronti dei propri compagni. È un suo limite, deve lavorarci. Ma la grinta che mette in campo, ogni volta che viene buttato nella mischia, è a dir poco invidiabile. Quale squadra top in Europa non lo vorrebbe schierare nel proprio undici titolare? Difficile trovare uno come lui. E non solo per la grinta, anche per i polmoni, gli assist, le felici (e frequenti) incursioni in attacco e, non da ultimo, le tante botte che, suo malgrado, subisce in campo. Un centrocampista di assoluta qualità e valore. Oltre che un ragazzo davvero innamorato della maglia che indossa. Avercene di Barella. Per questo, pur ammettendo che deve darsi una regolata, non possiamo dargli troppo la croce addosso. Barella il "barroso" (attaccabrighe, come lui stesso si definì, parlando di quando era piccolo), va difeso.

È troppo importante per l'Inter e per la Nazionale.

Barella in Nazionale

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