Scienze e Tecnologia

Call of Duty: la guerra compie otto anni

Qualche giorno fa il sito Eurogamer.net ha lanciato la notizia bomba: citando non meglio specificate «varie fonti» il portale specializzato (uno tra i più influenti al mondo) ha annunciato che il prossimo capitolo di Call of Duty, «Modern Warfare 3», dovrebbe essere in vendita dal prossimo otto novembre. Non solo. Eurogamer ha fatto sapere anche che il nome in codice dell'ottavo capitolo della serie dovrebbe essere «Call of Duty: Project Colossus». Quest'ultima chicca - che ha generato discussioni accesissime tra gli utenti del forum - sarebbe stata acquisita accedendo a un database della Tesco, colosso britannico della grande distribuzione.
Anticipazioni lanciate a cinque mesi di distanza; rumors che lambiscono lo spionaggio industriale; dibattiti infinite in rete, gruppi di discussione e blog dedicati. Ecco cosa scatena, nel popolo del joypad e del mouse, l'aspettativa per l'uscita di un capitolo, l'ennesimo, della saga pubblicata da Activision.
Call of Duty. Se esistesse una (vera) enciclopedia dei videogiochi, alla voce «sparatutto in prima persona», i curatori probabilmente scriverebbero anche, alla fine della descrizione, qualcosa come «un videogioco del genere Call of duty». Perché i sette capitoli (almeno fino a novembre) della serie sviluppata quasi a metà tra la Infinity Ward (che ha firmato quattro titoli) e la Treyarch (tre le produzioni affidate ai programmatori di Santa Monica) ha contribuito in larga parte alla storia del genere. Non che gli sparatutto inizino e finiscano con Call of Duty, ci mancherebbe. Dirlo sarebbe una assurdità, oltre che un insulto insopportabile per i fan di Wolfenstein, Duke Nukem, Quake, Unreal e, soprattutto, di Doom. Fatto sta che nei suoi ormai otto anni di storia (era il 2003 quando il primo capitolo si affacciava sui pc) la serie di Call of Duty - tranne che per i Modern Warfare (guerra moderna) e Black Ops (guerra fredda), ambientata interamente nella Seconda Guerra Mondiale - si è imposta come un classico del genere, «intrappolando» plotoni di videogiocatori in tutto il mondo. L'ultima stima delle vendite, aggiornate all'inizio del 2010, parlavano di oltre 55 milioni di «pezzi» venduti, per un giro di affari abbondantemente superiore ai tre miliardi di dollari. Non solo: per «xfire», il popolarissimo freeware di messagistica istantanea per gli utilizzatori del computer, «Call of Duty: Modern Warfare 2» (il sesto capitolo della serie) è, dopo l'inavvicinabile «World of Warcraft», il titolo più giocato su internet al mondo.
Call of Duty. O, come è più conosciuto, CoD. Con lui iniziò tutto. Era l'ottobre del 2003 e il primo di una lunghissima serie sbarcava nei negozi, allora solo per pc. Con questo i videogiocatori di tutto il mondo presero subito confidenza con lo sparatutto sviluppato sul motore grafico di Quake III e ambientato durante la seconda guerra mondiale. Solo tre i personaggi giocabili: il soldato semplice Martin della centounesima divisione aviotrasportata Usa; il sergente Evans, della sesta divisione aviotrasportata britannica e dopo, con l'avanzamento della campagna, in forza alle mitiche Sas, le Special air service e, infine, il soldato semplice Alexei Ivanovich Voronin, giovane sovietico appena arruolato nell'esercito, anche lui destinato a una scalata gerarchica con l'avanzamento del gioco: sergente giovane e poi sergente, passando dalla tredicesima divisione Fucilieri della Guardia alla 150a divisione Fucilieri.
