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Ecco quali sono i 15 stadi più importanti del mondo

Se in Italia si discute all'infinito sulla questione stadi, altrove si è già lavorato molto per ristrutturare o ricostruire alcuni tra gli impianti più famosi al mondo. Vediamo quali sono i 15 più importanti del pianeta

Ecco quali sono i 15 stadi più importanti del mondo
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Uno dei dibattiti che anima da decenni il mondo del calcio italiano è quello sulla questione degli stadi. Pochi negano il fatto che siano vecchi, scomodi, talvolta pericolosi e del tutto inadeguati alla modernità. Per non parlare, poi, di come non avere un impianto di proprietà sia un fattore importante nell’ostacolare la crescita dei club italiani. Forse, però, non tutti si rendano conto di quanto si sia lavorato all’estero per rendere sempre più belli e moderni alcuni impianti legati a triplo filo con la storia del calcio. Vediamo quindi quali sono i quindici stadi di calcio più importanti al mondo, quelli che basta nominare per far emozionare ogni appassionato dello sport più amato del pianeta.

15. Estádio da Luz, Lisbona

Anche se spesso ci piace ironizzare sul calcio portoghese, impossibile negare che il Benfica disponga di un impianto che noi, in Italia, possiamo solo sognare. Quando si è trattato di adeguare la casa delle Aguias, non si è andati per il sottile: il vecchio stadio, costruito negli anni ‘50, è stato demolito e ricostruito da zero, in tempo per ospitare gli Europei del 2004. Come successo un po’ ovunque nel mondo, la capacità è stata ridotta da 120.000 agli attuali 64.642 spettatori ma il nuovo stadio è davvero splendido.

Estadio da Luz Wikimedia

Impressionante, poi, il fatto che sia costato solo 162 milioni di euro, investimento del tutto ripagato, visto che dal 25 ottobre 2003 al 2018 aveva già ospitato più di 17 milioni di spettatori. Quello che nel 2014 venne definito dai lettori dell’Equipe lo stadio più bello d’Europa ha ospitato due memorabili finali della Champions League oltre a quella di Euro 2004, con la favola della Grecia. Una curiosità? Il fatto che sia conosciuto con il nome della vicina chiesa di Nossa Senhora da Luz.

14. Stade de France, Saint-Denis

Ai francesi piace sempre fare le cose in maniera diversa dagli altri ma quando si è trattato di dotare la capitale di un impianto importante, in grado di ospitare grandi eventi, hanno preferito copiare i poco amati cugini oltre la Manica. Lo stadio costruito nella periferia nord della tentacolare capitale transalpina per ospitare la finale dei mondiali del 1998, infatti, ospita solo le partite delle nazionali di calcio e rugby, finali internazionali, venendo usato piuttosto raramente dalle due grandi squadre di rugby di Parigi, lo Stade Français ed il Racing 92.

Stade de France ANSA

Quando fu inaugurato il 28 gennaio 1998, il sesto stadio più grande in Europa era una meraviglia tecnologica, con le tribune semoventi che coprono la pista d’atletica, il tetto ultra-moderno ed altre soluzioni all’avanguardia. C’è chi dice che, nonostante abbia ospitato fior di concerti e un’infinità di finali nazionali ed europee, tenere gli 81.338 posti a sedere vuoti per gran parte dell’anno non sia il modo migliore di ripagare i 364 milioni di euro spesi a suo tempo. Una cosa è certa: lo Stade de France è uno degli stadi più famosi al mondo.

13. Estadio Metropolitano, Madrid

Per i tifosi colchoneros la stessa idea di abbandonare il mitico Vicente Calderon sembrava quasi impensabile ma, col tempo, tutti si resero conto che per tenere il passo dei rivali del Real Madrid, l’Atletico avrebbe avuto bisogno di uno stadio molto più moderno. Per fortuna, le autorità della capitale spagnola avevano già speso parecchi soldi per costruire un impianto nella periferia est, vicino all’aeroporto di Barajas. Lo stadio della Peineta non era un granché ma disponeva di parecchio spazio attorno per espanderlo: nonostante fosse stato inaugurato solo nel 1994 era stato usato pochissimo, tanto da costringere la municipalità di Madrid a venderlo.

