Roma

«Il candidato sindaco? Cattolico e moderato»

Daniele Petraroli

«Il candidato sindaco della Casa delle libertà? Cattolico, moderato e di alto profilo». A lanciare la sfida agli alleati del Polo è Luciano Ciocchetti. E il profilo tracciato dal capogruppo dell’Udc in consiglio regionale sembra corrispondere perfettamente a quello del ministro alla Funzione pubblica Mario Baccini il cui nome circola insistentemente negli ultimi giorni come anti-Veltroni del centrodestra.
Parte così la lunga rincorsa per il Campidoglio 2006. I cattolici della Casa delle libertà non ci stanno a fare ancora una volta da comprimari e Ciocchetti ci tiene a ribadire il concetto: «Chi l’ha detto che il candidato sindaco debba provenire per forza da Alleanza nazionale o Forza Italia come è avvenuto dal 1993 a oggi?». Il terremoto che scuote il centrodestra comincia dunque a ripercuotersi a livello locale. E il capogruppo dell’Udc, dopo aver dichiarato «finito il berlusconismo» nel suo intervento al congresso del partito, rilancia il dibattito sul futuro della Cdl a Roma e nel Lazio. «Il nostro non è un problema di equilibri legati al potere visto che abbiamo la sfortuna di essere all’opposizione in Comune, Provincia e Regione ma di recuperare un dialogo con la società civile che al di là di dichiarazioni di circostanza non si è tentato di riaprire. Non si tratta di uno strappo nei confronti di Berlusconi che nel 1994 e nel 2001 ha vinto le elezioni da solo ma di non dimenticare la pesante sconfitta nelle ultime regionali». E proprio il rapporto con i cittadini è il primo nodo da affrontare per l’Udc. «Il dibattito sul partito unico non emoziona la gente - prosegue Ciocchetti -, quello che interessa sono i valori, i programmi e le proposte concrete sui problemi concreti che assillano i cittadini nella Capitale e nella Regione».
La necessità di cambiare modo di far politica passa però anche da una nuova struttura che il centrodestra dovrà darsi in vista delle elezioni. «Abbiamo proposto una federazione comune dei gruppi consiliari di Comune, Provincia e Regione che però è rimasta lettera morta. Sarebbe utile invece per organizzare meglio l’opposizione, per affrontare con maggiore slancio la prossima campagna elettorale e per rilanciare appunto il dialogo con la società civile».
Stringendo anche i tempi della scelta del candidato da opporre a Veltroni tra poco meno di un anno. «Più tempo ci mettiamo a individuare il nome giusto e peggio sarà.

Questo è tutto vantaggio che diamo al centrosinistra».

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