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Calciopoli, Moggi: vogliono la guerra? L'avranno

Dopo la sentenza di radiazione nei suoi confronti, l'ex direttore generale della Juventus non demorde e annuncia battaglia: "ricorrerò, vogliono la guerra? L'avranno"

Calciopoli, Moggi: vogliono la guerra? L'avranno

Luciano Moggi non ci sta. E fa sentire la sua voce, la sua indignazione, annunciando battaglia. "Ma chi si arrende? Ricorrerò e poi eventualmente andrò all’Alta Corte del Coni". L'ex direttore generale della Juventus non si scompone davanti alla decisione della Commissione Disciplinare della Figc, che gli ha inflitto la radiazione. "La sentenza ha disatteso completamente quello che ha detto l’Alta Corte del Coni quindi ora vediamo...Le mie strategie? Andare in appello e all’Alta Corte del Coni? Andare anche alla giustizia ordinaria? Vado oltre, anche in America. C’è qualcuno che pagherà in questa cosa e lo sanno benissimo. Me l’aspettavo, so chi c’è dentro...vogliono la guerra? La guerra gliela facciamo. Vedremo questo gioco a cosa porta. Voglio uscire dal calcio quando lo dico io, non quando lo dicono gli altri ingiustamente...".

È questo lo sfogo di Moggi dai microfoni di "Diretta Stadio", il talk di calcio in onda ieri sera a 7Gold. L’ex dg della Juventus ha lanciato pesanti accuse, ribadendo la volontà di lottare fino in fondo per ottenere giustizia. "In questo calcio cosi come è conciato si sta meglio fuori che dentro. Hanno disatteso quello che ha detto il Coni che voleva attualizzare. Attualizzare significa vedere tutto quello che è successo realmente e non fare un processo parziale su 21 telefonate di un investigatore -aggiunge Moggi- che ha dimostrato in aula, a Napoli, quello che vale. Questo processo si basa su 21 intercettazioni delle quali intercettazioni è uscita una sentenza di Sandulli che dice che non si è consumato nessun illecito...".

"Vogliono calciopoli? L'avranno" "Hanno guardato solo le nostre 21 intercettazioni. È venuto fuori il problema che io sapevo, gli assistenti, quando era uno della Federazione che chiamava a me alle 11.45, a Facchetti e a Meani alle 11.20, c’è un sms dove questo della federazione dice a Meani: "arbitro Trefoloni, siamo tutti con voi non mollate". Questo è un sms che sta agli atti del tribunale. Di queste cose la Federazione non ha tenuto conto -sostiene Moggi-. Adesso vediamo se ne terrà conto in futuro. Oppure Facchetti che dice per avere Collina: "Mettete due preclusi, uno Rosetti, e l’altro De Sanctis che aveva arbitrato la settimana prima la Juventus". La Juventus queste cose non le ha mai fatte..e allora bisogna che ora vengano a pari..... e adesso la vogliono calciopoli? L’avranno".

La difesa dell'avvocato "L’innocenza di Luciano Moggi sta nelle altre 170 mila telefonate che solo in parte sono state messe agli atti. Tutti le avevano a disposizione, noi ce le siamo andate a cercare e ad ascoltare... ". Così l’avvocato Paolo Trofino, difensore di Luciano Moggi nel processo penale su Calciopoli in corso a Napoli, commenta la sentenza sportiva di radiazione del suo assistito. "Non ho seguito io il procedimento presso la Federcalcio - premette Trofino - ma so per certo che Luciano si sente ingiustamente discriminato. Ora che cominciava a dimostrare la sua innocenza, e la squalifica sportiva stava per finire".

"Non esisteva il sistema Juve" La tesi difensiva di Moggi è che le intercettazioni non messe agli atti del processo - una parte delle quali è stata poi aggiunta su richiesta dei suoi legali - dimostrino che non si trattava di "sistema Juve", ma di comportamenti comuni. Tesi peraltro negata dalla Disciplinare della Federcalcio. "Questa sentenza è rimasta per cinque anni nel limbo - conclude Trofino - È davvero troppo tempo.

In qualsiasi sistema giuridico, per quanto rudimentale, non sarebbe possibile".

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