Calcio

Il magic moment del Girona, primo nella Liga: i segreti del suo primato in Spagna

Il club catalano è in testa al campionato con due punti in più del Real e quattro rispetto al Barça. Squadra allenata da Michel, società forte e un pubblico che vive e si nutre di calcio

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Il magic moment del Girona, primo nella Liga: i segreti del suo primato

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Arrivati a un terzo del campionato spagnolo in testa, a sorpresa, c'è il Girona. Dieci vittorie, un pareggio e una sconfitta in dodici partite, miglior attacco con 29 gol segnati e 15 le reti subite, con 31 punti totali accumulati.

Un momento storico raggiunto in appena due anni. Nel 2021, in questo preciso momento, il Girona di Mìchel era 19° nella Segunda Division spagnola. Oggi guarda tutte le squadre della Liga dall'alto verso il basso. Ci sono tanti punti forti nel Girona, dalla guida tecnica ai calciatori, il più emblematico è sicuramente quello societario, capitanato dal City Football Group, azienda proprietaria del Manchester City e di tanti altri club in Europa e nel mondo, tra cui anche il Palermo in Italia. Il City Group detiene il 47% delle quote azionarie e alla guida, in qualità di presidente del consiglio di direzione, troviamo Pere Guardiola, fratello di Pep. La figura di Pere è stata scelta per gestire la società, mentre il ruolo di presidente è stato affidato a Delfì Geli, ex difensore, fra le altre, di Barcellona e Atletico Madrid. Nel 2022, dopo tre anni di assenza, il club viene promosso in Liga e già lo scorso anno sorprese con un brillante decimo posto in classifica, a 4 punti dalla qualificazione in Conference League.

Altro punto di forza è rappresentato da Miguel Angel Sanchez Munoz, in arte Mìchel. L’ex bandiera del Rayo Vallecano aveva già collezionato due promozioni nella massima divisione sia con lo stesso Vallecano nel 2018 che con l’Huesca nel 2020. “Sono molto orgoglioso, molto molto orgoglioso”, con queste parole dopo la vittoria contro l’Osasuna e il contestuale pareggio del Real Madrid ha festeggiato il primo posto in classifica. Il suo Girona gioca con un 4-3-3 molto fluido grazie all’interscambiabilità dei suoi interpreti. Sono 21 i giocatori di movimento oltre al portiere Gazzaniga ad essere stati utilizzati, un mix fra giovani di belle speranze e altri di esperienza. Un modo di giocare che ricorda molto quello del City – che ha prestato al club spagnolo più di qualche semplice prospetto interessante – fatto di pressing, aggressione e occupazione degli spazi. La squadra, quindi, è quel giusto mix che serve per emozionare e continuare a stupire. Da capitan Stuani a Daley Blind ed Eric Garcia, passando per i terribili ucraini Artem Dovbyk, 6 gol in 12 presenze e Vitkor Tsygankov, la stella recuperata che tanto bene sta facendo, per finire a Yangel Herrera e Yan Couto, in prestito dal Manchester City.

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Quanto accaduto fino ad ora non rappresenta un miracolo sportivo – lo diventerebbe se alla fine del campionato il Girona dovesse laurearsi campione – ma più che una sorpresa – ormai conclamata – occorre indagare a fondo su come si possa essere – e si possa diventare – realtà. Perché più che stupirsi dei risultati del Girona, occorre unire i fili per capire come questo possa essere possibile. Di tre fattori abbiamo parlato. E senza uno solo di questi è impossibile che tutto ciò avvenga. Una forte società costituisce la base solida e necessaria su cui costruire, una guida tecnica capace di far coesistere giovani e vecchie glorie proponendo un calcio ambizioso e divertente è ciò che fa crescere la consapevolezza dei propri mezzi, una squadra composta da giocatori che hanno voglia di fare bene fa il resto. Esiste un quarto fattore, quello ambientale. Vincere aiuta a vincere e aiuta, soprattutto, a fomentare l’ambiente. I 13.450 posti del “Montilivi” sono pieni in ogni ordine di posto e grado ogni volta che il club gioca in casa, il tifo è incessante e, come ogni realtà di provincia che si rispetti, per sette giorni su sette si parla e si vive di calcio.

In una analisi pubblicata su The Atlantic nello scorso agosto si legge che il Giona di Mìchel “è una squadra che intrattiene chi la guarda, dalla panchina l’allenatore dà delle istruzioni come “minimo due tocchi”, “nascondi la palla”, come se i suoi giocatori stessero giocando per strada”. Il sogno è ambizioso, di certo. Il calendario potrebbe ancora aiutare il Girona e l’ambiente potrebbe rivelarsi decisivo.

Magari a maggio sarà una delle solite tre a vincere La Liga ma è indubbio che abbiamo a che fare con un club che non avrà una grande storia o una grande tradizione ma che oggi ha un certo spessore. Ed è da qui che il Girona è partito.

Dove può arrivare? Qualunque posizione in classifica che significhi qualificazione alle competizioni europee già di per sé rappresenterebbe uno straordinario e storico traguardo, ciò che potrebbe arrivare in più è esattamente l’essenza di cui ci si nutre giocando e vivendo il calcio.

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