Calcio

Solo un punto per l’Inter: Zirkzee gela San Siro, il Bologna rimonta

Clamoroso a San Siro: un Bologna dalla tenuta impeccabile trova il pareggio con un’eccezionale rimonta, perché dopo l’avvio devastante dell’Inter coi gol di Acerbi e il decimo centro di Lautaro, la riprende con Orsolini e chiude col golazo di Zirkzee

Orsolini ancora protagonista: l'attaccante rossoblù dà il via alla rimonta straordinaria della squadra di Thiago Motta (via Fc Bologna)
Orsolini ancora protagonista: l'attaccante rossoblù dà il via alla rimonta straordinaria della squadra di Thiago Motta (via Fc Bologna)
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Clamoroso al Meazza: il braccio di ferro tra l’Inter ed il Bologna finisce 2-2. I nerazzurri di Inzaghi partono con propulsioni devastanti e paiono dominare da subito il match, perché un corner perfetto di Çalhanoğlu pizzica la testa di Acerbi che gira benissimo e buca Skorupski. Dopo nemmeno due minuti, neanche il tempo di festeggiare il vantaggio ottenuto, che Lautaro Martínez fa una magia e segna, con un eurogol dai venticinque metri, il decimo centro stagionale in otto partite. Tutto sotto controllo per i padroni di casa, ma il Bologna non ci sta: in meno di venti minuti, arriva il terzo gol della partita dai piedi di Orsolini, che, dal dischetto, vince la pressione psicologica contro tutta San Siro e beffa Sommer. L’Inter gestisce il vantaggio e cerca l’affondo, ma, proprio nel momento buono, Ferguson lancia pregevolmente Zirkzee che infila un golazo di precisione e freddezza impressionante: rimonta compiuta per il Bologna.

L’ottava giornata di Serie A, dopo gli anticipi (in pareggio) del venerdì, ricomincia col tutto esaurito e l’atmosfera caldissima di San Siro per Inter – Bologna. L’Inter capolista s’aggrappa quindi di nuovo, come appena una manciata di giorni fa contro il Benfica in Champions, al proprio pubblico: perché vincere in casa contro il Bologna di Thiago Motta sarebbe importante non soltanto per consolidare la classifica e dei numeri già impressionanti, ma anche per tenere alta l’attenzione e sperimentare possibilità. I rossoblù, che stanno viaggiando ad altissimi giri, e sulla scia della vittoria entusiasmante contro l’Empoli sciagurata vittima della tripletta senza possibilità di replica firmata da un super Orsolini, arrivano a Milano da seconda miglior difesa del campionato, con sole 4 reti subìte contro le 3 proprio dell’Inter. 6-1 è il risultato negativo che riecheggia nella mente dei tifosi emiliani: così è finita le ultime due volte. La storia da scrivere è però, adesso, tutta nuova.

Testa e cuore

Ho dato continuità inizialmente, ma abbiamo visto che al di là delle scelte iniziali sono importanti anche quelle a partita in corso”, la spiega così Inzaghi nel pre-partita, perché la formazione che l’allenatore nerazzurro sceglie di mettere in campo per l’undici iniziale è fotocopia di sicurezza di quanto scelto in partenza per affrontare l’appuntamento infrasettimanale di Champions. Così, nel tre di difesa davanti a Sommer, il ballottaggio preannunciato con De Vrij è vinto da Acerbi, che affianca dunque Bastoni e Pavard. Si diceva che la scelta del francese avrebbe potuto aprire le porte ad un avanzamento a centrocampo di Darmian in favore del riposo di Dumfries: a caricarsi della corsa in fascia è invece ancora una volta confermato l’olandese. Niente ricarica d’energie, al momento, nemmeno per Dimarco, scelto dal lato opposto a far da cornice in velocità alle indiscusse certezze del centrocampo interista: Barella, Çalhanoğlu e Mkhitaryan. Ci aveva forse sperato Alexis Sánchez, perché le voci su una sua partenza dal primo minuto erano circolate parecchio: invece, ad affiancare ancora il capocannoniere Lautaro Martínez – che non deve riscattarsi di alcunché ma certo avrà fame da vendere dopo esser rimasto a secco contro il Benfica – Marcus Thuram.

