Quando Galliani comprò di nascosto Marcel Desailly

Nell'autunno del 1993 il "Condor" si prese un bel rischio, puntando sul talento francese senza informare Berlusconi: il retroscena è stato svelato nella serie "1994: più che una squadra", appena uscita su Sky

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"Ho fatto un colpo da matto", ripete oggi sorridendo disteso, davanti alle telecamere puntate. Ma all'epoca, nell'ottobre del 1993, i nervi dovevano essere vagamente più tirati. Anzi, sicuramente, per sua stessa ammissione. Su Sky è appena uscita la serie "Milan 1994: più che una squadra", iniziativa taumaturigica in un frangente come questo, dove occorre lenire gli sberci lasciati in eredità dalla doppia stella interista nel derby.

Il passato - una faglia spazio temporale di trent'anni fa - a volte ritorna per accarezzare. A lui, che poi sarebbe Adriano Galliani, deve ancora procurare più di un sussulto. Perché, racconta nella mini serie, in quella finestra di calciomercato si rese autore di un numero d'alta scuola circense. In equilibrio sull'asse Milano - Marsiglia, anche un po' bendato, con il rischio di piombare di sotto.

Urge però un contesto minimo. La stagione 1993/94 comincia con un deciso sfoltimento dei protagonisti precedenti, rimpiazzati da nomi nuovi. Il regno degli olandesi è ormai tramontato: Gullit e Rijkaard vengono ceduti a Sampdoria e Ajax, mentre Van Basten non giocherà più. Aldo Serena si ritira dal calcio, Lentini si sfracella in un drammatico incidente stradale e resta fuori per tutta la stagione. Se ne va anche Chicco Evani.

Per contro arrivano Brian Laudrup, Florin Răducioiu, Christian Panucci, Alessandro Orlando, Mario Ielpo e, a ottobre, appunto, Marcel Desailly. Più tardi il Cavaliere, ormai appreso che il francese è milanista, dirà in un'intervista: "Speriamo che abbiano ragione Braida e Galliani, che vedono in lui un sostituto di Rijkaard, con le stesse caratteristiche fisiche, con la stessa statura persino, e con gli stessi ruoli: il libero, il centrale e il mediano di spinta".

Le cose, ricorda Galliani, stavano così: "Corteggiavo da tempo Desailly, sapevo come fare per portarlo a Milano e avevo un buonissimo rapporto con il Presidente del Marsiglia, Tapie". Insomma, il "Condor" si era mosso talmente in anticipo che, arrivati a quel punto del flirt, se avesse chiesto un nulla osta al presidente Silvio Berlusconi lo avrebbe messo in imbarazzo. Così decide di muoversi da solo, in piena autonomia, anche perché Marcel è fortemente richiesto dal tecnico Capello.

Galliani prende un aereo e va a casa di Tapie, anche se sa che non ci sono quattrini: "Avevo ricevuto e controfirmato una lettera che mi informava di questo", rivela nella serie. Eppure l'affare si fa e Desailly arriva davvero sulla sponda rossonera dei Navigli.

A quel punto Berlusconi non può che prenderne atto, Capello gongola e il Condor un po' trema, aspettandosi una reazione potenzialmente scomposta. "Ho rischiato non so cosa", ammette. Ma è andata bene, in questa e in moltissime altre occasioni.

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