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Calciopoli: i deferimenti del procuratore Palazzi Rischiano Chievo e Atalanta, nei guai solo Doni

Processo sportivo per le due società di A e altre 16 delle serie minori. Contestate diverse violazioni a 26 tesserati. Probabile penalizzazione in punti per i bergamaschi e lungo stop al loro capitano. Ma il dt nerazzurro Marino ostenta tranquillità

Calciopoli: i deferimenti del procuratore Palazzi 
Rischiano Chievo e Atalanta, nei guai solo Doni

La mazzata è arrivata, il Procuratore federale Stefano Palazzi, dopo 20 giorni di audizioni, ha ritardato di 24 ore la notifica dei deferimenti ma poi ha deciso che il prossimo 3 agosto al Parco dei Principi di Roma davanti alla giustizia sportiva dovranno presentarsi 18 club e 26 giocatori. Dalla serie A ai dilettanti, Palazzi ha inguaiato più di un bel nome rischiando di far terminare la carriera a big come Cristiano Doni e a comprimari come Paoloni, Bellavista, Gervasoni, Sommese; di penalizzare la neo promossa Atalanta o l’appena salvato Ascoli e di gettare un’ombra pesante sulle vecchie glorie Signori e Bettarini.

I capi di imputazione delle 32 pagine di Palazzi (dietro alle quali ce ne sono oltre mille di atti d’indagine) vanno dalla violazione della lealtà sportiva (art. 1) fino all’associazione per illecito sportivo (art. 9) e le richieste del Procuratore di fronte alla Disciplinare saranno chiare e pesanti: dai tre anni di squalifica minima rischiati da Doni, capitano e simbolo dell’Atalanta, fino alla posizione del suo club. I bergamaschi sono infatti accusati di responsabilità oggettiva e presunta (quindi non diretta, con ovvio minor carico di colpevolezza) per i comportamenti di Doni e Manfredini in due diverse partite (Atalanta-Piacenza e Ascoli-Atalanta) e poiché ai due giocatori è imputato l’illecito sportivo, la società di Percassi rischia da una penalizzazione nel prossimo campionato di A (di 5/8 punti) all’esclusione, con retrocessione in B. Cosa che però non avverrà perché in B il distacco dalla terza classificata (Novara) era superiore ai dieci punti e perché al momento del giudizio (in terzo grado) la stagione 2011/12 sarà già cominciata. A salvare poi l’Atalanta, ma anche l’Ascoli (malgrado i pesanti addebiti ai suoi giocatori Sommese e Micolucci) tra i cadetti, ci sarà un attenuante: il comma 5 dell’articolo 4 che parla di “ragionevole dubbio che la società non abbia partecipato all’illecito o lo abbia ignorato”.

Deferito per responsabilità oggettiva anche il Chievo, non per la posizione di capitan Pellissier, ma, per quella di Stefano Bettarini che ha scommesso su Atalanta-Piacenza e Inter-Lecce. La curiosità è che Bettarini, da sei anni ormai un ex, risulta a Palazzi tesserato per i veronesi ma solo per motivi d’immagine, una sorta di “progetto alla Gene Gnocchi” e quindi per la società di Campedelli arriverà solo un’ammenda. Rischiano poco anche Sassuolo e Verona (responsabilità oggettiva) mentre l’Ascoli potrebbe partire con una penalizzazione.

Si comincia il 3 agosto davanti alla Commissione Disciplinare di Sergio Artico (con altri tre componenti); le condanne, anche per quelli che hanno scommesso sapendolo di non poterlo fare in quanto tesserati ma soprattutto per gli 11 associati nel commettere illeciti arriveranno l’8 agosto. Subito dopo ferragosto il ricorso alla Corte di Giustizia Federale (presidente Giancarlo Coraggio più 5 componenti) e ultimo grado sportivo all’Alta Corte del Coni entro la fine di agosto, con i campionati già in corso. Giustizia ordinaria permettendo, visto che il leccese Corvia, malgrado sia stato inquisito dalla Procura di Cremona, non appare nei deferimenti di Palazzi, salvo un seguito in settembre. Spartiacque sarà l’art.

4, quello della «maledetta» responsabilità oggettiva: per salvarsi le società dovranno dimostrare di non essere state al corrente dei fatti e tantomeno corree con i propri tesserati.

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