Calcio

Vinicius, gli insulti razzisti, la gara sospesa: caos a Valencia-Real Madrid

Il calciatore brasiliano chiede che il tifoso che l'ha insultato venga allontanato. Dopo dieci minuti di stop la gara riprende e termina con l'espulsione dello stesso Vinicius

Vinicius, vittima di insulti razzisti e gara sospesa: succede di tutto in Valencia-Real Madrid

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Vinicius, vittima di insulti razzisti e gara sospesa: succede di tutto in Valencia-Real Madrid

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Vinicius Junior, bersaglio di insulti razzisti, durante la partita Valencia-Real Madrid, andata in scena domenica al Mestalla e terminata 1-0 per i padroni di casa.

Dopo aver sentito gli insulti nei suoi confronti, il brasiliano indica un tifoso in tribuna e ne pretende l’allontanamento: gara sospesa con Vinicius che minaccia di non tornare a giocare. Dopo dieci minuti di trattative e raccomandazioni dello speaker, il gioco riprende. Nel finale Vinicius, espulso per un fallo su Hugo Duro, esce tra gli insulti. Nel dopo partita scoppia la bufera. Durissima la presa di posizione di Carlo Ancelotti nel dopo partita e dello stesso calciatore brasiliano.

La ricostruzione

È successo di tutto in 107 minuti di partita. Nel primo tempo, un secondo pallone viene lanciato in campo da un raccattapalle verso Vinicius, che ha tra i piedi il pallone. L’arbitro ferma il gioco e mentre si cerca di chiarire la situazione scoppia il caos. Dalle tribune, Vinicius sente alcuni insulti razzisti diretti a lui. Il brasiliano reagisce e si rivolge direttamente alla persona che l’ha insultato. Pretende che venga allontanata, minacciando di non giocare più se ciò non accada. Nel frattempo l’atmosfera si scalda ancora di più, con altri insulti verso Vinicius e annunci dello speaker dello stadio per placare gli animi.

vinicius real madrid

Mentre dalle gradinate piovono oggetti su Vinicius, che aveva a fianco Eder Militao e il capitano del Valencia Gayà, che cercavano di calmarlo ("me ne voglio andare" gridava il numero 20 del Real), la partita, rimasta in stand by per dieci minuti, rischiava di essere definitivamente interrotta. Dopo dieci minuti di stop faticosamente si riprende. Nel finale gli animi si riaccendono ancora. Rissa in campo tra i calciatori, con Vinicius ancora tra i protagonisti e alla fine espulso dopo revisione Var per un fallo da fermo su Hugo Duro. Uscendo dal campo, in risposta ai cori razzisti, Vinicius ha a più ripreso fatto il segno due con le dita, a indicare la Segunda Division, la serie B spagnola, come sfottò ai tifosi del Valencia.

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Le reazioni

Sull’episodio, nel post partita è stato molto duro Carlo Ancelotti: "Non avevo mai visto e sentito prima un intero stadio essere razzista e gridare 'scimmia' 'scimmia' a un calciatore. Durante la partita ho parlato con Vinicius perché c'era un ambiente pesante, molto negativo e gli ho chiesto se volesse rimanere in campo. Ma io non volevo sostituirlo a causa del razzismo, non mi era mai capitato, è inaccettabile. Così non va, la Liga spagnola ha un problema, che non è Vinicius, lui è la vittima".

"Così non si può giocare al calcio - ha proseguito Ancelotti- Direi la stessa cosa anche se avessimo vinto. É troppo grave, insultano per tutto il tempo Vinicius e alla fine il cartellino rosso lo mostrano a lui. Sono molto triste, questo è un campionato con grandi squadre ma c'è qualcosa da sradicare, siamo nel 2023. L'unico modo è fermare la partita, è vero che c'è un protocollo ma in casi come questo bisogna proprio andare a casa".

"La soluzione è fermare le partite - ha concluso l'allenatore -perché così non si può andare avanti. Vinicius è il giocatore che subisce più falli ma anche più insulti. Per me oggi la partita avrebbe dovuto essere sospesa definitivamente, allo stadio erano impazziti e mai prima di oggi avevo sentito insulti razzisti provenire da un intero stadio. E quanto tutti ti insultano così è dura rimanere freddi. Comunque appoggeremo Vini in ogni modo".

Sui sui profili social ha alzato la voce anche Vinicius: "Non è la prima volta, nemmeno la seconda e neanche la terza che succede. Il razzismo è normale nella Liga. Il campionto che una volta apparteneva a Ronaldinho, Ronaldo e Messi oggi appartiene ai razzisti. Questo paese che mi ha accolto e che amo esporta all'estero l'immagine di un paese di razzisti.

In Brasile la Spagna è percepità così".

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