Calcio

Questa rovesciata è davvero il gol più bello dell’anno? Il calcio ha un problema

Se la storia del giovane Madruga, passato dalla Serie B brasiliana a ricevere il Puskas Award per il gol più bello fa bene al cuore, il messaggio che lancia non è positivo. Premiare giocate da Playstation invece di celebrare tecnica e gioco di squadra farà solo male al calcio

Questa rovesciata è davvero il gol più bello dell’anno? Il calcio ha un problema
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Qualche giorno fa la Fifa ha assegnato i premi per il 2023 nella solita parata di stelle in quel di Londra. A questo punto il dubbio che eventi del genere servano più al marketing che ad altro è più che lecito. Il fatto che per la terza volta consecutiva abbia vinto un certo Lionel Messi sembra fornire tutte le prove di cui si può avere bisogno. Invece di premiare l’impresa incredibile di Spalletti, si è andati sul sicuro, celebrando il fatto che il ricchissimo Manchester City abbia finalmente vinto quella Champions che inseguiva da una vita. Il risultato del Puskas Award, il premio che celebra il gol più bello dell’anno, però, ha fatto suonare qualche campanello d’allarme. I gol arrivati in finale sembravano esprimere tre aspetti diversi del gioco più amato al mondo. Il fatto che si sia scelto quello che strappa più clic sui social è una questione che dovrebbe preoccupare non solo gli amanti del pallone di una volta ma tutto il mondo del calcio.

Rovesciata voluta o colpo di fortuna?

Per la grande gioia del protagonista, che a malapena si capacitava di essere nella stessa stanza dei suoi eroi di gioventù, Guilherme Madruga è sembrato davvero un miracolato quando è salito sul palco per ritirare il premio. Riuscirci a 23 anni, età già piuttosto avanzata in un paese dove i talenti veri se ne vanno in Europa giovanissimi, è sembrato un sogno, specialmente se consideri che quella rovesciata clamorosa l’ha segnata mentre giocava nell’altro Botafogo, quello di Ribeirao Preto, nella serie B brasiliana. Coincidenza niente affatto casuale, lo stesso giorno che ha ricevuto il premio ha segnato anche il passaggio nella massima divisione con il Cuiaba, un sogno che inseguiva da quando suo padre lo convinse a mollare la pallamano e provare a diventare un calciatore professionista.

Tutto molto bello, alla “volemose bene”, ma da quando, quel 27 giugno 2023, Guilherme ha imbroccato il proverbiale tiro della domenica, ne è passata di acqua sotto i ponti. Dopo esser stato nominato al Puskas Award a settembre, pochi mesi dopo è arrivato il riscatto da parte del Botafogo e il successivo passaggio in Serie A. Che problema c’è in questa storia strappalacrime? Nessuno. Come si fa a non esser contenti per il successo di un ragazzo che temeva di aver tradito la fiducia della sua famiglia? Il problema è che è proprio lui ad ammettere che è stato un colpo di fortuna. Lui la chiama “creatività”, roba che è normale in Brasile: chi mastica calcio da una vita ci vede invece la degenerazione del calcio, il voler trasformare tutto in highlights acchiappa-clic.

La poesia del calcio di De Zerbi

Il confronto con il secondo classificato non potrebbe essere più stridente. Se il gol di Guilherme è una rondine che non fa primavera, la rete segnata dal giovane talento paraguayano Julio Enciso è una roba da stropicciarsi gli occhi. Più che la cannonata che gli esce dal destro e che impallina l’incolpevole Ederson da fuori area, la cosa stupefacente è l’azione che l’ha preceduto, roba che ai più stagionati fa venire in mente il mitico gol dell’1-0 in Germania-Olanda, finale del mondiale 1974. Un’azione insistita, passaggi rapidi, evitando il pressing degli avversari, un giro palla niente affatto lezioso che mette il giovane centrocampista in posizione ideale per segnare un golazo.

Merito certo del talento sudamericano, arrivato nell’estate 2022 dal Libertad per approdare alla corte di un maestro di calcio come Roberto De Zerbi. Il suo Brighton gioca così, in maniera corale, armoniosa ma non solo contro squadre materasso, che in Premier si contano sulle dita di una mano. A rendere il gol ancora più speciale è il fatto che quel 24 maggio 2023 di fronte avevano la corazzata Manchester City, pronta a far passare una nottata orribile ai tifosi dell’Inter e chiudere una stagione da incorniciare. Invece di premiare il lavoro di un gruppo, un gol che non si sarebbe potuto segnare senza il contributo di tutti, si è scelto di festeggiare la giocata da Playstation.

La lucida follia di Nuno Santos

Il terzo classificato nella lista del Puskas Award è una rete che, invece, rappresenta al meglio quella lucida follia che, una volta ogni tanto, coglie i giocatori più talentuosi. Li conosciamo tutti, da Rafael Leao a tanti altri, sono quelli che sbagliano dieci gol fatti, facendoti imbufalire oltre ogni limite, per poi segnare da posizione impossibile e tirare giù lo stadio. Quel 12 marzo 2023, quando al José Alvalade di Lisbona si è giocata Sporting-Boavista, ben pochi dei tifosi dei Leões si immaginavano che Nuno Santos avrebbe tirato fuori dal cilindro un coniglio del genere. Il laterale lusitano si era già fatto vedere al mondiale under-20 2015, segnando due reti prima di venir eliminato dal Brasile ai rigori ma, da quel momento, sembrava un po’ essersi perso. Quando meno te l’aspetti, ecco però l’illuminazione divina, quell’idea malsana che, una volta ogni tanto, si trasforma in momenti irripetibili. Quel gol i tifosi dello Sporting lo ricorderanno a lungo.

Come si fa a passare da una palla recuperata a centrocampo, una corsa in avanti a difesa schierata che sembrava avere zero possibilità di trasformarsi in gol ad un momento degno di entrare nel pantheon della squadra della capitale? Ci vuole più di un pizzico di follia e tanta, tanta tecnica. Quando si è visto arrivare quel passaggio da Chermiti, Nuno Santos vedeva solo i quattro difensori tra sé e la porta ma non si è preoccupato più di tanto: ha accorciato il passo e messo uno dei fondamentali più difficili del calcio, la mefitica rabona. Quel suo sinistro beffardo ha lasciato tutti di stucco, infilandosi dove Bracali non sarebbe mai potuto arrivare.

Cosa lo rende diverso dalla rovesciata di Madruga? Il fatto che uno ha vinto alla lotteria del calcio mentre l’altro ha probabilmente provato quella giocata mille volte in allenamento. Ha senso tentare cose del genere? Chiaramente no, ma l’atteggiamento assomiglia a quello di Zlatan Ibrahimovic quando, ritrovatosi spalle alla porta contro l’Inghilterra, ebbe l’ardire di immaginare uno dei gol più belli di sempre. Magari una rovesciata del genere Guilherme sarà in grado di farla ancora ma abbiamo parecchi dubbi.

Nel caso di Santos ed Ibra, quello era forse l’unico modo di segnare: se si fosse sistemato il pallone, la difesa gli avrebbe chiuso ogni spiraglio. Riuscire a farlo in maniera estremamente stilosa è solo la ciliegina sulla torta. Questioni di lana caprina? Forse, ma questa scelta non mi è piaciuta. Non è con le belle storie ed i clip da TikTok che il gioco più amato al mondo si garantirà un futuro.

Chiamatemi pure boomer ma il calcio vero è altra roba.

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