Call of Duty 2. Pubblicato da Activision il 25 ottobre del 2005 per pc e il 22 novembre per Xbox 360, CoD2 condivide col capostipite l'ambientazione (l'Europa durante la seconda guerra mondiale) e la suddivisione «a tre» dei personaggi giocabili e delle missioni, da affrontare impersonando un soldato dell'Unione Sovietica, dell'esercito britannico e quello statunitense. Ma Call of Duty 2 presenta molte innovazioni: è stato infatti progettato per avere una storia ed un'ambientazione meno lineare, immergendo il giocatore in un ambiente caratterizzato da molti più spazi aperti e meno eventi comandati da script. Per questo è stata sviluppata una nuova Ia (intelligenza artificiale) chiamata «Battle Chatter System» (ripresa nei futuri capitoli), che consiste in più di 20mila sequenze di dialogo che durante il gioco avvengono fra gli alleati o i tedeschi. È stata variata anche la tecnica di gioco e la varietà di missioni è notevole: il giocatore questa volta deve assolvere compiti non strettamente bellici, come ad esempio riparare dei cavi per le telecomunicazioni.
Call of Duty 3. È il capitolo della consacrazione. Consci di avere tra le mani un prodotto di sicuro successo, i distributori lo fanno uscire - novembre 2006 - subito per tutte le maggiori piattaforme. Il terzo gioco riprende la trama dei precedenti, spostandone però l'ambientazione alla sola Battaglia di Normandia, più precisamente nella «sacca di Falaise», teatro dell'ultima feroce resistenza tedesca all'avanzata degli alleati e degli scontri più atroci di tutta la campagna. Nel gioco si vestono i panni di Bohather (carrista e soldato polacco), di Cole (fante canadese), di James Doyle (paracadutista della Sas inglese) e di Nichols (soldato americano).
Call of Duty 4: Modern Warfare. Il capitolo della svolta. L'ambientazione si sposta in un periodo storico più vicino ai nostri giorni, ritraendo la guerra delle forze occidentali contro un'ipotetica coalizione gli tra ultra-nazionalisti russi e terroristi islamici. Da qui la possibilità per i giocatori di utilizzare i Marines statunitensi e le Sas britanniche. Altra differenza rispetto ai predecessori è che il comando per osservare col binocolo è stato sostituito con uno per correre e il corpo a corpo passa dall'uso del calcio dell'arma all'uso di un coltello (caratteristiche presenti anche nei capitoli successivi).
Call of Duty: World at War. Il ritorno alle origini. Di nuovo proiettati nella seconda guerra mondiale, ma a fare da scenario non più la vecchia Europa devastata dai nazisti bensì il fronte del Pacifico. Due i personaggi giocabili: il marine Miller ed il soldato Dimitri Petrenko, in forza all'Armata rossa. Per la prima volta nella serie, è inclusa una modalità cooperativa, che supporta fino a due giocatori a livello locale e quattro giocatori online.
Call of Duty: Modern Warfare 2 Il sesto capitolo, seguito diretto di Call of Duty 4: Modern Warfare dal quale riprende ambientazione e gameplay, riproponendo il medesimo scenario futuribile da terza guerra mondiale. La campagna giocatore singolo permette di vivere un'intensa esperienza narrativa nei panni di vari soldati (Soldato scelto Joseph Allen dei Rangers Usa - Operativo sotto copertura Joseph Allen alias Alexei Borodin della Cia - Soldato James Ramirez dei Rangers - Capitano «Soap» MacTavish dei Sas) ai quattro angoli del globo, mentre si dipanano le sorti di un conflitto ben più grande. Notevole lo sviluppo del comparto multigiocatore, qui in dimensioni vastissime che, pur ricalcando nella forma il predecessore, porta un gran numero di novità e idee fresche.
Call of Duty: Black Ops È il sequel di Call of Duty: World at War, e porta il giocatore a vivere quei micro-conflitti e le operazioni sotto copertura preludio della guerra del Vietnam.

È il mondo delle «deniable operations», condotte dietro le linee nemiche da super soldati sotto copertura, pronti a sacrificare la propria vita per il bene dell'umanità (e degli Stati Uniti).

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