Il “cuore a mille” che, secondo Thiago Motta, il suo Bologna dovrà impiegare, oltre alla testa, per confrontarsi con quest’Inter che gli ricorda tanto quella del suo triplete, vedrà scendere in campo un undici iniziale senza grosse sorprese e del tutto in linea coi pronostici. Questo chiaramente perché i giocatori persi nella linea difensiva non danno al coach brasiliano grandi possibilità di scelta e sperimentazione: a Soumaoro ancora fermo per l’operazione al ginocchio seguita all’infortunio dello scorso maggio e Lucumì e Posch out dal match col Napoli s’è aggiunto, non senza un poco di sgomento da parte del club emiliano, anche Victor Kristiansen, fermatosi nella più recente gara contro l’Empoli per una lesione del retto femorale sinistro. In tal senso, a sostenere Skorupski tra i pali, la linea difensiva è composta dal veterano De Silvestri, con fascia da capitano, Beukema – col primato in campionato per numero di passaggi riusciti – vicino a Calafiori e Lykogiannis. Panchina per l’ex Milan Saelemaekers: preferito Ndoye, con Ferguson – il centrocampista che quest’anno è andato più volte al tiro – e un Orsolini in gran forma, a far da corona all’unica punta Zirkzee, erede naturale del grande ex di giornata Marko Arnautović. In mediana, ancora una volta il duo composto da Aebischer e Freuler.

Inter devastante con Lautaro, ma Orsolini è tutto cuore

Il fischio d’inizio del direttore di gara Guida è quasi impercettibile, nella cornice d’un Meazza strapieno e carichissimo: a malapena si sente, tra i cori e gli applausi del pubblico accorso, ancora una volta, numerosissimo a rispondere alla chiamata. Il primo tiro in porta della gara è di Çalhanoğlu, dopo circa 3 minuti: il turco, da schema su calcio d’angolo, lascia partire una conclusione insidiosa che Skorupski blocca però a terra. Poco dopo – a dimostrazione di quante sorprese questo match in potenza è in grado di regalare – il Bologna dice la sua: Ferguson fa tremare Sommer, perché il portiere francese, schermato dalle retrovie, non vede nemmeno partire il missile del numero 19 rossoblù che esce per un soffio, a fil di palo. È solo e soltanto un’illusione, però, perché l’Inter ingrana la quarta ed è devastante: prima, a metà del decimo minuto, Çalhanoğlu pennella un corner tecnicamente perfetto sulla testa di Acerbi, che è bravo a girarsi e dar forza al pallone, battendo senza scampo Skorupski.

Non c’è nemmeno tempo per il pubblico nerazzurro di apprezzare e festeggiare adeguatamente il gol del proprio centrale di difesa che Lautaro Martínez si prende la scena: l’Inter tiene un pressing altissimo ed aggredisce immediatamente la costruzione dal basso del team di Thiago Motta; palla riconquistata, il Toro se la sposta sul destro e colpisce di collo esterno dai venticinque metri. Colpito ed affondato – eurogol dell’argentino in maglia 10, che segna per la decima volta in otto partite della competizione.

La partita è davvero divertente ed accesissima e, al quarto d’ora, il Bologna riesce ad uscire dalla morsa del dominio nerazzurro e rifarsi avanti. L’occasione arriva subito e, com’era stato per l’Inter, da palla inattiva, perché da calcio d’angolo battuto rasoterra Ferguson va giù in area. Var a lavoro, l’arbitro Guida è richiamato quasi immediatamente all’on-field review: Lautaro abbraccia Ferguson ma senza troppo affetto ed è calcio di rigore. Tutti da Sommer e tutti sul dischetto, a creare totale disturbo, quando Orsolini prende in mano il pallone per battere dagli undici metri. Intuisce Sommer, che si lancia sul palo alla sua sinistra, ma non ci arriva: super Orso carica i suoi – il Bologna c’è.

Il Bologna tenta continuamente di giocar palla, nonostante il pressing dell’Inter rimanga davvero alto: i nerazzurri si spengono forse un po’, in termini di carica iniziale, tanto che Inzaghi inizia a fremere a bordo campo e, complice qualche fatica espressa da Bastoni, manda a scaldare De Vrij; nonostante questo, però, è straordinariamente continua nel costruirsi spazi e creare devastanti grattacapi a Skorupski – non da ultimi Dimarco che tenta di firmare il tabellino direttamente da punizione, alzata in corner dall’estremo difensore polacco, e Pavard che si sperimenta in rovesciata. L’Inter vuole già rifarsi avanti, per ribadire il giusto margine di sicurezza nel match: Inzaghi muove le pedine e, mentre Barella è tenuto a uomo da Freuler e Calafiori scherma i movimenti di Thuram, Dumfries continua a muoversi centralmente per sbaragliare le linee avversarie. Con pazienza i nerazzurri costruiscono, ma di spazi non se ne aprono molti e i duelli quasi personali ne sono l’emblema: un match da vero braccio di ferro, in cui, pare, soltanto chi troverà il corretto equilibrio tra cuore e testa ne trarrà vantaggio.