Wanda Metropolitano ANSA

L’Atletico Madrid pagò quindi 30,4 milioni di euro ed iniziò i lavori di ristrutturazione per espandere grandemente la capacità dell’impianto, rendendolo uno dei più moderni al mondo. Quando si trattò di scegliere il nome, non ci furono dubbi: Metropolitano, come lo stadio nel quale l’Atletico aveva giocato dal 1923 al 1966. L’impianto non è enorme, solo 70.460 posti, ma quando è pieno, come nel recente derby di Madrid, l’atmosfera non ha niente da invidiare al mitico Vicente Calderon. Visto che ospita anche parecchi concerti, i 240 milioni di euro spesi per la ristrutturazione sono stati un buon investimento per il club madrileno.

12. Anfield, Liverpool

Parlare di calcio senza parlare della casa dei Reds è quasi impossibile. L’impianto che prende il nome della strada in un quartiere residenziale della città portuale è un vero e proprio controsenso nel mondo di oggi. Costruito nel 1884, quando ospitava i rivali cittadini dell’Everton, dal 1892 ha visto tutte le partite del Liverpool, caso più unico che raro. Anfield è scomodo, ha zero parcheggi nelle vicinanze, una struttura antiquata ma è tuttora considerato uno dei più importanti al mondo. Per capire cosa lo renda così speciale, basta andarci e sentire i 54.074 spettatori che cantano You’ll Never Walk Alone prima del calcio d’inizio.

Anfield ANSA

Il Liverpool ha scelto di ristrutturare pesantemente l’impianto ma mantenerne intatta l’identità e il carattere, distribuendo i lavori nel corso di diverse stagioni: quando saranno completati Anfield salirà a 61.276 posti a sedere, cosa che lo renderà il quinto stadio più grande d’Inghilterra. Negli anni 2000 la società aveva pensato di abbattere lo storico impianto e ricostruirlo altrove ma le proteste dei tifosi sono state tali e tante da costringerli a cambiare idea. Con tutte le sue idiosincrasie, Anfield rimane sempre uno degli stadi più iconici al mondo.

11. Stade Vélodrome, Marsiglia

Marsiglia è una città tanto strana quanto affascinante e non potrebbe essere rappresentata da uno stadio normale. Già il fatto che la casa dell’Olympique fosse stata pensata per ospitare principalmente le gare di ciclismo fa capire che non ha avuto vita facile nell’antica città mediterranea. Da quando fu aperto il 13 giugno 1937, infatti, ci vollero anni prima di eliminare la pista di ciclismo, cosa che lo rese inviso ai tifosi dell’OM, affezionati allo Stade de l’Huveaune, la cui costruzione avevano parzialmente finanziato negli anni ‘20. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la società fu costretta a vendere il suo stadio, i tifosi furono ‘costretti’ ad abituarsi al Vélodrome.

Velodrome ANSA

L’impianto marsigliese è stato ristrutturato pesantemente più volte a partire dagli anni ‘70, crescendo poco alla volta fino agli attuali 67.394 posti a sedere. Nonostante abbia ospitato semifinali nei due mondiali francesi del 1938 e 1998, il più grande stadio di club in Francia è tuttora proprietà della città di Marsiglia ma, dopo l’ultima ristrutturazione per gli Europei del 2016, è uno dei più affascinanti al mondo. Più che lo straordinario tetto ellittico, a rendere il Vélodrome unico al mondo è l’atmosfera rovente che i fedelissimi dell’OM garantiscono.

10. Wembley, Londra

Come si fa a rimpiazzare un impianto talmente iconico da essere definito, non senza un pizzico di prosopopea tutta britannica, la ‘casa del calcio’? L’Empire Stadium, fin da quando fu aperto nel 1923, ha ospitato quasi tutti i momenti più importanti della storia del calcio inglese, tanto da essere definito da Pelè “la capitale, la cattedrale e il cuore del calcio”. Eppure, nonostante le sue due enormi torri fossero un simbolo conosciuto in tutto il mondo, la Football Association si rese subito conto che non sarebbe stato possibile ristrutturarlo.

Wembley ANSA

Quando fu annunciata la sua demolizione, le proteste furono enormi ma la FA decise di andare avanti lo stesso, decisa a costruire l’impianto più bello e moderno al mondo. Il costo di questa operazione fu immane, 789 milioni di sterline, cifra che aggiustata per l’inflazione sale a 1,27 miliardi. Un salasso incredibile, visto che nessuna squadra può permettersi di giocare in questo splendido stadio e dall’inaugurazione il 30 settembre 2002 la FA è sempre a caccia di eventi da ospitare per far tornare i conti. Quando però è riempito da 90.000 spettatori, sovrastato dall’iconico arco, difficile immaginare un posto migliore dove vedere una partita.

9. Allianz Arena, Monaco

Può uno stadio cambiare di colpo le aspettative dei tifosi su cosa possa essere un impianto di calcio? Da quando il Bayern Monaco si è trasferito dallo storico Olympiastadion, nessuno ha certo rimpianto la vecchia casa dei bavaresi. Costruita nel giro di tre anni ed inaugurato il 30 maggio 2005, la Fußball Arena München si fa notare fin da quando ci si avvicina in autostrada. Specialmente di sera, l’esterno completamente illuminato da 2874 pannelli gonfiabili lo rende più simile ad un astronave che ad uno stadio di calcio.

Allianz Arena ANSA

I tifosi del Bayern, vera e propria religione civile nel ricco stato del sud della Germania, sono talmente appassionati che trovare un biglietto all’Allianz Arena è un’impresa quasi impossibile. Nonostante il costo di 340 milioni di euro, il fatto che i 75.024 posti a sedere siano quasi sempre pieni ha reso questo impianto un buon investimento per il club. Il tifo scatenato, i servizi d’eccellenza e il fatto che sia collegato benissimo lo rendono davvero uno dei migliori al mondo.

8. Estadio Azteca, Città del Messico

Quando uno stadio ospita il gol e la partita del secolo, non può che entrare di diritto nella storia del calcio. Del cielo intensamente azzurro e dell’atmosfera irripetibile di questo stadio straordinario, reso unico dal fatto che si trovi a 2200 metri sopra il livello del mare, si è parlato a lungo ma, dopo varie ristrutturazioni, quello che a Città del Messico chiamano ancora El Coloso de Santa Úrsula rimane uno degli stadi più importanti al mondo. La capacità si è ridotta parecchio negli anni ma l’Azteca, con i suoi 87.523 posti a sedere, rimane uno dei più grandi impianti al mondo.

Estadio Azteca ANSA

Lo stadio ora ospita le partite della nazionale messicana e di due grandi squadre della capitale, il Cruz Azul ed il Club America, non è particolarmente antico, visto che fu costruito dal 1961 al 1966 in previsione del mondiale di calcio del 1970. Da allora non è passato anno senza che lo storico impianto non sia stato in qualche modo rinnovato ma a partire dal febbraio 2015 è stato rifatto praticamente da zero. Lo stadio, proprietà del gruppo mediatico Televisa, è ora il centro di un distretto con centro commerciale, alberghi, parcheggio per 2500 macchine. Conciliare business e storia del calcio, a quanto pare, è possibile.

7. Estadio Monumental, Buenos Aires

Quando hai il coraggio di definire uno stadio “monumentale”, non può certo trattarsi di un impianto comune. La storia di come il River Plate, dopo essersi trasferito dalla Boca al quartiere signorile di Nunes, riuscì a costruire il più grande stadio del Sudamerica meriterebbe un articolo a parte ma è certo che, quando gli 86.049 tifosi dei Millionarios sono presenti, una partita al Monumental è un’esperienza unica. Ancora più interessante come il sogno del presidente Antonio Vespucio Liberti, inaugurato il 26 maggio 1938, sia riuscito a rimanere godibile e moderno.

Estadio Monumental Fotogramma

Qui si giocò la famosa finale del mondiale del 1978 tra Argentina e Olanda e ben quattro finali della Copa América ma originariamente era a forma di ferro di cavallo. Per completare parzialmente l’ovale ci vollero i 10 milioni di dollari pagati dalla Juventus per Omar Sivori nel 1958. Si dice che, ogni volta che il River vende un giovane, metta mano al Monumental: tra il 2014 e il 2015 l’impianto è stato pesantemente rinnovato, installando un enorme maxischermo, ampliando il museo, aprendo uno store ufficiale e vetrate all’esterno delle gradinate più basse. La ragione? Migliorare l’esperienza degli spettatori.

6. Camp Nou, Barcellona

Per rendersi conto di quanto enorme sia lo stadio del Barcellona, bisogna per forza visitarlo. Al contrario di quanto successo quasi ovunque nel mondo, ogni ristrutturazione del Camp Nou non ha quasi mai ridotto la capienza dell’impianto, che sfiora i 100.000 posti a sedere. L’erede del vecchio Camp de Les Corts nacque perché era impossibile espandere ancora l’impianto e soffrì fin da subito di gigantismo. Riuscire a completare un’impresa del genere nella Spagna di Franco, in una città da sempre ostile al regime fu una mezza impresa. Ci vollero più di tre anni, dal 1954 al 1957, per costruirlo e costò quattro volte più del previsto, tanto da costringere il Barça a tirare la cinghia per anni pur di ripagare i debiti accumulati. Visto il ruolo mitico dell’impianto, un investimento decisamente azzeccato.