Zirkzee glaciale: la rimonta è compiuta

L’incipit è, per entrambe le compagini, con gli stessi uomini dei rispettivi undici d’avvio, e il primo guizzo è di Thuram, che stavolta si smarca da Calafiori e scatta di propulsione – fuorigioco, ma un campanello d’allarme per la squadra di Thiago Motta. L’Inter palleggia bene e gestisce il possesso (attorno al 60%) in maniera altrettanto limpida, e d’altra parte il Bologna ha dalla sua gran coraggio ma anche una buona capacità di costruzione – il primo (ma anche il secondo) corner della ripresa è difatti dei rossoblù, che credono nella rimonta. Detto fatto: al 52’ la palla di Ferguson di prima ad innescare la ripartenza bolognese è solo la prima delle perle, perché poi Zirkzee, che fino a questo momento non era forse entrato pienamente nel match, riceve e legge con una freddezza micidiale la situazione, infilando sul primo palo di precisione. Thiago Motta esulta come fosse già arrivato il triplice fischio.

La panchina dell’Inter è incredula e Inzaghi ha necessità di scuotere gli equilibri: ben tre i cambi nerazzurri, perché escono Dumfries, Dimarco e Thuram ed entrano Cuadrado, Carlos Augusto e Sánchez, il nome chiacchierato nelle immediate precedenze del match perché candidato al posto da titolare proprio al posto del classe ‘97. Qualcosa forse accade davvero: proprio i tre subentrati si fanno protagonisti – Carlos Augusto, entrato con un’esplosività impressionante, serve Alexis Sánchez – con un’incursione in avanti che si conclude in rete, immediatamente annullata per fuorigioco. Cuadrado rimane a terra al limite dell’area per un duro contrasto di Calafiori e si perde qualche istante nel cercare di capire se (e per cosa) il Var stia intervenendo o meno, nel caos momentaneo che i cambi interisti hanno generato. Ndoye, intanto, già ammonito e fuori fase nella gara, esce e lascia il posto a Saelemaekers. L’Inter dà continuità alle azioni, dopo un altro tentativo d’incornata di Acerbi, quasi fotocopia del primo gol, che stavolta però esce alto.

Il nervosismo cresce e ne è esempio plastico il giallo ad Inzaghi, perché la panchina dell’Inter rumoreggia su un altro contrasto duro, stavolta su Sánchez. È impressionante come i padroni di casa si fanno pericolosissimi da corner, in ogni singolo calcio d’angolo battuto: quello battuto al 74’, ancora su un primo palo ad altissima densità, fa tremare tutti, perché Lautaro riesce a trovare una girata magica che liscia il palo, sfiorando il 3-2. Mentre è il recuperato Davide Frattesi a subentrare Çalhanoğlu, le buone notizie non paiono arrivare più al Bologna: Zirkzee, in ricorsa, si ferma toccandosi il polpaccio ed alza il braccio per chiedere il cambio. Thiago Motta richiama allora Sydney von Hooijdonk: attaccante per attaccante, ma gli ospiti devono aggrapparsi al risultato con le unghie e con i denti, perché l’Inter vuole vincerla. Così, Thiago Motta si risistema: fuori De Silvestri e dentro Corazza, fuori Orsolini e dentro El Azzouzi, con Inzaghi che si gioca l’ultima carta a disposizione inserendo anche Asllani. L’assalto interista è totale – al minuto 84, dopo una lunga palla gestita da Cuadrado, Carlos Augusto riceve da rimpallo e tenta la botta al volo.

Nei cinque minuti di recupero concessi, il Bologna cerca di approfittare della fatica (anche mentale) che sta patendo l’Inter nel non trovare più il vantaggio e guadagna minuti preziosi, con una serie di punizioni conquistate e dettate da falli prevalentemente di nervosismo: ne è esempio palese l’ammonizione nei confronti di Bastoni, al primo giro d’orologio nel recupero. Succede un po’ di tutto, nel caos d’un momento topico – alla fine, però, il triplice fischio di Guida sancisce la fine della contesa. Un punto a testa, coi rimpianti dell’Inter e tutto il cuore possibile del Bologna.

Il tabellino del match

INTER (3-5-2) – Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries (55’ Cuadrado), Barella, Çalhanoğlu (83’ Asllani), Mkhitaryan (76’ Frattesi), Dimarco (55’ Carlos Augusto); Thuram (55’ Sánchez), Lautaro Martínez. Allenatore: Simone Inzaghi

BOLOGNA (4-2-3-1) – Skorupski; De Silvestri (82’ Corazza), Beukema, Calafiori, Lykogiannis; Aebischer, Freuler; Ndoye (60’ Saelemaekers), Ferguson, Orsolini (82’ El Azzouzi); Zirkzee (78’ von Hooijdonk). Allenatore: Thiago Motta

Marcatori: 11’ Acerbi (I), 13’ Lautaro Martínez (I), 19’ rig. Orsolini (B), 52’ Zirkzee (B)

Ammoniti: 33’ Ndoye (B), 58’ Martínez (I), 90’+1’ Bastoni (I), 90’+4’ Ferguson (B)

Espulsi: n/a

Arbitro: Marco Guida (Torre Annunziata)

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