Camp Nou ANSA

Lo stadio, ispirato alla casa del Feyenoord, il famoso De Kuip, dopo aver toccato la cifra incredibile di 121.401 spettatori per il mondiale di Spagna 1982, negli anni ‘90 è stato migliorato in parecchi aspetti, dall’altezza del campo alla nuova tribuna stampa alla scomparsa delle gradinate, sostituite da posti a sedere. A Barcellona, però, non si è mai contenti: nel 2007 si valutò di ampliarlo ancora di 13.500 posti, per poi “accontentarsi” di soli 6000. Visto il costo di 250 milioni di euro, nel 2010 il progetto fu bloccato. Quattro anni dopo, il costo era salito a quasi 600 milioni ma i lavori sono iniziati solo il 1 giugno 2023. Quando saranno finiti nel 2025, il Camp Nou sarà ancora più impressionante. Sempre che il Barcellona sia in grado di pagarlo...

5. San Siro, Milano

Non è moderno, non è razionale, alle volte rischia di farti perdere la pazienza ma pochi tifosi al mondo dimenticheranno la prima volta che, usciti dalla stazione della metro, hanno visto l’inconfondibile sagoma del Giuseppe Meazza. Tutto quello che fa arrabbiare i tifosi, dalle enormi torri di cemento armato alle scalinate a spirale, dalla mancanza di organizzazione ai servizi antiquati sono tutte cose che rendono l’impianto meneghino unico al mondo. Se Inter e Milan non vedono l’ora di potersi creare una casa propria e finire la lunghissima coabitazione, orde di amanti del calcio sperano che questo monumento vivente rimanga ancora vivo e vegeto.

San Siro ANSA

L’impianto, costruito in poco più di un anno nel 1926 grazie al presidente del Milan Piero Pirelli, ha vissuto quasi un secolo di continue modifiche, cambi di proprietà, ristrutturazioni, abbandoni dolorosi e costosi ampliamenti, dal secondo anello del 1955 al controverso terzo anello inaugurato in tempo per Italia ‘90. San Siro non sarà più all’avanguardia ma, quando ci sono 75.817 tifosi scatenati è ancora in grado di offrire sensazioni uniche. Con tutti i suoi difetti rimane sempre un simbolo della metropoli meneghina e dell’Italia nel mondo.

4. La Bombonera, Buenos Aires

Quando provi a descriverlo a chi non c’è mai stato, l’impianto del Boca Juniors sembra uscito dagli incubi di un architetto pazzo. Come si fa a giocare in uno stadio che ha un lato diritto e tre curve ripidissime, un campo minuscolo ed è costruito nel bel mezzo di uno dei quartieri più densamente popolati al mondo? Non ha alcun senso ma, forse, è proprio questo il fascino della casa degli Xeneises, il club che, almeno a sentire loro, è tifato dal 50% più uno dell’intera Argentina? La ‘scatola di cioccolatini’ è irragionevole, antiquata ma quando i 57.395 tifosi scatenati si mettono a saltare insieme e l’intero impianto “trema”, non ha uguali al mondo.

Bombonera ANSA 2004

Ci vollero quasi 9 anni, dal 1931 al 1940, prima che il Boca Juniors riuscisse a comprare il terreno e costruire la base di quello che sarebbe diventato uno degli stadi più famosi al mondo. Da quando, il 25 maggio 1940, il Boca ospitò i rivali del San Lorenzo, i lavori non sono mai finiti, dalla costruzione del quarto anello nel 1996 all’introduzione del maxischermo nel 2008 ma il fascino della Bombonera è irripetibile. Dai murales alle coreografie delle barras bravas, fino alle statue dei grandi del Boca, è un pezzo irripetibile della storia del calcio.

3. Signal Iduna Park, Dortmund

Chi magnifica la famosa Kop, la leggendaria curva del Liverpool, probabilmente non ha mai visto di persona la Südtribüne del Westfalenstadion, lo stadio che ha una città attorno. Niente in questo impianto ha molto senso; fu costruito in tre anni con l’occhio al portafoglio coi fondi del mondiale 1974 destinati alla città di Colonia, che si tirò indietro, spaventata dagli alti costi e da allora non ha mai smesso di crescere. Dortmund ha appena 600000 abitanti e non è ancora riuscita a riprendersi dopo la fine dell’industria mineraria; per evitare la depressione, gli abitanti si sono stretti attorno al Borussia, una vera e propria questione di fede.

Westfalenstadion

Ogni volta che il Borussia vinceva, si metteva mano all’impianto, cresciuto dagli originali 54.000 agli attuali 81.365 posti, alcuni dei quali ancora in piedi ma rimane ancora un impianto sui generis. Nonostante le suite per i Vip, il prezzo dei biglietti è tra i più bassi d’Europa, la società è stata aiutata a ripagare il debito per comprarlo e, senza il contratto pubblicitario con la compagnia di assicurazioni Signal Iduna, probabilmente sarebbe fallita. Il fatto che sia il più grande stadio di Germania non ha alcun senso, come il fatto che sia diventato la principale attrazione turistica dell’antica città renana. Quando i 24.454 maniaci della Sud formano Die Gelbe Wand, il muro giallo, nessuno può rimanere impassibile: la curva più famosa al mondo fa sempre la differenza.

2. Maracanà, Rio de Janeiro

Alle volte basta un nome per far scattare emozioni fortissime. Come si fa a parlare senza superlativi per lo stadio voluto da un dittatore per essere il più grande al mondo, costruito in fretta e furia per celebrare il trionfo del Brasile, che invece fu teatro della disfatta sportiva più dolorosa della storia del paese sudamericano? L’Estadio Jornalista Mario Filho è ben lontano dai 199.854 spettatori visti nel leggendario Maracanazo, la sconfitta per 2-1 contro l’Uruguay che costò alla Seleçao il mondiale di casa del 1950 ma è tuttora uno dei più affascinanti impianti al mondo.

Maracana ANSA

Il Maracanà è fonte di infiniti aneddoti, dal fatto che ci volle fino al 1965 per completarne davvero la costruzione, a come nel 1969 fu proprio qui che Pelè segnò il suo millesimo gol fino all’incidente del 19 luglio 1992, quando una tribuna crollò nella finale tra Botafogo e Flamengo, causando la morte di tre spettatori. Ci vollero due anni prima che nel gennaio 2007 il nuovo Maracanà fosse riaperto, trasformato in un impianto da 87.000 posti a sedere ma lo stadio è sempre al centro delle polemiche. In fondo, però, conta davvero poco: era e rimane uno dei posti più mitici al mondo. Se non ci fosse, andrebbe davvero inventato.

1. Estadio Santiago Bernabeu, Madrid

Come si fa a spiegare perché quello che i vecchi tifosi blancos continuano a chiamare il Nuevo Chamartin è lo stadio più importante al mondo? Forse è impossibile ma basta dare un’occhiata a questo impianto insensato, incastonato nel bel mezzo di un quartiere tra i più prestigiosi della capitale iberica, per farsene un’idea. Costruito dal 1944 al 1947 per rimpiazzare il vecchio stadio di quello che sarebbe diventato il club più titolato al mondo, l’Estadio Real Madrid Club de Fútbol è il sogno del presidentissimo Santiago Bernabeu fatto realtà. Con le vittorie delle Merengues passò negli anni ‘50 dagli originali 75.000 fino a 125.000 spettatori, contribuendo non poco al dominio del Real sul calcio europeo ma l’impianto non ha mai smesso di trasformarsi.

Santiago Bernabeu esterno ANSA

Nonostante il club abbia speso centinaia di milioni in passato, l’ultima espansione da 525 milioni di euro trasformerà l’iconico stadio in una vera e propria meraviglia tecnologica: gli 85.000 spettatori saranno coperti da un tetto retrattile ispirato a quello del Colosseo, un campo semovente, tutto realizzato senza che le Merengues debbano lasciarlo per più di qualche mese. Quando sarà finito, il Santiago Bernabeu avrà più ristoranti, un centro commerciale, un albergo con stanze vista campo e un maxischermo a 360°. Quando il 30 maggio 2024 Taylor Swift porterà il suo mega-tour al Bernabeu, i fan della pop-star americana non crederanno ai loro occhi.

È costosissimo, esagerato ma rimane unico al mondo: il futuro del calcio non potrà che passare dal Nuevo Chamartin.

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